Ritorno del Superuomo? di Luigi Salvatorelli

Ritorno del Superuomo? LA POTENZA FISICA NON E' PROGRESSO MORALE Ritorno del Superuomo? Rauschning, nel suo famoso Hitler mi ha detto — accolto con incredulità dai più al suo primo apparire — riferisce che Hitler credeva a una evoluzione della specie umana e alla formazione •biologica di un Superuomo. L'uomo era un Dio in formazione, e il nazionalsocialismo era la « ^olontà di promuovere questo processo. Il superuomo, anzi, c'era già : « Io ho visto l'uomo nuovo. Esso è intrepido e crudele, lo ne ho avuto paura ». Forse Hitler si era guardato nello specchio, e non si era riconosciuto. Non credo che abbia avuto presente questa testimonianza Ernesto Benz — professore alla, università di iVlarburg, noto e, valente studioso di storia religiosa, particolarmente cristiana, con particolare interesse al|e correnti spiritualistiche {Ecclesia spirituali; si intitola una delle sue opere principali) — quando ha scritto il suo saggio « Il Superuomo. Problemi fondamentali del concetto odierno dell'uomo » (Der Uebermensch. Grundprobleme des heutigen Menschenbildes), pubblicato nel primo fascicolo 1062 della « Zeitschrift fur Religions — und Geistesgeschichte ». Benz inizia la sua trattazione constatando che da Nietzsche in poi l'idea del Superuomo ha un suono di cattivo augurio; ma alla constatazione fa seguire l'ammonimento che ci si è troppo affrettati a considerare quell'idea solo attraverso Nietzsche. I suoi studi di mistica cristiana gli hanno fatto scoprire radici ben più antiche, e del tutto diverse, dell'idea medesima. E sviluppando il suo assunto, comincia dal pretendere che la Grecia antica abbia già posseduto il concetto di superuomo, in connessione con il culto degli eroi, e l'abbia applicato ai primi inventori, legislatori, capi di stato. Ma si guarda bene dal citare un solo testo di quei tempi in cui compaia il termine « hyperanthropos », o altro simile. Si ritrova bensì quel termine, occasionalmente e raramente, in qualche scrittore greco dell'età romana. In quanto alla connessione del concetto di superuomo con il culto degli eroi (abbracciarne effettivamente quelle categorie di personaggi antichi particolarmente benemeriti e celebrati per le loro opere), il Benz non va oltre al semplice enunciato, indimostrato e isolato nel campo degli studi sulla religione degli antichi Greci. Si capisce poi benissimo che egli non abbia fatto menzione (se pur se ne è ricordato) del sofista Callide nel dialogo platonico Gorgia, attribuente al più forte il diritto di calpestare il debole e trasgredire le convenzionali leggi scritte. La evocazione avrebbe richiamato davvero il concetto di superuomo, ma proprio sul piano di Nietzsche che invece il Benz vuole superare. Ma veniamo al pezzo forte del Benz, alla sua maggiore scoperta. Nel cristianesimo più antico si ritroverebbe il concetto del superuomo come trasformazione intima, superamento spirituale dell'umanità comune, per effetto dell'avvento del Cristo e della comunione dei credenti con lui: trasformazione e superamento ben diversi, ben maggiori della semplice e parziale restaurazione dell'uomo originario, anteriore al peccato, dominante nella teologia posteriore. Si tratta dello Spi rito Santo concepito come la forza di trasformazione progressiva dell'uomo, del suo elevamento nella sfera del superumano. E qui il Benz arriva ad affermare che Montano — capo del famoso movimento scismatico ed eterodosso del II secolo, a cui anche Tertulliano fece adesione — chiamo « Superuomo » il profeta spirituale : dopodiché questo termine sarebbe divenuto proprio del j santo cristiano. Due affermazioni per le quali né egli cita testi, nel io ne conosco alcuno. !Il « concerto del Superuomo » dice ancora il Benz, diviene nella teologia cristiana antica, specialmente alessandrina, il «titolo » del cristiano possedente la gnosi. Curiosa oscillazione tra « concetto » e « termine », non accompagnata poi neanche essa da citazioni testuali. In verità la gnosi, la conoscenza gnostica, è qualcosa di assai diverso e più complesso di quella idea di una trasformazione progressiva dell'uomo per opera dello Spirito Santo, di cui il Benz ha parlato fin qui. Ala, senza insistere ancora su simili questioni di religiosità antica, il punto principale contro il Benz è questo. Esiste realmente nel cristianesimo antico, e più particolarmente in quello orien tale, l'idea del Cristo principio di una nuova vita attraverso l'opera dello Spirito Santo. Ma questa nuova vita è intesa come un cambiamento improvviso operato da una tor/.a trascendente, che opera dal di fuori al di dentro, dall'alto al basso, proprio il contrario di quel processo intimo, evolutivo di cui va in traccia il Benz Per giunta, a quell'idea : associata l'altra, della « ricapito lazione » operata dal Cristo dell'uomo, cioè del suo riconducimemo alla perfezione primitiva: ■"■ 1 anche qui, operazione contraria a quella