Ultimi (e modesti) film al festival di Locarno

Ultimi (e modesti) film al festival di Locarno Stasera si chiude la rassegna cinematografica Ultimi (e modesti) film al festival di Locarno (Dal nostro inviato speciale) Locamo, 28 luglio. Se, come è giusto, facciamo eccezione per due film italiani, Una vita difficile di Risi che è stato presentato stasera c Divorzio all'italiana di Germi che domani sera chiuderà, fuori concorso, le proiezioni, il Festival di Locamo si va sbriciolando in film di poco conto, dai quali v improbabile che possa uscire il vincitore della « vela d'oro ». / fiochi sono ormai fatti, e salvo le sorprese che immancabilmente riservano le giurie dei fe- stivai, la lotta dovrebbe essere ristretta ai film francesi (soprattutto Un coeur gros comme ca di Reichenbach) e ai film, italiani. In questi ultimi giorni, non solo però mancano i film di qualche interesse; ma era?io fuori concorso con L'angelo sterminatore di Bunuel o il giapponese Saniuro^ in cut il regista Kurosaica e l'attore Mifune ripetono con avvincenti variazioni i duelli e le zuffe di quello che si usa chiamare il western nipponico; oppure avevano carattere di tentativo o sperimentale. E' il caso dello sciocco e gratuito film marocchino Et, morte la mor ... di Vergnes Gilbert, che sotto un titolo shakespeariano nasconde un'assurda storia poliziesca di quelle che piacciono alla *nouvelle vagite». Più, interessante è sembrato l'unico film presentato a Locamo dalla Gran Bretagna: Reach for glory (t Raggiungere la gloria >) diretto con finezza da Philip Leacoch e affollato di vivaci ed espressivi ragazzi. Forse gli sceneggiatori, nel descrivere la vita d'una scuola sfollata da Londra sulla costa atlantica durante l'ultima guerra, hanno messo troppa carne al fuoco, come quando hanno adombrato il problema degli obbicttori di coscienza o quello, anche più spinoso, dei pregiudizi e delle diffidenze contro gli ebrei che talvolta affioravano tra la stessa popolazione inglese. Ma se dapprima il film, appena accennando ora a questa ora a quella questione, si direbbe che sia incerto sulla strada da prendere, alla fine coraggiosamente si risolve a mostrare i pericoli e i guasti che sulle menti non ancora temprate dei fanciulli possono provocare un'educazione troppo marziale e un'indiscriminata esaltazione della guerra e del valore militare. Ancora la guerra nel film israeliano Sinaia, e si tratta di quella, breve ma insensata, chr scoppiò per Suez nel 2956. Tuttavia il regista Ivan Lengyel non ha toccato problemi di fondo ma s'è limitato u narrare correttamente, pur senza uscire dogli schemi hollywoodiani, la drammatica avventura di due combattenti di Israele, sperdutisi nel deserto del Sinai e capitati in un accampamento beduino dove utia giovane donna con i suoi figlioletti è l'unica superstite all'eccidio compiuto da un aereo precipitato fra le tende. Troppo poco per una giovane cinematografia dalla, quale sarebbe legittimo attendersi qualcosa di meglio, a. bl.

Persone citate: Bunuel, Ivan Lengyel, Mifune, Philip Leacoch, Reichenbach, Vergnes Gilbert

Luoghi citati: Gran Bretagna, Israele, Locarno, Londra