Un commerciante di Valenza condannato per quattro truffe

Un commerciante di Valenza condannato per quattro truffe Un commerciante di Valenza condannato per quattro truffe I giudici gli hanno inflitto due anni e tre mesi - Con lui, per accuse diverse erano imputate due donne; una è stata assolta (Dal nostro corrispondente) Alessandria, 12 luglio. E' comparso stamane in Tri bunale il commerciante Vito Montaldo D'Amico dì 28 anni, da Marsala e residente a Valenza, imputato di truffe, furto ed emissione di assegni a vuoto ed è stato condannato a due anni e tre mesi di carcere. Vito Montaldo D'Amico, semianalfabeta, giunto ai Nord era riuscito a farsi una discreta posizione finanziaria. Nell'estate '61 in Sicilia convinse Francesco e Gaspare Marchetti, padre e figlio, residenti a Marsala, ad entrare in società con lui per il commercio del vino proponendo nello stesso tempo un grosso affare nel commercio dello zucchero. Il 21 luglio scorso i Marchet ti si incontrarono col D'Ami co all'albergo « Terminus * di Alessandria. Si doveva trattare l'acquisto di due vagoni di zucchero e sul tavolo i siciliani posarono 2 milioni in contanti e un assegno di eguale cifra. Rimasto solo per pochi istanti, il D'Amico si eclissò col denaro e l'assegno. I Marchetti rintracciarono ad Acqui il commerciante che promise di restituire i soldi: tutti, cosi, fecero ritorno ad Alessandria, dove il giovane riuscì però ancora ad eclissarsi. I Marchetti, allora, lo de nunciarrmo per furto. Il D'Amico doveva inoltre ri spondere di una truffa di 4 milioni e mezzo ai danni dei coniugi Elio e Rina Falaguera, da Valenza, di una truffa a Mario Dania, di Valenza, dal quale si era fatto consegnare I milione e 400 mila lire con la promessa di un acquisto di preziosi; di una truffa a Guido Gregori di Alessandria, dal quale aveva acquistato per 600 mila lire un « juke-box » pagandolo con un assegno a vuoto. Il « juke-box » lo aveva poi rivenduto per 380 mila lire a Matteo Oddone, commerciante in auto di Ovada arrestato giorni fa per truffa. Stamane, in udienza, Montaldo D'Amico in lacrime ha respinto tutte le accuse, smentito però da parti lese e testimoni. Con lui erano imputati, a piede libero, la quarantacinquenne Battistina Solia, di Acqui, accusata di emissione di assegni a vuoto e la figlia Olga D'Incau, di 19 anni, amica del D'Amico, che doveva rispondere di favoreggiamento per avere nascosto parte dei soldi sottratti ai Marchetti. II Tribunale ha condannato il D'Amico per un unico reato di truffa aggravata e continuata e per emissione di assegni a vuoto (il P. M. aveva chiesto 7 anni e 4 mesi e la dichiarazione di delinquente abituale), la Solia a 50 mila lire dì multa ed ha assolto la D'Incau per insufficienza di Prove- f. m. Vito Montaldo D'Amico l idt)