Tutto ciò che rende comoda la vita è fatto con l'aiuto dell'elettricità

Tutto ciò che rende comoda la vita è fatto con l'aiuto dell'elettricità Basta jprem&rG mimi botto mio e la corronto agisco ~— s Tutto ciò che rende comoda la vita è fatto con l'aiuto dell'elettricità E* la più grande industria dei Paesi moderni - Ci dà luce, radio, acqua calda, cuoce le vivande, vince il freddo; senza di essa la nostra esistenza odierna sembrerebbe impensabile L'elettricità, a cui è volta di questi giorni, l'attenzione degli Italiani, è la maggiore industria del nostro Paese. Ad essa noi siamo interessati in primo luogo come utenti; ma anche perché molti di noi — tecnici, amministratori, risparmiatori — hanno contribuito alle sue fortune. In Italia il consumo di elettricità raddoppia, all'incirca, ogni dieci anni. Essa serve per una parte alla produzione di beni, per un'altra parte alle comodità della vita. Nessuno degli oggetti che ci stanno dattorno è stato fabbricato senza il suo aiuto; tutti essi, siano di legno, carta, metallo, gomma, o materia plastica, sono stati in qualche modo impastati tagliati stampati, comunque lavorati, da macchine e da utensili mossi da elettricità. Anche gli alimenti sempre più sono manipolati, cotti, conservati con mezzi elettrici. L'elettricità, mentre ci mette innanzi e dattorno una sterminata suppellettile di cose a buon mercato, noi l'abbiamo a nostra disposizione come un invisibile servitore; grazie ad essa, noi ci troviamo nella condizione di un patrizio di Roma antica, padrone di una numerosa familia di schiavi. Non abbiamo più bisogno di mandare wo di essi al Foro, a prendere notizia degli avvenimenti del giorno, perché al girar di un bottoncino della radio, le notizie ci arrivano in casa da tutto il mondo; alzatici, troviamo pronta l'acqua calda, non perché mattiniere ancelle abbiano a ciò provveduto, ma perché ce l'ha preparata il boiler durante la notte; non ci occorre un lanternario che ci preceda nelle nostre passeggiate serali, perché le stra■• de sono inondate di luce elettrica. Quandoi cessò la schiavitù, dopo la caduta dell'Impero Romano, scomparve anche quel conforto che la presenza e il possesso degli schiavi permetteva a una esigua minoranza. Oggi — e ne siamo lietissimi — di schiavi facciamo a meno; ma quella ricchezza, quell'agio, li abbiamo riacquistati e per così dire messi alla portata di tutti, 3razie all'elettricità. Questo bene si ha per poca moneta. Se il prezzo della corrente elettrica fosse commisurato al numero dei beni che essa ci può dare, e cioè al numero dei servi che un romano antico dovrebbe tenere per riceverne i servizi corrispondenti, essa sarebbe privilegio di pochissimi. Inve ce, benché per produrla ci vo gliano grandi impianti, per condurla da un luogo all'altro servano lunghe linee dì trasporto, e altri impianti siano necessari per distribuirla nelle case e nelle officine, l'energia elettrica si ha per poco: frutto questo dei perfezionamenti portati alla produzione e distribuzione di essa e del buon rendimento dei corrispondenti servizi. Essa è perciò presente nei palazzi del signori e nelle ca3e degli operai; e fin nei « bassi > di città depresse, a portare a tutti le stesse voci, le stesse luci. Quando si dice che l'energia elettrica costa poco, non si allude al livello delle tariffe, ma ad elementi meno contingenti. Prendiamo una saponetta da cento lire: in questa somma sono compresi la materia prima, i salari degli operai, la pubblicità, il guadagno dell'industriale, e altresì l'energia elettrica consumata nella fabbricazione. A quanto ammonta quest'ultima porzio¬ ne? A mezza lira circa. Un buon paio di scarpe da uomo costano In negozio diecimila lire. Quanta parte di questa somma va all'energìa elettrica? 27 lire. Un chilo di burro costa mille lire. Quanto per l'elettricità? Due lire. Ci sono naturalmente dei casi, nel quali l'incidenza è diversa. Per esempio, l'alluminio è estratto dal minerale grazie al consumo di moltissima elettricità; e così è per i prodotti di altre Industrie, dette per l'appunto elettrochimiche. In queste l'elettricità interviene in maggior misura; ma una riprova del basso costo generale di essa, nel mondo moderno, è ricavabile dalla spesa In energia elettrica di famiglie operale. Secondo una statistica fatta dalla Comunità Europea del Carbone e dell'Acciaio, In esse — anche nelle famiglie Italiane — si spende per l'energìa elettrica l'un per cento circa del salario. Con un certo orgoglio noi Italiani possiamo vantare una industria elettrica fra le meglio progredite: capace dì esportare progetti e lavoro. Essa, frutto congiunto dell'antiveggenza degli imprenditori, della valentia dei tecnici, della fiducia dei risparmiatori, ha servito con prontezza, e anzi ha anticipato, il felice incremento industriale del nostro Paese, negli anni difficili del dopoguerra. Didimo

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