Anche la malavita milanese dà la caccia agli assassini dell'innamorate in auto

Anche la malavita milanese dà la caccia agli assassini dell'innamorate in auto Anche la malavita milanese dà la caccia agli assassini dell'innamorate in auto Il racconto della ragazza che ha visto uccidere il giovane - Molti « fermi » fra i pregiudicati per rapina - I banditi, fuggendo, hanno abbandonato un bastone e due cappelli di paglia (Dal nostro corrispondente) Milano, 30 luglio. Nessuno spiraglio di luce si è ancora aperto sul delitto consumato verso la mezzanotte dì sabato da due rapinatori, nel paesino di Ospiate, alle porte di Milano. Polizia e carabinieri hanno setacciato affannosamente la zona, frugando uno per uno i casolari e i cantieri, ma ancora non hanno trovato traccia dei banditi che hanno freddato con un colpo di pistola il ventiquattrenne Bruno Briani, sorpreso e aggredito nella notte, mentre era fermo in « 600 », con la fidanzata, ai margini d'una strada solitaria. Molti «fermi» sono stati compiuti fra i pregiudicati per rapina; si dice che la stessa malavita milanese aiuti la polizia nella caccia agli assassini. Per la verità, una sola pista, debolissima, si è profilata stamane davanti agli inquirenti: è la pista fornita dal redattore di un giornale del pomeriggio di Milano che l'altra notte era accorso sul posto del delitto con gli altri colleghi e che al ritorno, verso l'l,30 di notte, era stato fermato nel pressi dell'autostrada per Bergamo, a Cinisello, da due giovani sconosciuti che gli avevano chiesto un passaggio. Il giornalista aveva accondisceso alla richiesta e aveva trasportato i due in città, lasciandoli poi in piazzale Istria. Solo stamane, rielaborando i dati forniti dalla polizia, sulla scorta delle dichiarazioni rese dalla donna che era col Briani, s'è accorto che le caratteristiche dei suoi due « ospiti » corrispondevano stranamente con quelli dei figuri descritti dalla donna. Ha subito informato della cosa la polizia, che lllll!iriilt S1IIII1I11IIMM1I1IIIIII IIIIIII e » e i e tuttavia mostra di ritenere.estremamente labile la traccia.! Le drammatiche sequenze dell'omicidio sono state ricostruite dettagliatamente, attraverso il racconto di Maria Teresa Raveili, la ventunenne IiriIMMIIIIllItlllllllllliilll IIIIIIMMIIIIMIIIIIII Teresa Raveili (a sinistra), era in auto con la vittima della rapina. A destra è la giovane Virginia Bonanomi che da sei anni era fidanzata con il Briani (Tel.) ttti di ith i t ll 600ti i bt che si trovava sulla «600» con la vittima. Bruno Briani e Maria Teresa Raveili si erano conosciuti tre mesi fa a Milano, dove lui lavorava come termotecnico e lei come impiegata in una casa editrice. Nonostante l'esistenza di una precedente «fiamma» del Briani (la ventunenne Virginia Bonanomi) avevano stretto una relazione d'amore che, nelle loro intenzioni, avrebbe dovuto concludersi con i fiori d'arancio. Sabato era stata una gior-1 nata di riposo e di felicità, per loro. Dopo aver lavorato per l'intera giornata i due giovani si erano incontrati per trascorrere insieme la sera. Per prima cosa si erano diretti all'Idroscalo, dove avevano fatto il bagno e si erano trattenuti fino al tramonto. Dall'Idroscalo erano ripartiti alle 18,30: quindi Bruno Briani aveva fatto un salto a casa — in via Belinzaghi 6 — per cambiarsi d'abito mentre Maria Teresa lo attendeva in macchina, sulla strada. Da via Belinzaghi i due fidanzati si erano recati in centro, per uno spuntino in piedi, in un bar, e dal bar erano passati al cinema « Eden », dove si proiettava il film c L'oro di Roma ». Lo spettacolo era finito alle 22. Da quel momento inizia praticamente la tragedia: dal momento in cui Bruno Briani risali in macchina per accompagnare Maria Teresa a casa: ad Arese, una località a una dozzina di chilometri da Milano. L'ora non era eccessivamente tarda e Maria Teresa avrebbe potuto trattenersi fuori ancora. Perciò i giovani decisero di restare insieme e arresta rono la macchina poco dopo Ospiate, in una stradina solitaria ben nota alle coppiette che frequentano la zona. Ce n'erano già altre, di macchine, e i due scesero dal sedile anteriore per trasferirsi su quel lo posteriore. Il tempo passò e loro non se ne accorsero. Co sì arrivò la mezzanotte. Molte macchine se n'erano già andate e la c 600 » era rimasta sola. Era quello il momento atteso dai rapinatori. Dapprima ne venne avanti uno solo. Aveva il volto ma- I schierato con un fazzoletto e iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii stringeva in pugno un bastone. Infilò il bastone attraverso il finestrino aperto e ingiunse a Bruno Briani — con accento meridionale — di consegnargli i soldi. Bruno aveva cinquemila lire in tutto e sacrificarle non gli sarebbe pesato. Tuttavia non si rassegnò a piegarsi ai voleri del bandito e reagì, strappando il bastone al malvivente. Questi arretrò e Bruno vide la possibilità di fuggire. Con un balzo scese dal sedile posteriore e andò a sedersi davanti, tentando di avviare la macchina. Allora sbucò il secondo rapinatore, mascherato pure lui, anche lui con un cappelluccio di paglia in testa, ma armato di pistola. L'uomo disse: «Non fare scherzi»; poi alzò un braccio e puntò la pistola: esplose un colpo e la pallottola andò a conficcarsi nel torace di Bruno, attraversando un polmone e il cuore. Il giovane cadde riverso sul sedile, col piede premuto sull'acceleratore. La macchina venne avanti a balzelloni e finì col muso contro un albero. Non c'era più niente da fare, per il giovane. I primi accorsi lo caricarono su un'auto e tentarono di. trasportarlo a Milano, all'ospedale, ma Bruno spirò durante il tragitto. Anche Maria Teresa era rimasta ferita: nell'urto della macchina contro l'albero si era lussata un braccio, ma ancora più grave era il suo stato di « choc». Intanto i due rapinatori erano fuggiti. Di loro non restava sul terreno che un boasolo calibro 7,65, il manico di un piccone o di una pala trasformato in bastone, due cappellucci di paglia da * cotillon ». Basterà tutto questo a perderli? g. m.

Luoghi citati: Arese, Bergamo, Milano, Roma