Le borse di studio di «Specchio dei tempi» hanno premiato ragozzi veramente meritevoli

Le borse di studio di «Specchio dei tempi» hanno premiato ragozzi veramente meritevoli 1 risultati ottenuti in quest'anno di scuola dai vincitori del 1961 Le borse di studio di «Specchio dei tempi» hanno premiato ragozzi veramente meritevoli Dei quindici prescelti, dodici sono stati i primi nelle loro classi, qualcuno dell'intero istituto; due hanno occupato il terzo posto - Eppure senza l'aiuto di «Specchio dei tempi» tutti questi giovani avrebbero abbandonato gli studi per le disagiate condizioni di famiglia - Una madre ci ha detto: «Vi ringrazio: ero costretta a mandare mio figlio subito a lavorare, e ne avrebbe pianto tutta la vita » - Esempi ammirevoli di coraggio e di buona volontà Abbiamo ricevuto i voti conseguiti al termine di questo anno scolastico dai quindici ragazzi che si meritarono le borse di studio annuali da 500 mila lire e da 200 mila lire, istituite da « Specchio dei tempi » in occasione del centenario dell'unità d'Italia, I risultati sono buoni — con una sola eccezione — e comprovano che la commissione incaricata ha saputo ben scegliere con meditata giustizia i vincitori tra le centinaia di concorrenti del Piemonte e della Valle d'Aosta. Le borse di studio, ripetibili per cinque anni sino al conseguimento del diploma, erano per quegli studenti che avevano conseguita la licenza di terza media o di terza avviamento con i migliori voti, appartenevano a famiglie in condizioni . disagiate. Pubblichiamo i nomi dei premiati per provincia (il primo ha la borsa di studio di 500 mila lire, il secondo da 200 mila), la scuola frequentata, il posto in graduatoria ottenuto nella classe. ALESSANDRIA: Agostino Busa, residente a Spinetta Marengo, ha frequentato la prima liceo scientifico « Galileo Galilei » di Alessandria; è stato 11 primo della classe con la media di 7,71; Nicola Palmi, residente in Alessandria; prima istituto tecnico industriale di Alessandria; primo della classe con la media dell'8. ASTI: Piero Cortese, residente a Castagnole Lanze; prima istituto tecnico industriale per periti « Alberto Castigliano » di Asti, sez. B; primo della classe con la media di 7,37. Giuseppe Abbate, residente a Castagnole Lanze; prima -'-.t'tuto tee. ind. per periti « Alberto Castigliano » di Asti, sez. D ; primo della classe con la media di 7.25. CUNEO: Lorenzo Bertoluzzo, residente ad Alba, via Santa Barbara 2; seconda istituto per geometri «Luigi Einaudi» di Alba; primo della classe con la me.--dia di 7,90; Stefano'; Mèineri, residente a rimi fri; prima istituto tecnico per periti « Avogadro » di Cuneo; primo della classe con la media di 7,37. NOVARA: Giovanni Cristina, residente a Domodossola, via Galletti 77; prima liceo scientifico «Rosmini» di Domodossola; primo della classe con la media di 7,43; Laura l'elisetii, residente a Romentino, prima istituto statale per corrispondenti in lingue estere « Galileo Ferraris » di Novara; prima delle classe con la media dell'8. TORINO: Umberto Franzi, residente a Torino, via Modena 52; prima istituto per periti « Avogadro » di Torino; primo della classe con la media di 7,25; Roberto De Maria, residente a Torino, via Corte d'Appello 13, prima istituto per periti in elettronica; terzo della classe con la media di 7,125. VERCELLI: Aimaro Clotilde, residente a Moncrivello; prima scuola tecnica commerciale statale « Lagrange» di Torino; prima della classe con la media di 8,36; Anna Piovano, residente a Cavaglià; prima scuola tecnico commerciale « Losana » di Biella; terza della classe con la media di 7,82. AOSTA: Veronica Torta e Ktra Chasseur, residenti in Aosta, hanno frequentato la prima dell'istituto statale per segretarie d'azienda, e sono risultate prime