Condannati 41 dei 43 imputati per i fatti del luglio 1960 a Genova

Condannati 41 dei 43 imputati per i fatti del luglio 1960 a Genova Dopo sette ore di camera di consiglio Condannati 41 dei 43 imputati per i fatti del luglio 1960 a Genova Le pene detentive da un massimo di 4 anni e mezzo a un minimo di un mese : la maggior parte delle condanne è inferiore ad un anno - La sentenza riconosce agli imputati i motivi di particolare valore morale e sociale Nella sua replica il P. M. aveva affermato che i fascisti «sono e restano fuori della legalità costituzionale» (Nostro .■servizio particolare) Knma, 18 luglio. Alle ore 23,45 i giudici della IV sezione del Tribunale di Roma sono usciti dalla camera di consiglio con la sentenza nei confronti dei 43 genovesi processati per i fatti del luglio 1960. Il Tribunale ha condannato 41 degli imputati, ed ha ordinato la scarcerazione di due dei detenuti per avere gin scontata la pena. A tutti gli imputati, ritenuti responsàbili di quanto avvenne in piazza De Ferrari, sono state concesse le attenuanti generiche e quelle per aver agito per particolari valori morali e sociali. Questo vuol dire che i giudici hanno riconosciuto come i protagonisti degli incidenti di Genova abbiano diritto ad un particolare trattamento. Il Tribunale ha condannato Giuseppe Pellerano, Rinaldo Ferrari, Otello Del Pino, per oltraggio con violenza, lesioni aggravate, adunata sediziosa e danneggiamento, infliggendo ai primi due la pena di 4. anni e 5 mesi di reclusione e un mese e quindici giorni di arresto, ed al terzo tre anni di reclusione ed un mese di arresto. Aldo Perugi è stato condannato ad un anno e otto mesi di reclusione e ad un mese di arresto per danneggiamento, adunata sediziosa, tentata violenza a pubblico ufficiale, e tentate lesioni. Paolo Varretto, è stato condannato a. due anni, nove mesi e quindici giorni di reclusione ed un mese di arresto per oltraggio e adunata sediziosa. Giuseppe Calcagno ad un anno, dieci mesi di reclu- iiiiiitiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiini'iinin ■ in iniiiin sione ed un mese di arresto per adunata sediziosa, tentata violenza privata ed oltraggio. Giuseppe Maglia a un mese e 15 giorni di arresto per adunata sediziosa. Pietro Visconti a undici mesi di reclusione per adunata sediziosa, oltraggio e furto, per aver sottratto nii iim ■ i tri m imi ■ in ■ iiiitinii mi un i n imi i iib la pistola- a un agente, durante gli incidenti. Il Tribunale ha ordinato la scarcerazione dei detenuti Giuseppe Maglia e Giuseppe Calcagno, per aver già scontato la pena. Per oltraggio violenza e adunata sediziosa, Franco Berretti, Annibale Migone, Giuseppe Bracchi, Michele Guttaiano e Giovanni Serotti sono stati condannati a 8 mesi di reclusione ed a un mese di arresto. Per gli stessi reati Renato Bevilacqua, Pietro Castagnino, Franco Folli, Cesare Cerri e Emanuele Zetti sono stati condannati a sette mesi di reclusione e un mese di arresto. Sempre per oltraggio, violenza e adunata sediziosa, Angelo Briata è stato condannato a 11 mesi di reclusione ed a un mese-di arresto. Per adunata sediziosa Luciano Patri e Luigi Zerega sono stati condannati a un mese di arresto, Mario Cavanna a due mesi di arresto. Per adunata sediziosa e violenza Antonio Galassi è stato condannato a dieci mesi di reclusione ed un mese e cinque giorni di arresto; Alessandro Taglìalegne a 11 mesi di reclusione e a un mese e quindici giorni di arresto; Filiberto Fioravanti e Francesco Lagomarsino a otto mesi di reclusione, Franco Bozzo a sei mesi