"Passavamo per caso e la polizia ci ha arrestati,, dicono gli imputati dei tumulti di piazza Statuto

"Passavamo per caso e la polizia ci ha arrestati,, dicono gli imputati dei tumulti di piazza Statuto Davanti ai giudici i 36 accusati di adunata sediziosa e violenze "Passavamo per caso e la polizia ci ha arrestati,, dicono gli imputati dei tumulti di piazza Statuto Dopo alcuni incidenti procedurali, gli interrogatori - «Perché aveva in tasca un coltello aperto?» «Ho l'abitudine di tenerlo così nel caso mi capitasse di sbucciare una mela » - Un operaio : « Sono andato da un brigadiere per chiedergli cosa accadeva e lui mi ha portato in questura » - Due ammettono di appartenere a partiti di sinistra - Il dibattimento continua questa mattina - Domani, altri 54 a giudizio per i disordini dei giorni scorsi La seconda udienza del processo contro le 36 persone arrestate per i fatti di piazza Statuto è cominciate ieri alle 15,40 ed è stata quasi interamente assorbita dalle inevitabili questioni procedurali. Dopo la commemorazione del dottor Domenico Peretti Griva, tenuta dall'aw. Salza, che ha ricordato < l'esemplare figura di magistrato, di uomo e di studioso >, il presidente dottor Moscone ha sollecitato gli avvocati a indicare i testimoni a difesa. Si fanno i nomi di alcuni familiari e persino di mogli degli imputati. — Le mogli — osserva il presidente — non sarebbe meglio lasciarle a casa* Un primo accenno di discussione si accende su una richiesta del p. m., dott. Panzarani, di allegare agli atti le fotografie fornite dalla polizia e riprese in piazza Statuto « immediatamente dopo gli incidenti ». L'avv. Bianca Guidetti Serra e l'avv. Spagnoli si oppongono, in quanto essi ritengono che tale documentazione sia del tutto inutile in relazione ai capi di imputazione che formano oggetto della causa e che sono: violenza, resistenza, ingiurie e. in taluni casi, lesioni s'.ia forza pubblica; radunata sediziosa: rifiuto di obbedire all'ordine di scioglimento. Prende quinci ".e parola l'aw. Sa'.ze soster.e-r.do l'illegittimità della procer.^ra per direttissima ir. un procedimento che ha non soltanto 36 imputati, con posizioni diverse l'una dall'altra, ma anche 42 testimoni di accusa. Alcuni difensori si associano alle richieste dell'avv. Salza, altri si rimettono al giudizio del tribunale. Dopo breve riunione in camera di consiglio, il dott. Moscone legge l'ordinanza con la quale viene respinta l'eccezione di illegittimità, della < direttissima >. Anche le fotografie proposte dal p. m. sono accettate: i testimoni dovranno chiarire dove, come e quando sono state eseguite. Viene quindi nominato un perito d'ufficio, il dott. Griva: dovrà riferire sulla natura, sulla sede e sulle prevedibili conseguenze delle lesioni riportate dagli ageriti Salvatore Direttore. Raffaele D'Orio, Geraldo Aldi e dal maresciallo Luigi Esposito. Alcuni difensori chiedono una perizia anche sulle lesioni subite dai loro assistiti. Il p. m. si oppone, poiché . si tratterebbe di azioni che non formano oggetto dell'attuale giudizio e il tribunale — pur consentendo la presentazione dei certificati di quanti intendano far si visitare dal medico del carcere — respinge l'istanza di perizie sugli imputati. Il dott. Moscone, dopo aver convocato per oggi alle 15,30 : testimoni a difesa, comincia l'interrogatorio degli accusati. Il primo è Giovanni Casu, 19 anni, nato in provincia di Ca gliari e residente presso lo zio Angelo Bonavero, muratore, in corso Principe Oddone 3. Zio e nipote sono accusati di aver causato ltsioni al maresciallo Esposito e all'agente Aldi. Presidente — E' vero che lei si è gettato a testa bassa contro