La speculazione frena l'attività dell'edilizia

La speculazione frena l'attività dell'edilizia 17ita stasi nella castrazione di aiiaaai La speculazione frena l'attività dell'edilizia Si fanno meno case che nel '61-1 motivi: la rarefazione delle aree e gli altissimi prezzi; limitazione nel credito bancario; scarsità di manodopera; rincaro dei materiali; minor numero di licenze Dopo il « boom > degli anni dal '5S al '61, l'attività edilizia in Torino è entrata in una fase di lieve flessione. Questo segnalano le statistiche dell'ufficio studi dell'Unione Industriale, in collaborazione con l'ufficio statistico del Comune. Le cifre sono significative, anche limitandoci alle costruzioni per uso di abitazione: 38 mila stanze costruite nel '58; 37 mila e più nel *59: 34 mila nel '60; oltre 45 mila nel '61, Nel primo quadrimestre del '61 si sono progettate 29 mila stanze e se ne sono costruite 14.500. Nello stesso periodo di quest'anno le stanze progettate sono state 13 mila (54 per cento in meno) e quelle costruite 11.300 (22 per cento in meno) Qual è la c?.usa di questo rallentamento? I tecnici del settore ce ne hanno fornite parecchie, concomitanti, che spiegano perché « le prospettive per l'immediato futuro — dice l'ing. Rinaldi presidente del Collegio costruttori — sono preoccupanti, so .si considera che, dall'altro lato, la penuria di alloggi assumerà proporzioni sempre più marcate, in connessione con l'incremento demografico » Anzitutto la difficoltà di trovare aree, che possano essere edificate senza dover fare convenzioni, piani consensuali o particolareggiati in ossequio al piano regolatore: pratiche che attualmente richiedono da uno a due anni di tempo. Secondo: la restrizione dei] credito L'hanno decisa, qual- j che mese fa, alcuni grand: j istituti bancari, sia in rela-1 zione alla pesantezza del mercato obbligazionario, sia perj frenare le manovre puramente speculative, sia per tutelare i propri depositari rallentando l'accoglimento delle richieste di mutui, enormemente aumentate. Data la maggior cautela degli istituti di credito, con maggiore difficoltà le imprese costruttrici trovano ora ;1 denaro per finanziare opere di rilievo Segue poi, come ostacolo connesso al precedente, il problema dei costi, che investe i terreni, la manodopera, il materiale < II costo totale della costruzione — dicono gli esperti — è ogni superiore del 150 per cento rispetto all'anno base 1950 ». Vediamone I motivi, in particolare Il rincaro delle arce. La rarefazione dei terreni fabbricabili e soprattutto la speculazione hanno portato i prezzi dei terreni ad altezze vertiginose. < L'ascesa è costante — osservano i tecnici — e non riguarda ormai soltanto Torino, ma tutta la cintura. L'incidenza terreno-vano ha raggiunto limiti che inducono alla riflessione e alla prudenza. Qualche esempio. Nei pressi della Fiat mira fiori, l'incidenza terreno-vano, in marzo, era ancora di 750 mila lire, oggi siamo a un milione per camera. A Rivoli il costo del terreno incide per mezzo milione al vano, cosi alla Log undoprogcispstdahal'edeveglSpcofasptemgmgticqcvsfedilgznrIlChttstAtmvspocrctscvcidpmdptpeatpMepRagià. In più c'è il prezzo (ielln icostruzione. A■ 111 IMI llll! MIIIIIIIIIIIIIMIlinillMinillll Manodopera. «Ci affligge una grande carenza di manodopera — dice un noto impresario — per cui costruire oggi diventa un'impresa difficile. Dal '60 al '62, i nostri specializzati e qualificati sono stati assunti in gran numero dall'industria. Parecchi non hanno accettato eli resfare nell'edilizia nemmeno al doppio della paga. 1 cantieri sono divenuti posti di transito per gli «omini appena immigrati. Stanyto da noi un mese o due, poi se ne vanno. Sembra ridicolo, ma conta anche, come fattore morale, un certo dispregio in cui è tenuta la categoria ». Per assicurarsi la manodopera è necessario pagarla molto al di sopra dei minimi. Ritardi nelle consegne. Riguardano i marmi, pavimen ti, impianti sanitari ed elettrici, serramenti. < Se da un lato questa può essere una prova confortante della vivace attività edilizia — osservano i costruttori — e anche una con ferma che l'esodo della mano d'opera non riguarda soltanto il nostro settore, ma investe gravemente l'artigianato ». Rincaro dei materiali. I prezzi dei mattoni e del ferro sono stazionari sugli alti livelli raggiunti nel '60. Sono in au¬ mvbl1<frfirmeasbsa2pifleIl 1M11111111111111T • 11 • 11111111 i I 11 I • It M11111111111 ) 111111 mento serramenti, marmi, pavimenti, impianti igienici (un bagno completo, da 210 mila lire nel '61 a 270 mila oggi), 1 termosifoni, vetri, ascensori. < Si comincia una casa — affermano al Collegio costruttori — e non si sa quando sarà finita, né quanto potrà costare. Anche se le condizioni demografiche di Torino sono tali eia garantire una più intensa attività edilizia, va esaurendosi il numero di chi ha possibilità economiche sufficienti a sostenere spese che ormai si aggirano, a opera finita, sui 2 milioni e più per camera in periferia. Ecco i motivi che inducono gli impresari alla ri flessione. Costruire sì, ma. qual e, a questi livelli, la reale ca pacità. di assorbimento del mercato t >. L'intensa attività edilizia del '61 fu dovuta in parte anche alla sanatoria concessa a circa 4 mila progetti presentati entro il '59, anche se in contrasto alle norme del piano regolatore. Adesso queste licenze vanno esaurendosi, e le altre vengono concesse con il contagocce. Perché? Perché il piano regolatore deve attuarsi secondo i piani particolareggiati (50 per la parte piana della città) che sono ancora allo studio, a sei anni dall'adozione del piano generale. eUrrlrtcu1111111111111111111111 1111 Iti llll Mllllll! Hill t im

Persone citate: Rinaldi

Luoghi citati: Torino