di reclusione e itn mese di arresto, Mario Cadel a nove mesi di reclusione e a dieci mila lire di ammenda. A un mese di arresto per adunata sediziosa sono stati condannati: Mario Noci, Ernesto Nicolini, Carlo Bazzoni, Filippo Bufera, Romano Mandorli, Enrico Picollo, Bruno Pesce, Orlando Saveri, Eligio Pitzalis e Rosario Trimboli. Gianfranco Cordiglia è stato condannato a 11 mesi di reclusione ed un mese di arresto per adunata sediziosa, oltraggio, e porto abusivo di coltello. Bruno Lanzavecchia è stato condannato a dieci mila lire di ammenda per oltraggio. Il Tribunale ha assolto per insufficienza di prore Vincenzo Cadile e Gilberto Del Grande da tutti i reati loro ascritti. Agli imputati Pellerano, Ferrari e Del Pino è stata anche inflitta la interdizione dai pubblici uffici per cinque anni. Il Tribunale ha ordinato, come s'è detto, l'immediata scarcerazio>ie degli imputati Giuseppe Maglia e Giuseppe Calcagno. Ha inoltre ordinato la sospensione condizionale della pena per tutti coloro che sono stati condannati ad una pena inferiore a un anno. A tutti gli imputati sono state concesse le attenuanti generiche e l'attenuante di aver agito per motivi di particolare valore morale e sociale. Quest'ultima attenuante non è stata concessa agli imputati Lanzavecchia, Bozzo e Cadel, condannati per episodi avvenuti il 2 luglio e non il 30 giugno '60. La sentenza è stata accolta nel massimo silenzio dagli imputati e dal pubblico presente in aula. I difensori hanno annunciato che proporranno appello domani mattina stessa contro la sentenza. Il cancelliere della IV sezione ha già preparato gli ordini di scarcerazione per il Moglia ed il Calcagno. I giudici si erano raccolti in camera di consiglio alle 16,30, dopo una rapidissima replica di un difensore, l'avv. Giuseppe Macchiavelli, del foro di Genova. Nella mattinata erano intervenuti a concludere la discussione prima il pubblico ministero dott. Antonio Brancaccio, poi il prof. Giuliano Vassalli, ordinario di diritto penale all'Università di Roma. Il magistrato aveva sentito il bisogno di rispondere alle osservazioni dei suoi contraddittori sostenendo che — per quanto possa essere vero che la protesta contro la decisione del movimento sociale italiano di riunirsi a congresso in un teatro genovese assunse il 30 giugno 1960 un carattere unitario e indifferenziato — è assurdo ritenere che tutta la popolazione genovese abbia partecipato idealmente, e quindi li abbia approvali, a taluni incidenti clamorosi, quali, ad esempio, il tentativo di linciaggio compiuto ai danni del capitano Londei, e le distruzioni che. furono compiute a piazza De Ferrari. < Inoltre devo aggiungere — ha spiegato ancora il pubblico ministero — che una eventuale sentenza di condanna non costituirà, come hanno sostenuto i difensori, una rivincita del fascismo e dei fascisti, i quali sono e restano fuori della legalità costituzionale ». Il prof. Giuliano Vassalli ha invece sintetizzato tutte le argomentazioni prospettate dalla difesa nella discussione, osservando come la mancata osservanza da parte dell'autorità dello stato di quella legge del 195S per cui è vietata la ricostituzione del partito fascista, ha dato luogo, nel giugno 1960, ad una situazione che giustifica ampiamente quanto è avvenuto a Genova da. parte dei manifestanti. < Questi «omini che sono oggi sul banco degli imputati meritano la vostra comprensione >, ha concluso il prof. Vassalli, chiedendo per tutti il proscioglimento. g- g- degl di Genova, terminato stanotte

Luoghi citati: Genova, Roma