ii maresciallo Esposito* Imputato — Assolutamente ■no. Ero andato, con mio zio davanti alla porta della que stura solo per sollecitare il rilascio di mio cugino, fermato nel pomeriggio sul portone di casa, Ad un cerio punto un individuo con una tuta blu mi diede una spinta per farmi allontanare: io alzai le braccia per difendermi e fui subito arrestato. Pres. — Come mai. davanti al magistrato, lei non ha negato la testata al petto del sottufficialet Imp. — Ho firmato solo per leggerezza, lo non ho colpito nessuno. Pres. — Questa è una giustificazione che può andar bene per un ignorante, non per lei che è maestro elementare. Il Bonavero conferma la versione del nipote. Ero già andato una volta — dice — davanti alla questura per chiedere notizie di mio figlio e mi avevano detto che, se era innocente, lo avrebbero rilasciato entro mezz'ora. Dopo circa tre ore tornai in via Grattoni. Io intervenni solo per trattenere per le bisaccia un agente che stava per colpire mio nipote. Vengono quindi ascoltati alcuni giovani tratti in arresto in piazza Statuto. E comincia il ritornello delle prevedibili giustificazioni: nessuno, naturalmente, confessa. Tutti passavano per caso nella piazza e sono stati catturati ingiustamentp. Si incomincia con Graziano Mori, 21 anno, da Rovigo. Al momento dell'arresto aveva un coltello a- serramanico aperto in un taschino. Dichiara di essere iscritto al pai. Attualmente è disoccupato, dormiva all'aperto. Il giorno dell'arresto aveva lavorato al mattino un paio d'ore per scaricare un camion. Nel pomeriggio era andato al varietà e la sera al cinema. Dopo una puntata fino al Valentino s'era ritrovato, poco dopo l'una, in piazza Statuto. Imputato — Non sapevo che | c'era uno sciopero e nemmeno chMranoquagchiodaIllUdstiche Ranncappcaroesad che vi fossero dei disordini. Mi ero fermato a chiacchierare con altre tre persone, da non più di cinque minuti, quando fui circondato dagli agenti. Cominciarono a picchiarmi con gli sfollagente e io mi dibattevo per ripararmi dai colpi. Illl1l|ll|ll<l|1llll1llllllllll1llll11tlllll11lf||lllllll>l Pres. — Co?ne mai aveva in tasca un coltello aperto? Imp. — Ho l'abitudine di tenerlo così, nel caso mi capitasse di sbucciare una mela. Del resto, cosa potevo fare con un coltellino così piccolo* Pres. — Per questo, poteva anche uccidere. nPDatcsclll 1111 l|lll1llllltlllllll1l||l|lMl|tllllMlll1lll Giovanni Monti glio, 21 ano, dì Torino, abita in via Piossasco 26 ed è disoccupato. Dice che quella sera andava l cinema Ideal in motocicleta, dopo aver incontrato aluni amici in un bar, ed era tato fermato all'imbocco di orso Principe Oddone: — Unll(illilllll1l1IIMIilt|llllIITIIIlllll1lllllllll1IIIIM o o a a o a agente mi ha detto che avevo tirato un sasso e mi ha arrestato. Ma. io non' ho fatto nulla. Angelo Degan, 23 anni, da Ca.varzere, abitante in via Fratelli Calandra 17, lavora in una fabbrica di ascensori. Ala domanda del presidente, riponete di essere iscritto alla Federazione giovanile comunista e alla Cgil e di avere anche la carica di responsabile del settore Miraflori. Pres. — Cosa è andato a fare in piazza Statutof Imp. — Ufi at:et'o?to casualmente informato che, attorno alla sede della Vii, erano in corso dimostrazioni. Allora mi recai sul posto, di mia iniziativa, per impedire che i giovani da me conosciuti e appartenenti al mio partito si immischiassero in quella faccenda. Ero appena sceso dal tram e stavo attraversando la piazza quando fui preso. Al mattino ero stato davanti alla Fiat, sempre per mantenere la calma. Francesco Bersano, di Torino, 25 anni, corso Lione 10, operaio, aveva approfittato della giornata di