Nessuno osserva le norme preventive di Angelo Viziano

Nessuno osserva le norme preventive Nessuno osserva le norme preventive I casi di Vigevano fanno pensare. Difatti, dopo che la legislazione sulle malattie professionali in Italia ha preso uno sviluppo encomiabile, nonostante l'incrementarsi delle lavorazioni in cui vengono impiegate sostanze tossiche, la percentuale dei casi di avvelenamenti professionali è andata assai scemando. Comunque la sorpresa del rischio oggi prevale piuttosto per quelle lavorazioni nuove, nel ciclo delle quali vengono impiegati materiali nuovissimi, sul cui grado di tossicità non esisteva una precedente esperienza; ma per quanto concerne l'impiego di sostanze tossiche ad azione da tempo ben nota, com'è appunto il benzolo oggi incriminato a Vigevano, l'esplosione in grande stile delle loro malefatte lascia perlomeno perplessi e denuncia senz'altro la inosservanza di norme preventive di sicurezza, chiaramente contemplate da tempo nella regolamentazione igienicosanitaria del lavoro. Più comprensibile, tuttavia, è il fatto, qualora alla base di esso stia il carattere artigianale di certi piccoli opifici in causa, più facili a sfuggire ai controlli e più ignoranti del rischio, a parte altri fattori contingenti, rilevabili nelle particolari inchieste. Quando si parla di intossicazioni professionali non si intende di norma alludere a quelle acute o acutissime, dovute ad una esposizione intensa e rapida al veleno in causa (come potrebbe essere, ad esempio, l'inalazione di grandi quantità di vapori di benzolo, per una rottura accidentale di recipienti che lo contengono) ; ci si riferi sce, invece, all'azione cronica di un lento e continuato assorbimento per lunghi periodi di tempo della sostanza pericolosa, vuoi attraverso le vie respiratorie, vuoi tramite la cute oppure per ingestione. Si tratta, cioè di forme morbose che si insi nuano subdolamente e che, in genere, tardano a provo care una sintomatologia chiara, inconfondibile con di' sturbi di altra origine. Pertanto sono previste vi site preventive all'accettazione del personale in molte lavorazioni, e visite periodiche, più o meno distanziate in rapporto alla varietà del rischio. Le prime sono intese a non accettare i soggetti che presentino tare predi sponenti all'intossicazione ri tenuta potenziale nel repar to di lavoro ; le altre mirano a far scoprire tempestivamente, dal medico partico larmente competente, i primi sintomi sospetti del male, sì da porvi rimedio prima che le sue lesioni diventino irre versibili. Non va, difatti, di menticato che ancor oggi molte malattie professionali quando hanno preso deciso avvìo non trovano una specifica terapia, capace di guarire completamente i colpiti. Naturalmente dette visite integrano altri provvedimenti intesi a rendere sempre più salubri gli ambienti di lavoro, a cominciare dall'impedirvi la diffusione di vapori tossici. D'altra parte, oltre il primario interesse della tutela della salute e del rendimento di chi lavora, sovente la captazione di certe sostanze, che altrimenti andrebbero disperse con vapori, costituisce un recupero notevole di materiale costoso. Per quanto riguarda specificamente le lavorazioni con impiego di benzolo, la visita preventiva obbligatoria mira ad escludere i portatori di ogni fattore organico predisponente; in primo luogo chi è affetto da malattie del san gue. Inoltre sono soggetti a visita immediata gli addetti all'uso industriale di qualsiasi sostanza sciolta in benzolo, appena denunzino sospetti di intossicazione. A visite periodiche da effettuarsi con non più di sei mesi di intervallo sono soggetti i minori di diciotto anni e le donne di qualsiasi età. Donne minorenni e fanciulli sono poi esclusi in situazioni speciali. Per le sue proprietà di diluente e di solvente il benzolo è larghissimamente usato nell'industria (e purtroppo entra anche talora imprudentemente in impieghi casalinghi). Se ne potrebbe fare un lungo elenco di usi. Citiamo, comunque, l'importanza assunta nelle lavorazioni che impiegano soluzioni di caucciù in esso. Anche nella rotocalcografia è usato con i suoi omologhi, e sono stati descritti pertanto casi di intossicazione collettiva tra le donne addettevi. Assorbito per inalazione a piccole dosi e ripetutamente, l'azione tossica del benzolo si svolge particolarmente sul midollo osseo, turbandone, se,non bloccandone, la funzione generatrice degli elementi del sangue; per cui si realizza un quadro tipico di anemia, detta aplastica, per quanto qualche rara volta la forma morbosa si possa diversamente esprimere simulando stati leucemici. Sempre riferendoci alla intossicazione cronica, possono esserne sintomatici inizialmente certe irritabilità, cefalee, un senso di profonda stanchezza, la inappetenza, infiammazioni gengivali, un dimagrimento, eppoi pallori, tendenze ad emorragie. Indubbiamente molto dipende, oltreché dalle dosi assorbite, dalla variabile sensibilità individuale, dal sesso (più facili ad ammalarsi le donne, specie in gravidanza o durante i loro tributi mensili, e fors'anche nella menopausa), nonché l'età (troppo giovane o ultrasessantenne). L'allontanamento dal lavoro tossico e una terapia adeguata vanno attuati appena il male si profila. Dieta corroborante e ricca di proteine; preparati antianemici ; mezzi possibilmente stimolanti il midollo osseo; vitamina B 6 ed a forti dosi vitamina C, eventualmente trasfusioni e penicillina; ecco i presidi terapeutici principali, a seconda dei casi. La somministrazione della vitamina C agli operai esposti al rischio del benzolismo cronico è pure raccomandabile ai fini profilattici. Angelo Viziano Già Commlss. Ministeriale della Società italiana di medicina del lavoro nmiiiiiMmiiiimiiiiimminiiiiiiimmiiiiiim

Luoghi citati: Italia, Vigevano