con la media di 7,25. Il bando di concorso dice che le borse di studio sono rinnovabili per cinque anni, sempre che il vincitore se ne dimostri degno. E' facile comprendere che risultati così soddisfacenti già anticipano il giudizio della commissione. Dall'elenco manca una ragazza, quella che aveva vinto la. seconda borsa di studio da 200 mila lire per la provincia di Torino Dopo aver ottenuto la licenza di terza avviamento durante le vacanze, aveva studiato il programma di latino della scuola media e tutte le materie della prima classe di ragioneria, poi, saltando questa classe, aveva superato gli esami di ammissione alia seconda ragioneria. Uno sforzo ed un impegno degno di lode che le permetteva di passare all'istituto tecnico commerciale pur senza avere la licenza della media. Però sulla pagella que- ilsunLaAriatFSgilfèpsfanno ha avuto due insuffl- danze, in inglese e in mate-m&tica Un altro vincitore — Luren-zo Bertoluzzo di Alba — ha seguito la medesima via della ragazza torinese,. studiando il programma di latino durante le vacanze, saltando'la prima ragioneria, iscrivendosi alla seconda dell'istituto Luigi Einaudi. Egual coraggio, egual impegno: ma Lorenzo Bertoluzzo è riuscito il primo della sua classe. Erano 28 alunni, undici soltanto i promossi. Siamo andati a trovare i nostri amici, a cominciare da Lorenzo Bertoluzzo. Lo scorso anno era magro, ammalato. Adesso ci è venuto incontro robusto, pieno di salute. C'era in casa la madre, che ha 53 anni ed è sofferente di fegato. Una povera donna sta.nca. Fa la pulizia nella chiesa di Santa Maria Maddalena e guadagna sulle 18-20 mila lire il mese: otto se ne vanno nell'affitto delle due camere al fondo di un cortile. <Per noi la borsa di studio è stata una manna. Ho comperato un po' di biancheria, ho fatto fare delle iniezioni a mio figlio. Ci siamo messi a posto ». < Avete speso tutta la somma? » «Fossi matta. Ho speso l'indispensabile, il resto è 11. Guai se dovessi spendere mezzo milione in un anno» Lorenzo ci diceva che all'inizio, in un ambiente nuovo si era trovato un po' a disagio, ma che poi i professori lo avevano preso in simpatia. Il fatto di dover ben riuscire a scuola per meritare la borsa di studio non lo preoccupava: « Per me studiare è un piacere. Non ho mai avuto alcun dubbio ». La madre ha aggiunto: < Quando sei anni fa morì mio marito (era manovale), mi sentivo disperata. Ho tribolato molto. Vi dico grazie. Se non fosse per " Specchio dei tempi ", mio figlio andrebbe a lavorare, e piangerebbe tutta la vita ». Tutti i vincitori delle borse di studio sarebbero andati a lavorare, perché le famiglie non erano in condizioni di mantenerli allo studio. E sarebbe stato un atto di ingiustizia sociale che si traduceva in danno per loro e per la società. " Specchio dei tempi " si proponeva di indicare alj l'opinione pubblica e alle competenti autorità l'urgente necessità di aiutare almeno gli studenti migliori e bisognosi. Il mondo ha bisogno di tecni- ci, di scienziati, di compatenti, di uomini preparati. I talenti ci sono, ma per la mancanza di provvidenze troppi si sciupano malamente. I ragazzi di ' Specchio dei tempi " sono risultati primi della classe, qualcuno primo della sua scuola. Turba il pensiero che tutti sarebbero stati sprecati in un lavoro di imiriediato guadagno. E ogni anno chi sa quanti ragazzi altrettanto meritevoli lasciano gli studi e si avviano ad aumentare le schiere dei manovali senza qualifica. La situazione è preoccupante in specie nei paesi. Da Alba siamo andati a Pianfei a trovare Stefano Meineri. Abita in una piccola modesta cascina, fuori del paese. Il padre è manovale, la madre cura una mucca e alleva i figli. Stefano non c'era. «Cercate mio figlio? Egli lavora a Mondovì. Appena finite le scuole