Un giovane morente e due feriti per una rissa a rivoltellate

Un giovane morente e due feriti per una rissa a rivoltellate Sanguinoso dramma fra immigrati al Nichelino Un giovane morente e due feriti per una rissa a rivoltellate Il diverbio provocato dalla pretesa del custode di costringere due fratelli a fare la guardia nel cantiere - Ne ha colpito uno al ventre ed è rimasto a sua volta ferito mentre lottava con l'altro che voleva disarmarlo (Nostro servizio particolare) Moncalieri, 15 giugno. Un giovane di diciotto anni è morente all'ospedale di Santa Croce di Moncalieri per la ferita riportata in una rissa: ha una pallottola di pistola nel ventre, i medici lo hanno sottoposto durante la notte ad un intervento chirurgico. Altri due feriti, meno gravi, sono stati fermati dai carabinieri di Nichelino, che stanno ricostruetido l'accaduto. La sparatoria è avvenuta questa sera alle SS, ma ha avuto un antefatto alle 20J0, in un bar di Nichelino, sulla piazza del Municipio, all'angolo con via Cacciatori. Al banco, il custode di un micino cantiere edile della ditta Costantino, sta bevendo un bicchiere. Si chiama Benito Mazzaferro, ha ventisei anni, è di Caulonia m provincia di Reggio Calabria. Dopo pochi minuti entrano due suoi compaesani, i fratelli Gagliardi, anch'essi operai nello stesso cantiere. Antonio ha 25 anni, Domenico 18. I due sono arrivati poche settimane fa dalla Calabria, non hanno ancora trovato casa ed è stato permesso loro di dormire nella baracca del cantiere, dove alloggia anche il Mazzaferro. Questi — secondo i primi accertamenti — ha cercato di far pesare la sua autorità sui compaesani: pretende che restino loro a sorvegliare, vuole essere libero di sera. Ma i due hanno saputo che, per la sua qualifica di custode, guadagna 15 mila lire più di loro, e non vogliono sottostare all'imposizione. Sono usciti, sono venuti al bar anche loro. <Che fate quif > li apostrofa il Mazzaferro. < Set tu che prendi i soldi — gli rispondono — non vogliamo lavorare per te >. Corrono parole grosse, i tre vengono alle mani, ma gli avventori li dividono. Il Mazzaferro, scuro in viso, torna al banco, beve un grappino, se ne va. « Domani ne riparliamo », dice sull'uscio. Quel che è accaduto due ore e mezzo più tardi non è ancora chiaro. Il Mazzaferro dice di essersi sentito svegliare bruscamente da una gragnuola di pugni e di calci. I due fratelli dicono di aver trovato, rincasando, i loro pagliericci nel cortile, in mezzo ad una pozzanghera, di aver svegliato il custode per chiedergli ragione del fatto. Nel buio della baracca, comunque, si scatena una furiosa colluttazione. < Ho preso la pistola, una Beretta calibro 6,35 che mi serviva per il mio lavoro — ha dichiarato il Mazzaferro — e quando mi sono visto sopraffatto, l'ho spianata. Mi è sfuggito un colpo: ho visto cadere Domenico Gagliardi. Il fratello mi si è avventato addosso, mi ha afferrato il polso, ha tentato di torcermelo. E' partito un altro colpo e mi sono ferito: la pallottola mi ha attraversato il palmo della mano sinistra. Poi non ho capito più nulla ». Probabilmente la stessa pallottola ha sfiorato, di striscio, il petto di Antonio Gagliardi, che lottava per disarmare l'avversario e per liberarsi: il Mazzaferro lo aveva infatti addentato ad un braccio, selvaggiamente. Parecchia gente è accorsa alle detonazioni: hanno sfondato l'uscio della baracca, hanno immobilizzato i due contendenti, hanno soccorso Domenico Gagliardi che gemeva a terra. Al Mauriziano, Benito Mazzaferro è stato giudicato guaribile in quaranta giorni per la ferita al palmo della mano; Antonio Gagliardi è stato medicato a Moncalieri per la ferita al petto e il morso al braccio. Sono in istato di fermo, sotto interrogatorio. Domenico Gagliardi all'ospedale di Moncalieri, ha trovato solo la forza di dire: < Che cosa mi sono fatto f Nulla Sono caduto ». Ha ancora la pallottola nel ventre. Lo sparatore Benito Mazzaferro, dopo il fermo, e il ferito, Domenico Gagliardi (a (Ics.) ricoverato in ospedale lllllllllllll min iniiiiiiiiiiiiiiiii iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiii umilino

Luoghi citati: Calabria, Caulonia, Moncalieri, Nichelino, Reggio Calabria