sciopero per dormire quasi tutto il giorno: * Al mattino — dice — mi ero svegliato alle 11, ero sceso un momento al bar a prendere una birra e poi, dopo mangiato, ero di nuovo andato a dormire. Poi, dopo una passeg aiata e un'altra birra, pensr di andare a trovare la famiglia Romanelli, in via S. Donato l). E' gente che conosco da tempo, ma quando arrivai in piazza Statuto non volli salire perché era già un po' tardi e non intendevo disturbarli durante la cena. Finii in un caffè a prendere una birra e, all'uscita, scorsi il brigadiere D'Agostino, che conosco di vista. Mi avvicinai per chiedergli cosa accadeva e fui arrestato ». L'ultimo interrogato è Giuseppe Giacomarra, 21 anno, della provincia di Palermo. Analfabeta, infila una serie di risposte del tutto incongruenti. Alla polizia aveva detto che era muratore disoccupato, in udienza, invece, afferma che, quel giorno, lavorò Ano alle 18 proprio in piazza Statuto. Pres. — Dorè? Imp. — Non lo so. Pres. — E per conto di chi* Saprà almeno il nome del suo padrone. Imp. — Non mi sono preoccupato di saperlo. Non ricorda nemmeno il cognome di suo cugino, di cui è ospite in via Madama Cristina. Finito il lavoro stava andando a prendere il tram quando fini tra le braccia della polizia. Pietre? E chi le ha mai viste? Nessuno degli imputai ha ammesso finora di aver anche solo notato un lancio di sassi. Eppure ci sono 169 feriti e contusi tra gli agenti e i carabinieri. Il processo riprende starna ne alle 10. Alla difesa siedono ora gli avvocati Accatino, Dal Fiume, Forchino, Guidetti Serra, Guglielmino, Mazzoleni, Porrone, Prestipino, Rappelli, Ezio Rossi, Salza, Spagnoli, Dante Toselli, Torchio e Vanzan. Non figura invece in questo processo l'avv. Colia, indicato come patrono d' imo degli imputati durante '..i prima udienza. Stamane alle 9, davanti silo stesso tribunale, sarà chiamata la causa contro Giulio Mia, anch'egli accusato di violenza, resistenza e lesioni durante Io sciopero di sabato. Il Mia non è stato compreso nell'elenco dei 36 e sarà quindi giudicato a parte, anch'egli per direttissima. Ieri, intanto, davanti al pre¬ tpMdIatipdasnnfsldstvgcccddsilastzccbbrIddaLtzmtiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiitiiiiiiiiMiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii tore dott. Cocciardi, sono comparsi Elio Biasini, 33 anni, da Morsano di Tagliamento, residente a Torino in via RivaroIo 6, e Antonio Mtisolin.0, 19 anni, da Reggio Calabria, abitante alla Falcherà. Catturati in piazza Statuto, ma non implicati in azioni di violenza, dovevano rispondere di porto abusivo di coltello, radunata sediziosa, grida sediziose, e di non aver ottemperato all'ordine di scioglimento. Erano difesi, d'ufficio, dagli avv. Giusto e Mariapia Astore; p. m. l'aw. Rossotto. Il Biasini si è giustificato dicendo che era andato a pescare e s'era scordato il coltello in tasca. Il Mugolino, invece, ha sostenuto che la lama gli serviva per andare a raccogliere funghi. Il processo contro il Biasini si è concluso con la condanna a 25 giorni di arresto per 11 porto abusivo d'arma e l'assoluzione per in sufficienza di prove dalle altre imputazioni. Per il Musolino la causa è stata rinviata in assenza del verbalizzante, che si trova attualmente a Roma. Domani, con ogni probabilità, sempre per i fatti di piazza Statuto, comincerà un secondo processo, questa volta con 54 imputati. La causa subirà quasi subito un rinvio a breve scadenza, per concludere quella dei primi 36. Nell'aula della Corte d'assise continua il processo per i tumulti di piazza Statuto: gli imputati sono trentasei

Luoghi citati: Palermo, Reggio Calabria, Roma, Rovigo, Torino