Bonatti e Mazeaud compiono una «prima» sul Bianco per onorare i quattro amici caduti sul Pilier Centrale

Bonatti e Mazeaud compiono una «prima» sul Bianco per onorare i quattro amici caduti sul Pilier Centrale Nel primo anniversario della tragedia in cui peri anche Oggioni Bonatti e Mazeaud compiono una «prima» sul Bianco per onorare i quattro amici caduti sul Pilier Centrale Hanno scalato l'inesplorata Est delle Petites Jorasses - Sorpresi mentre bivaccano in parete da un violento temporale - L'impresa è durata tre giorni - Ieri i due alpinisti sono rientrati vittoriosi a Courmayeur n i (Dal nostro inviato speciale) Courmayeur, 12 luglio. Nell'anniversario della tragedia del Pilier Centrale del Monte Bianco, dove perirono Oggioni, Vieille, Guillaume e Colmar, due dei superstiti, Walter Bonatti e Pierre Mazeaud, hanno compiuto una difficile impresa alpina dedicandola agli amici caduti in montagna. Bonatti e Mazeaud sono divenuti amici fraterni uniti dal comune angoscioso ricordo di quella sciagura: lunedì Mazeaud veniva da Parigi — dove adempie ai suoi impegni di magistrato e insegnante — e si incontrava a Courmayeur con Bonatti. Era il 9 luglio e i due scalatori non potevano non ricordare che fra il 10 e il 16 luglio dell'anno scorso -i avevano visto cadere accanto a lóro, sul Pilier, quattro valorosi amici stremati dalla fatica e dal freddo. Li avrebbero onorati affrontando, ancora una volta, una parete inesplorata: la Est delle Petites Jorasses, un muro di roccia che dal ghiacciaio del Frebouzie, nella Val Ferret, s'innalza quasi verticale per 500 metri. Lasciavano Courmayeur nel pomeriggio e pernottavano nel rifugio-bivacco * Gervasutti >, a 2ifl0 metri. Il martedì mattina non sentivano la sveglia che trillava alle 2,30 e partivano in ritardo alle 4,S0. Alle 7,20 erano alla base della parete e attaccavano la roccia: in testa alla cordata era Mazeaud, che già aveva tentato la scalata tre anni fa con l'alpinista italo-belga Alzetta, perito poi nell'Alaska, e superava la prima grossa difficoltà, un diedro di 120 metri. Il tramonto li coglieva a metà parete, dove i due scalatori preparavano un bivacco spianando tino stretto ripiano roccioso. Il tempo si stava guastando. Infatti a mezzanotte Bonatti e Mazeaud venivano svegliati da acqua e neve che cadevano a rovesci. Si riparavano alla meglio nel sacco-bivacco, ma il temporale si scatenava più violento con spaventose scariche elettriche che illuminavano sinistramente la montagna. I due scalatori allontanavano tutti gli attrezzi metallici, nascondendoli in anfratti rocciosi e subivano intirizziti l'urto dell'uragano, che si placava solo all'alba. La parete delle Petites Jorasses à quasi tutta rocciosa, senza pericoli di valanghe, perciò Bonatti e Mazeaud decidevano di continuare la scalata nonostante il tempo ancora minaccioso: in caso di forzata rinuncia avrebbero potuto ridiscendere con una scala di corda doppia. A Courmayeur le poche persone informate dell'impresa erano in ansia per la sorte dei due alpinisti e risalivano in macchina la Val Ferret per esplorare con cannocchiali la parete e, se necessario, per organizzare il soccorso. Ma i due uomini, vestiti di grigio sul grigio della roccia, non potevano essere scorti. « Noi invece — ci dice Bonatti nel raccontarci l'impresa — vedevamo distintamente le macchine nella strada di fondo valle e comprendevamo l'ansia delle persone care che ci aspettavano >. Alle 16,30 di ieri, mercoledì, contornando a destra il monolito rosso terminale, gli arrampicatori giungevano sulla vetta, alta 361,'J metri, e dopo una breve sosta tornavano al rifugio <Gervasutti>. Stamani alle 11,30 rientravano a Courmayeur. « E' una scalata di 5" e 6" grado — ci dice Bonatti, cioè difficilissima, ma tutta di roccia pulita, salvo l'ultimo tratto, sul versante nord-est, di roccia e neve >. « Non dimenticherò le tre giornate passate con Bonatti sulle Petites Jorasses — ha aggiunto Pierre Mazeaud, — specie nei momenti più difficili e quando eravamo sotto il tiro dei fulmini il ricordo degli amici del Pilier era in noi, ci commuoveva e oi rasserenava >. Ettore Doglio Walter Bonatti (a sinistra) e il francese Pierre Mazeaud al ritorno dalla scalata Hltilllllllllllllllltllllllllllllllllllllltllllllllllllllltllllllllllllllllllllllf IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIMIlllSlltllllllllllllllllllllllllIllllllllllllllllllllllllItlSIIU

Luoghi citati: Alaska, Courmayeur, Parigi