E' annegata una famiglia di 4 persone nell'auto caduta di notte nella Dora di Giuseppe Mayda

E' annegata una famiglia di 4 persone nell'auto caduta di notte nella Dora Agghiacciante scoperta durante le indagini per l'incidente di Fénis E' annegata una famiglia di 4 persone nell'auto caduta di notte nella Dora La "1100" del giovane ripescato lunedì nel fiume trasportava anche i parenti della sua fidanzata : padre, madre e figlio di 12 anni Erano diretti ad un alpeggio dove il ragazzo doveva prendere servizio come pastore - Due cadaveri non ancora recuperati (Dal nostro inviato speciale) St. Vincent, 31 luglio. Son quattro — e non una — le vittima della « 1100 » precipitata domenica notte nella Dora, nei dintorni della presa d'acqua delal centrale elettrica di oMngiovc. Sulla vettura, insieme con il giovano operaio della Cogne, Marino Germano Vittaz di 22 a.n?it, viaggiavano Marcella Brunod, di /,fi anni, il marito Giuseppa Pallais, di '/9, occupato presso la seghe'<a Corgnati di Aosta, e uno dei loro due figli, Mai-io Relice Pallais, di 12 anni: sono morti anche loro. Finora le acque della Dora non hanno restituito che i cadaveri del giovane Vittaz e della Brunod. Questa è stata riconosciuta oggi pomeriggio nella camera mortuaria del cimitero di Donnaz dal patrigno, l'agricoltore Prospero Regnet. Forse gli altri due corpi — quello del ragazzo a di suo padre — sono rimasti impigliati nella griglia di qualche sbarramento. Solo stasera è stato possibile ricostruire tutte le fasi della sciagura. Marino Vittaz, abitante a Nus, era fidanzato da qualche tempo con la sedicenne Giuseppina Pallais, camerie¬ ra presso la famiglia del veterinario del paese, il dott. Cesare Queg. Domenica pomeriggio il giovane era uscito di casa dicendo ai familiari che si sarebbe recato a Cogne ad una festa da ballo. A bordo della sua « 1100 E », scese nella valle e passò qualche ora in compagnia degli amici. JVo?i n'entrò per la cena. I suoi parenti cominciarono a impensierirsi soltanto dopo la mezzanotte. Telefonarono a Cogne, parlarono con un conoscente: nessuno lo aveva visto. Al ballo non c'era stato; lo avevano atteso invano. Marino Vittaz, in realtà, era andato nella frazione Mazeaud di Nus a fare visita alla famiglia della fidanzata. La ragazza da due settimane era però assente avendo dovuto accompagnare la famiglia del veterinario in vacanza a Cesana. I coniugi Pallais avevano bisogno di un favore da Marino: che li conducesse in auto a Torgnon con il figlio Mario che l'indomani mattina doveva prendere lavoro come pastore all'alpeggio * Ghatelard ». Il giovane Vittaz accettò di buon grado. La famigliola prese posto sulla « non >. L'auto partì verso le 22. Mezz'ora più tardi era a Fénis dove il gruppetto si fermò a cenare al circolo dell'Enal. La proprietaria del locale ti sentì parlare della strada per Torgnon. Ripartirono verso le 23. Passarono il ponte sulla Dora, ma una decina di metri più avanti Marino Vittaz, per accorciare di un chilometro, abbandonò la strada che conduce alla statale ed iìnboccò una carrareccia lungo la riva sinistra della Dora. E' una strada in terra battuta, priva di muretti di protezione, pericolosa anche di giorno perché in diversi punti l'acqua del fiume ha rosicchiato pietra su pietra le basi della sponda. Nel punto dove la Dora compie una grande ansa la carrareccia cammina proprio a strapiombo sull'acqua. Lì, improvvisamente, la strada ha ceduto sotto le ruote delta <iIO0»; la vettura è precipitata nella rapida corrente dall'altezza di 3-j. metri. La morte dei quattro passeggeri è stata probabilmente immediata. Lunedì, quando venne ritrovato per primo il cadavere di Marino Vittaz, impigliato nella griglia del canale di carico della centrale di Bard, nessuno a Nus immaginò le proporzioni leali della tragedia. Il padre del Vittaz, Francesco Benvenuto, e la madre Irma Scverina Vallet, dissero che il figlio era partito da casa solo. Nella frazione Mazeaud, i vicini di casa dei Pallais non badarono troppo all'assenza della famiglia: sapevano che i coniugi avrebbero dovuto accompagnare il figlio Mario all'alpeggio e che Giuseppina era partita per Cesana. Stamane però gli abitanti della frazione si sono accorti che nel pollaio le quindici galline dei Pallais starnazzavano agitatissime: da due giorni infatti, non toccavano cibo ed erano prive d'acqua. Una donna bussò alla porta, ma non ricevette risposta: qualcuno si impensierì e avvertì i carabinieri. Una telefonata alla segheria Corgnati di Aosta fu sufficiente per stabilire che Giuseppe Pallais non si era presentato al lavoro; un'altra telefonata ad Abele Bonel, proprietario dell'alpeggio, accertò che il ragazzo non si era visto. Solo allora i valligiani ricordarono che domenica sera Marino Vittaz era venuto a far visita ai Pailais e poco più tardi era partito con loro sulla sua auto acquistata di recente. Giuseppina Pallais — unica superstite della famiglia — fu avvertita a Cesana. Anch'essa diede una conferma indiretta della tragedia: sapeva che i genitori avrebbero chiesto a Marino Vittas il favore di accompagnarli a Torgnon con la « lino ». Il veterinario di Nus si è recato oggi pomeriggio a prendere Giuseppina Pallais a Cesana e l'ha riportata stasera a casa: la giovane è prostrata; le hanno impedito di vedere il corpo della madre, alla quale l'acqua ha strappato i vestiti; le hanno anche nascosto, per ora, la morte del padre e del fratellino. Fino a stasera le ricerche dei cadaveri di Giuseppe Pallaio e del suo figliolo non han¬ no dato risultati. Le rive sono state scandagliate dai pompieri e da gruppi di volontari: può anche essere che la corrente li abbia già trascinati ben oltre Mongiove; il punto in cui la 1100 è precipitata dista 15 chilometri da quello in cui è stato trovato il corpo del giovane Vittaz e 27 dal luogo in cui è riemerso il cadavere della Brunod. Giuseppe Mayda