Il raggio luminoso invialo sulla Luna

Il raggio luminoso invialo sulla Luna Pubblicalo il rapporto ufficiale Il raggio luminoso invialo sulla Luna Il «maser» ottico potrà essere usato con sicurezza nelle comunicazioni spaziali (Dal nostro corrispondente) New York, giugno. E' stato pubblicato in questi giorni il rapporto degli scienziati americani che, diretto un intenso raggio luminoso sulla Luna, sono riusciti a registrarne il riflesso due secondi e mezzo più tardi. L'esperimento è stato condotto da scienziati del Politecnico del Massachusetts (MIT) diretti dal prof. Louis Smullin e dal dr. Giorgio Fiocco, con un apparato appositamente costruito dalla Raytheon Company, che è probabilmente il maggiore del mondo. Il dispositivo — secondo quanto è stato reso noto — si basa sul «maser», un amplificatore di eccezionale potenza Ideato dall'americano Charles H. Townes, che riesce a produrre un raggio ristretto di intensissima luce rossa. Il fascio luminoso presenta una lunghezza d'onda e una polarizzazione talmente uniforme da prestarsi alla modulazione per l'eventuale impiego nelle trasmissioni di messaggi, conversazioni, musica o immagini. L'elemento centrale del dispositivo è costituito da una barra di rubino della grossezza di una matita e della lunghezza di 15 centimetri, circondata da quattro lampade tubolari allo xenon disposte parallelamente. Queste ultime sviluppano lampi abbaglianti della durata di 1/100 di secondo e dell'intensità di 40.000 lampade elettriche normali. Nel « maser » ottico o « laser » realizzato dalla Raytheon, le quattro lampade tubolari sono munite di riflettori metallici che concentrano la loro luce sul cristallo di rubino. Questo è mantenuto freddo con azoto liquefatto. Il fascio di luce bianca che investe il cristallo ne pone momentaneamente in eccitazione gli atomi di cromo (presenti come impurità nel rubino). Nel tornare allo stato iniziale di quiete, gli atomi di cromo emettono una luce rossa di una data lunghezza d'onda che viene «sballottata» avanti e indietro per riflessione entro il cristallo sino a quando non riesce ad uscire attraverso un foro piccolissimo praticato su un'estremità della sbarretta di rubino. Nel corso dell'esperimento del Politecnico del Massachusetts, l'intenso fascio ristretto di luce rossa che usciva dal rubino è stato concentrato mediante un telescopio a riflettore da 12 pollici e diretto su una parte predeterminata della Luna. Per impedire il surriscaldamento dell'apparecchio, sono stati inviati sulla Luna 13 impulsi di luce a circa un minuto di intervallo l'uno dall'altro. La luce riflessa dalla superficie della Luna è stata registrata elettronicamente con un telescopio da 40 pollici dell'osservatorio astronomico del Politecnico.. Gli sperimentatori sono cer- ti di aver registrato con i loro strumenti il riflesso di tutti 1 13 lampi luminosi diretti sulla Luna. Gli esperimenti verranno comunque proseguiti, nel quadro di un programma destinato ad accertare le possibilità di applicazione del ritrovato nella trasmissione di energia a grandissima distanza, per le operazioni chirurgiche e nelle comunicazioni. Secondo Townes, il « maser > ottico (cosi chiamato dalle iniziali di « molecular ampliflcation by stimulated emlssion radiation») potrà essere utilizzato con vantaggio nelle comunicazioni spaziali, dato che all'esterno dell'atmosfera non esistono fattori, come il vapore acqueo o l'aria, che possano indebolire l'Intensità del fasci luminosi. a. b.

Persone citate: Charles H. Townes, Giorgio Fiocco, Louis Smullin, Townes

Luoghi citati: Massachusetts, Mit, New York