immaginata dal Benz. Il Benz — conscio della straordinaria scarsezza di materiale per la sua costruzione storicofilosofica — prende adesso a correre, anzi a saltare, attraverso i secoli. Constata che dal IV secolo in poi il « superuomo scompare sempre più dalla cologia cristiana; lo fa riemergere con il pietismo germanico (sec. XVII); di qui tira una linea sottilissima di enunciati più che generici fino a Herder, Goethe, Lavater, Jean Paul Richter — di ogni erba fascio, verrebbe voglia di dire —. Con l'ultimo nominato, il concetto di superuomo passa nel campo della politica, auspice Napoleone. Dalla politica un altro salto innanzi, ma di traverso, porta il Benz a Darwin. * * Una volta arrivato a Darwin, alla teoria evoluzionistica per eccellenza, e ai suoi svolgimenti moderni e contemporanei in tutte le direzioni, Benz manda un grido di trionfo : « negli ultimi anni il problema del superuomo è risorto in maniera supremamente sorprendente sul terreno della biologia, antropologia, paleontologia, indagine cerebrale, parapsicologia, filosofia religiosa cristiana e non cristiana ». Riconosciamo che questa volta il Benz non si limita a enunciati schematici senza prove, o quasi, ma esamina, sia pure brevemente, i diversi campi, assodando la sua asserzione. Cosa non difficile, perché effettivamente questa concezione o tendenza « superuomistica » si afferma più o meno esplicitamente in una vastissima zona del pensiero (e dell'azione) del nostro secolo. Niente di più caratteristico del punto d'arrivo del Benz, nella sua elaborazione orizzontale ben più fruttuosa di quella verticale: le teorie, cioè, o meglio, le intuizioni, congetture, immagini, presentimenti, di quell'interessante figura di scienziato religioso e gnostico che è stato il padre gesuita Teilhard de Chardin, svelantesi a pieno nelle sue opere postume in corso di pubblicazione. Ma è proprio al traguardo che il destriero del superuomo spirituale cavalcato dal Benz incespica, e cade. Tutti questi sviluppi tecnici, fisici, biologici, antropologici, paleontologici, convergenti a indicare la virtualità dell'uomo — una virtualità che già si attua — a superare se stesso, a evadere dal quadro della sua natura passata e presente verso un accrescimento indefinito delle sue capacità fisiche e intellettuali, anche se accettati o almeno ipoteticamente ammessi, rimangono inesorabilmente sul piano fisico-biologico. Quel che manca è proprio lo Spirito: è l'elevazione morale e ideale dell'individuo e della società umana. Il Teilhard inserisce i termini spirituali e morali a piene mani nei suoi poemi naturalistici, in cui appare un discepolo di Bergson superante la virtuosità del maestro. Egli è in perfetta buona fede — una buona fede scaldata al calor bianco dell'entusiasmo — quando afferma, al tempo stesso, di aver fatto opera puramente di scienziato, non di teologo o di filosofo, e tuttavia confida di aver costruito i gradini su cui teologi e filo¬ Il N11 II IN II T M11 i 111M H11 II 11 ! IMI ! 1111 ! I ii 11 II K11111111 sofi possono mettere il piede per l'ascensione finale. Ma l'impressione ultima, per mio conto, c quella di una giustapposizione di dati naturalistici e di valori spirituali, che rimangono reciprocamente esterni gli uni agli altri. E la ragione profonda di ciò è questa: che, contro ognj pio desiderio dello Chardin, del Benz, e di quanti altri si muovono nella loro cerchia, gli accrescimenti umani scientificamente constatati o preveduti sono tutti di carattere fisico: preso questo termine, nel senso più ampio, comprendente anche il biologico e lo psichico al disotto del livello razionale e morale. E con la fisica non si fa « metafisica »; così come la psiche non è spirito. Poco male sarebbe se tutto si riducesse a una generosa illusione, o magari (mettiamo le cose al meglio) a presentimenti razionalmente non ancora fondati Ma c'è il pericolo di uno scam¬ bcmdslaKLnmcaDdnfilddsztsvc«ti 1111111 u k 1111111 m u m i m n i n 1111 t u 111 m u 11 u bio involontario di valori, per cui l'aumentata potenza dell'uomo venga considerata elevazione del livello morale umano. Lo scambio riporterebbe alla c volontà di potenza » di Nietzsche, anziché alla volontà buona di Kant e alla morale del Vangelo. La frenesia.spaziale odierna, (per non parlare delle manipolazioni micidiali dell'atomo) non ha gran che di comune con l'ascensione alle sfere celesti e all'empireo di Dante Alighieri. E dovrebbe pur dire qualche cosa la constatazione che il secolo degli avviamenti fisici al Superuomo è anche quello delle due guerre mondiali, delle camere a gas e del genocidio, della guerra fredda con lo spettro nello sfondo della distruzione atomica della vita sulla terra. Viene voglia di domandarsi se per caso l'unico sicuro avviamento al superuomo non consista nella costruzione del « Robot ». Luigi Salvatorelli u n i m i n i m 11 n 11111 n 111 u 111 u n u 1111 il 111 e i m t n n 11111

Luoghi citati: Grecia