Intatta la bellezza di Cogne nello scempio dell'edilizia "moderna,, di Marziano Bernardi

Intatta la bellezza di Cogne nello scempio dell'edilizia "moderna,, DINANZI ALLO STUPENDO PANORAMA DEL GRAN PARADISO .. ~ — .... *- — . - - • - ■ - *> - • .... ............ Intatta la bellezza di Cogne nello scempio dell'edilizia "moderna,, Gli amministratori hanno saputo difendere la città dalle speculazioni con un preciso piano regolatore • L'espansione alberghiera rispetta il paesaggio e la tradizione architettonica della Valle d'Aosta (Nostro servizio particolare) Cogne, 9 agosto. Il pubblico medio forse non sa che in tutto il mondo l'Italia è il paese che tiene il primato dei premi pittorici. E' un'alleanza inconsueta stretta in innumerevoli luoghi della penisola fra l'arte e la vita economica, specie nel settore del turismo: un modo di dire «CI siamo anche noi, venite a tnwarci, a conoscerci, ne sarete contenti >'. Quando Francavilla al Mare, sull'Adriatico presso Pescara, distrutta dai tedeschi, volle rinascere, fondo — lo scrivevamo qui giorni addietro — il premio di pittura intitolato a Michetti, nel '47. Non passa giorno che non ci piovano sul tavolino i più svariati richiami: come oggi, per il prossimo settembre, il « Premio Roncaglia » a San Felice sul Panaro, o il premio < Il nostro Po > a Piacenza. Ora è la volta di Cogne, in Val d'Aosta, col « Premio di pittura Valnontey » assegnato domenica, nella sua seconda edizione e in ordine di merito, almeno secondo il criterio del la giuria, ai pittori Pontecorvo, Carletti, Cassini, e a vari altri artisti, col particolare simpatico riconoscimento dell'eccezionale attitudine a un fresco e aggraziato dipingere d'una bambina dodicenne Danila Bonino. Non insisteremo sulla lieta cerimonia inaugurale della mo stra allestita nella sede municipale, di cui è già stata data la cronaca, presenti molti villeggianti di Cogne compresi numerosi stranieri, soprattutto olandesi, che qui vengono attirati dalla fama del « Parco Nazionale del Gran Paradiso » ed anche a studiare la rarissima flora alpina amorosamente coltivata e delicatamente protetta nel delizioso giardino « Paradisia » di Valnontey; e nemmeno sulle 34 open esposte, parecchie di notevole livello artistico, che illustrano aspetti naturali e motivi folcloristici di questa incantevole conca alpestre. Piuttosto intendiamo sottolineare una gradevole verità: la perfetta intonazione ambientale di Cogne ad una manifestazione d'arte. Intanto il luogo è di per sé stupendo, degno di collocarsi paesisticamente fra i quattro o cinque più celebrati centri di villeggiatura e turismo dell'arco occidentale delle Alpi. Crii sale al belvedere di Gimillan, due chilometri di strada automobilistica per giungere alle casette antiche della frazione alta 230 metri sul piano verdissimo del capoluogo, ab braccia con lo sguardo come su una nitida mappa l'intera scenografia, da gran quadro romantico, del selvoso bacino dominato dai ghiacciai Davanti, la profonda pinosa Valnontey, sinuoso solco fresco d'acque che si percorre in macchina quasi per un terzo della sua lunghezza fino ai casolari che precedono il giardino botanico di « Paradisia > curato ogni estate da un professore universitario, e di dove, a ben guardare sui dirupati fianchi del vallone, già si scorgono i camosci brucare l'erba magra fra le rocce. A sinistra, lungo la costa fitta di larici di Sylvenoire, l'altro enorme spacco orografico di Lillaz, anch'esso accessibile per oltre tre chilometri all'automobile, che offre la sorpresa di un ameno civettuolo villaggio, modernamente attrezzato, donde si giunge alle scroscianti cascate della Valeille. Ma da quell'osservatorio si scopre anche, oltre le felici casualità della natura, la ragione dell'intatta bellezza di Cogne, che i suoi amministratori più esteticamente sensibili e urbanisticamente preveggenti hanno saputo difendere dagli errori degli incapaci e dalla avidità di guadagno degli speculatori. Vincolata dal Comune, or è qualche decennio, la meravigliosa prateria di Sant'Orso che s'incastra a triangolo nella Valnontey, è stato evitato lo sconcio di orribili e sproporzionati casamenti tipo quelli che hanno irrimediabilmente deturpato l'incomparabile conca del Breuil, ribattezzato « Cervinia * dopo Io scempio, e tanti altri centri turistici della Val d'Aosta, invasi da una volgare e sciocca edilizia sedicente « moderna », a base di cemento armato, vetro, metallo, tubi al neon e simili brutture. Il paese si raccoglie cosi al margine del piano verde, lindo, armonioso e grazioso nell'ordine delle sue rustiche architetture di pietra e di legno intonate all'ambiente alpestre, alcune arieggianti ai tipici rascards del passato costruiti coi tronchi di larice e d'abete e sostenuti dai curiosi « funghi » contro l'invasione dei topi: quasi piamente rispettoso — quel piccolo borgo — del mirabile dono naturale, e impegnato a difenderlo da qualsiasi manomissione. E cosi è, difatti. Il municipio di Cogne si è tutelato con un precìso piano regolatore (eseihpio raro e bellissimo a tanti comuni più importanti e popolosi), studiato, se non erriamo, dall'architetto Roggero di Torino, il quale prevede una espansione edilizia, specialmente alberghiera, sulle pendici di Gimillan per sfruttarne la situazione panoramica, e di abitazioni di modesta altezza lungo le direttrici delle strade per Valnontey, Sylvenoire e Champlong. A questo modo il centro del bacino con la sua splendida visuale sarà legalmente salvaguardato dai tentativi di sfruttare un terreno già assai caro con « condominii > di otto o dieci piani come sciaguratamente si è fatto a Cer vinia; e verrà raccomandato l'impiego di materiali locali, si preferiranno i progetti inseriti nella tradizione architettonica valligiana. Regole e suggerimenti, del resto, che sembrano spontaneamente richiesti dallo spirito del luogo, cui Piero Giacosa dedicò quasi quarant'anni fa un libro memorabile. Questa gente di Cogne, benché largamente impiegata nei lavori della miniera, è ancora attaccatissima al costume dei padri e perpetua un artigianato — i noti finissimi pizzi, i legni scolpiti con fantasia, torniti con eleganza, 1 ferri magistralmente battuti — che l'azienda di soggiorno diretta dal dottor Ottino Jeantet, animoso promotore del « Premio Valnontey >, favorisce con mostre e vendite. Eravamo venuti a Cogne per giudicar pitture; ma se il discorso ha preso invece un'altra direzione è perché questo paese valdostano va indicato come un esempio di resistenza al falso modernismo che va imbruttendo l'Italia; cioè come un modello di vita civile. Marziano Bernardi

Persone citate: Carletti, Cassini, Danila Bonino, Lillaz, Michetti, Ottino Jeantet, Piero Giacosa, Pontecorvo, Roggero, Roncaglia