La produzione in Occidente continua ad essere sostenuta

La produzione in Occidente continua ad essere sostenuta Rapporto dell'Iseo sulla congiuntura estera La produzione in Occidente continua ad essere sostenuta L'espansione nei primi mesi del 1962 si è mantenuta entro limiti modesti Il secondo trimestre è stato migliore del primo - Gli imprenditori della Comunità europea prevedono un accentuarsi dello sviluppo - Le industrie più dinamiche sono le chimiche, le automobilistiche e le meccaniche (Nostro servizio particolare) Roma, 31 luglio. La nota diramata oggi dal l'Iseo (Istituto per la congiuntura) sull'andamento delle economie occidentali (Italia esclusa) afferma che la produzione industriale continua ad essere sostenuta, anche se l'espansione è ormai contenuta entro limiti piuttosto modesti, soprattutto per le economie anglosassoni (Stati Uniti e Gran Bretagna). Sintomi più favorevoli sussistono invece per i paesi della Comunità, a cominciare dalla Francia. Occorre però che l'andamento dei costi ancora sotto controllo non dia luogo a pressioni eccessive sui prezzi, compromettendo la capacità competitiva dei vari paesi sui mercati mondiali. I fattori che frenano lo sviluppo produttivo sono sostanzialmente due. a parere dell'Iseo: 1) lo scarso dinamismo della domanda estera; 2) l'affievolita espansione degli investimenti. Le esportazioni dei Paesi della Cee, dopo la diminuzione registrata nel quarto trimestre del 1961, hanno mostralo segni di ripresa solo in marzo; ma in marzo i progressi sono stati irrilevanti. Pifc dinamici gli scambi intercomunitari, mentre le vendite ai paesi in via di sviluppo accennano addirittura a diminuire. Quanto alle importazioni, esse risentono ancora dei magri raccolti del 1961 e dell'avversa stagione che caratterizzò quasi ovunque i primi mesi del '62; da ciò il notevole aumento negli acquisti di prodotti agricolo-alimentari. Negli altri settori la tendenza ad alleggerire le scorte si è esaurita ma non "è ancora cominciato il processo opposto che potrebbe far sperare in una vigorosa ripresa produttiva a breve scadenza. Vale comunque la pena di osservare che il secondo trimestre 1962 per quel tanto ohe se ne può giudicare è destinato a risultare migliore del primo sìa sotto l'aspetto climatico sia per gli spunti di maggiore vivacità segnalati in aprile un po' dappertutto. Dal punto di vista settoriale le industrie più dinamiche sono le chimiche, le automobilistiche e in parte le meccaniche. Nell'ambito della Cee, gli imprenditori prevedono in genere aumenti di produzione più accentuati in Francia, più contenuti in Germania e appena al di sopra dei livelli attuali in Belgio e in Olanda. In Inghilterra dopo un lungo ristagno esistono ora le premesse — politiche e psicologiche — per un rilancio economico, agevolato da una politica di incentivi di cui dovrebbero specialmente beneficiare i beni di consumo durevoli venduti per lo più a rate. Anche gli Stati Uniti si stanno ormai orientando verso una politica di incentivi fondata essenzialmente sugli alleggerimenti fiscali e ciò dovrebbe riflettersi in ulteriori progressi dell'attività industriale (in aprile e in maggio sono stati registrati nuovi primati post-recessivi) ma appare ancora obiettivo lontano il raggiungimento di un tasso di sviluppo sufficiente a ridurre la percentuale di disoccupati al di sotto del 4 % delle forze di lavoro. Da anni ormai l'economia americana non vive più in un regime di pieno impiego. ar. b haclqcpSc