si è subito aggiustato ». Non sapeva dirci il nome dell'officina, ma le sue indicazioni ci hanno permesso, con alquanta fatica, di trovarla. Appena ci ha visto, Stefano Meineri si è fatto rosso. « Già al lavoro? E le vacanze? ». «A me il lavoro piace tanto quanto lo studio, e poi mi rende. Forse mi danno 12" lire l'ora. Ne faccio otto al giorno. A fine settembre smet to, al primo ottobre torno a Cuneo ». Ha vinto la borsa da 200 mila lire, ma il solo collegio è costato 150 mila lire. Po: i libri, la cancelleria, un po' di spese varie, i viaggi. Ha dovuto amministrare la somma con parsimonia. «Per questo mi sono deciso a lavorare in estate. Mi servirà per l'anno prossimo e posso dare anche un aiuto finanziario ai miei ». Ogni vincitore ha una sua storia, ogni caso un problema umano. A Castagnole Lanze siamo andati a far visita a Piero Cortese e a Giuseppe Abbate. Il primo, avendo vinto la borsa da mezzo milione, ha potuto fermarsi in collegio ad Asti; il secondo invece ha dovuto viaggiare tutto l'anno. Partiva di casa alle 6,30 e tornava alle 18,30. Perdita di tempo, sciupio di fatica. La scorsa estate, appena finita, la terza avviamento, era stato messo a lavorare come garzone 'n una falegnameria a 2 mila lire la settimana. Avevamo dovuto spendere molte parole con il padre per convincerlo a mandare il figlio all'istituto per periti. « Quanti anni sono? Cinque? Come faccio? Io non sto bene, non abbiamo nulla. Il suo aiuto ci è indispensabile. Anche se guadagna poco, è sempre qualcosa che entra» Durante il colloquio, il figlio guardava il padre e taceva. La madre non osava intervenire. Duecentomila lire come borsa di studio sono una somma rispettabile. Però far studiare un figlio in città costa molto «E allora?» chiedemmo. «Va bene; se ha voglia, per me può continuare. Almeno la nostra miseria avrà una speranza ». Giuseppe Abbate è riuscito primo della sua classe. Come primo è riuscito Piero Cortese Vorremmo parlare anche dei vincitori di Torino. Umberto Franzi ha dovuto superare gravi difficoltà per motivi di salute. Da un occhio non vede quasi nulla, l'altro è molto affaticato. « Si riposi — gli dicevano i medici — soprattutto si nutra». La borsa di studio è servita a pagare tante spese. Però come poteva riposarsi? Il programma dell'istituto tecnico industriale è duro. E' stata una lotta che abbiamo seguito da vicino, perché sovente veniva a trovarci, a chiedere una parola di conforto Nella sua classe all'* Avogadro » erano in 36: nove sono stati respinti, diciassette rimandati, sei i promossi. Franzi è stato il primo. Gli auguriamo di cuore che la salute possa sostenere la sua intelli genza e la sua volontà. Bene si è comportato all'istituto tecnico per l'elettronica anche Roberto De Maria, che ha meritato la borsa da 200 mila lire. Però non si trova a suo agio in quel tipo di scuola. < Io sogno la letteratura. Mi sento portato alle lettere. Avrei voluto fare il liceo ». I genitori lo avevano mandato all'avviamento commerciale, perché finisse l'obbligo scolastico. Poi con la borsa di Specchio dei tempi si erano decisi di farlo continuare. Ma in quale ramo? In fretta aveva preparato gli esami di integrazione per iscriversi all' istituto tecnico per periti. L'unica via che gli rimaneva per giungere ad un diploma. Roberto De Maria sconta l'errore dell'attuale sistema scolastico italiano, che dopo le elementari già richiede una scelta: o la media con tutte le vie aperte, o l'avviamento che praticamente chiude ogni possibilità di proseguimento. E' uno dei mille esempi che impongono una sollecita riforma della scuola con l'istituzione, dopo la quinta elementare, di una media unica. Veronica Torta di Aosta: frequenta il corso per segretaria d'azienda, e si propone di diventare ragioniere