Il governo inglese ottimista sull'adesione al Mercato Comune

Il governo inglese ottimista sull'adesione al Mercato Comune Dopo il rinvio a ^settembre dei jgegosiati di Bruxelles Il governo inglese ottimista sull'adesione al Mercato Comune Londra sottolinea gli accordi già raggiunti e sdrammatizza i motivi di contrasto con i « Sei» -1 giornali attribuiscono a De Gaulle le difficoltà ed i ritardi - All'alba di domenica mattina nuove condizioni poste dai francesi avrebbero fatto fallire l'intesa (Dal nostro corrispondente) Londra, 6 agosto. Nelle ultime 24 ore, con una serie di « chiarimenti > ufficiosi, il governo britannico ha cercato di smorzare il pessimismo diffuso dalle contrastanti notizie sui negoziati di Bruxelles per l'adesione inglese al Mec. Benché le trattative siano terminate ieri mattina senza quell't abbozzo d'intesa > che Macmillan aveva promesso al Parlamento, la diplomazia inglese nega di essere delusa e di guardare al futuro con apprensione. E' chiaro che il governo di Londra intende perseverare nei suoi sforzi per entrare nel Mec e reputa soddisfacenti i progressi già compiuti. Gli esausti delegati a Bruxelles dell'Inghilterra e dei « Sei » continentali avranno adesso un mese e mezzo di riposo. Le trattative riprenderanno verso 11 15 di settembre al livello dei supplenti e nei primi giorni di ottobre a livello ministeriale. Il 10 settembre — com'è noto — si aprirà a Londra la conferenza dei primi ministri del Commonwealth, alla quale il governo inglese sperava di presentare un quadro quasi completo degli accordi conseguiti o conseguibili fra l'Inghilterra e i Sei. La speranza ovviamente non s'è realizzata, ma i portavoce ufficiali sosten gono oggi che il lavoro com piuto a Bruxelles è più che sufficiente per ragguagliare i Premiers della Comunità hi itannica su tutti gli argomenti Ormai i negoziatori inglesi conoscono il limite massimo e minimo delle eventuali concessioni continentali. Secondo la stampa britannica — il cui atteggiamento è però abbastanza sereno — responsabile di questi ritardi e di queste difficoltà è il presidente De Gaulle, il quale continuerebbe a sfruttare tutte le occasioni per precludere l'adesione di Londra alla Comunità europea. I giornali pongono in rilievo che un accordo sul problema più importante e più astruso, quello dei prodotti agricoli australiani, canadesi e neozelandesi, sarebbe stato certamente rag giunto se, all'alba di domenica mattina, la delegazione francese non avesse condizionato tale intesa a quella sulle norme finanziarie relative alle importazioni agricole iropee. Il Lord del Sigillo privato, Edward Heath — capo della delegazione britannica — rispondeva di non poter dare una risposta immediata sulle complesse e nuove proposte francesi: dopo di che gli spossati diplomatici decidevano di rinviare all'autunno la soluzione della controversia. I funzionari britannici non hanno voluto pronunciarsi og gi sull'atteggiamento di Pari gì (hanno solo sottolineato, con comprensione, la vastità e il peso politico delle popolazioni ' agricole dei Sei), ma hanno decisamente sdramma tizzato le descrizioni giornalistiche degli eventi a Bruxelles. « I negoziati sulle esportazio ni agricole del Canada, della Australia e della Nuova Zelan da sono, in linea di massima conclusi — hanno precisato autorevoli voci inglesi — e tutti i Paesi hanno collaborato all'intesa. Questo accordo, come tutti gli altri raggiunti nelle trattative, è però provvisorio, diverrà definitivo solo quando sarà completato il processo diplomatico e parlamentare, e in autunno ne riesamineremo pertanto alcune parti, tenendo presenti le osservazioni francesi >. L'accordo sui prodotti agricoli canadesi, australiani e neozelandesi include questi punti: 1) il futuro sistema dei prezzi agricoli del Mec sarà tale da offrire « ragionevoli possibilità > agli esportatori dei tre Stati del Commonwealth; 2) sarà rallentata la graduale imposizione della ta¬ rucmmlatiqsinacgamdccdpicrpcltrgscs■liilillillllilliilllliliiiiillliuillllillillllillllllill riffa esterna; 3) sarà indetto un convegno per elaborare accordi internazionali sul commercio dei cereali sia del Commonwealth come di altri Paesi. Oltre a questa intesa, il bilancio dei negoziati degli ultimi mesi ne conuene altre tre: quella sulle esportazioni industriali del Commonwealth; la intesa sulle future nazioni, africane e caraibiche, « associate > al Mec, e quella sull'agricoltura britannica. Restano ancora da risolvere il problema di certe materie prime, delle nazioni dell'Efta e dì alcuni aspetti della politica agricola europea. m. ci.

Persone citate: De Gaulle, Edward Heath, Macmillan