Molti farmacisti rurali per poter campare vendono anche detersivi e lucido da scarpe
Molti farmacisti rurali per poter campare vendono anche detersivi e lucido da scarpe La campagna si spopola e troppi clienti si sono trasferiti in città Molti farmacisti rurali per poter campare vendono anche detersivi e lucido da scarpe Seguono l'esempio dei loro colleglli americani : accanto alle medicine, offrono merci da drogheria - Così è avvenuto a Sciolze, a Mombaruzzo e in altri paesi -1 giovani laureati non vogliono fare gli speziali in collina e in montagna: in questo modo, 2500 comuni italiani (con 3 milioni di abitanti) sono privi di farmacia - A Milano e a Torino, però, vi sono esercizi che incassano anche un milione al giorno (Dal nostro irviato speciale) Casalborgone, 9 giugno. Molteplici sono le cause di disagio dei farmacisti rurali, e a ognuna di esse corrisponde una rivendicazione di cui ciascuno si fa paladino. Le une e le altre le illustra il dottor Angelo Roba, farmacista a Casalborgone (presso Chlvasso), vicepresidente nazionale della sezione dei farmacisti rurali. Il presidente nazionale è il dott. Pietro Olivieri, titolare d'una farmacia a Visone d'Ac¬ IlllllllttlllItllIllllItllllllMIIIIIIf lllllllllltllllltllll qui, attualmente a Roma per ragioni inerenti alla sua carica. « Anzitutto — comincia il dott. Roba — si sappia quale enorme differenza corre, da un punto di vista prettamente commerciale, tra una farmacia di paese, col suo modesto e talvolta addirittura misero bilancio, e l'abbagliante e pingue farmacia di città, che incassa centinaia di migliaia di lire al giorno, e che vale diecine di milioni. A Milano ve ne llllttlllllllllllllltllllllllllllltllllllllllllllllllllllll» r ail e n e a lidi e » i i o e i n e é i a l a e 1 e o a r a o ». r sono con incasso giornaliero che sfiora il milione, e il cui valore commerciale supera i duecento milioni. Ma anche a Torino sono parecchi gli esercizi che possono contare su un introito quotidiano di 5-600 mila lire ». Esse sotto regolamentate dalla legge Giolitti del maggio 1913, la quale assegna una farmacia ogni cinquemila abitanti. E' classificata rurale quella unica, cioè nei paesi che non superano tale quota di popolazione. Oggi, informa il dottor Roba,'questo rapporto farmacia-popolazione si tende a portarlo, come nel disegno di legge Giardina, da cinque a quattromila abitanti. Esso indubbiamente avrebbe benèfici effetti nelle città, intensificando la densità degli esercizi farmaceutici, ma potrebbe diventare gravoso nei paesi. Il disegno di legge prevede infatti una seconda farmacia dopo i seimila abitanti; per conseguenza 'il rapporto uno-quattromila diventerebbe in certi casi uno-tremila, e non sarebbe certo vantaggioso per i farmacisti dei grossi centri rurali. n problema dei Comuni di campagna è grave oggi per lo spopolamento, ohe ha abbassato sensibilmente la clientela potenziale del farmacista. Nessun giovane laureato partecipa ai concorsi per l'assegnazione di esercizi in paesi con popolazione fino a mille abitanti/ 8peoialmente nei Comuni agricoli, dato che i coltivatori diretti non hanno assistenza farmaceutica, e sono restii a comperare medicine; ma soprattutto godono di buona salute. I Comuni a economia industriale sono più attraenti, l'assistenza dell'Inani (che rappresenta l'80 per cento degli introiti di una farmacia) assicura buone prescrizioni. Ma nei paesi che gravitano attorno alte città i contadini di ieri divenuti meccanici o manovali fanno la spola, e i loro acquisti di medicine li fanno vicino allo stabilimento cittadino. Le farmacie rurali illanguidiscono, deperiscono, scompaiono. I giovani laureati preferiscono fare i propagandisti di medicinali. Guadagnano di più; girano in macchina, vedono altri orizzonti, invece di intristire e immiserire distro un bancone. Duemilacinquecento comuni di campagna sono privi di' farmacia; it che vuol dire che una popolazione di tre milioni di persone è costretta a sgambettare lungo strade di montagna o di collina per rifornirsi di medicine in altri paesi. Ma insomma quanto guadagna il farmacista rurale t I grossisti cedono le speciaZitd con lo sconto del 25 per cento, ma non ci si lasci abbagliare da questa cifra. Con le prescrizioni mutualistiche quel £5 si riduce a SO, perchè l'Inam si trattiene il 5 per cento sull'importo delle medicine da esso fornite. Inoltre dà un acconto mensile, e la liquidazione — cioè il rimborso integrale di ciò che U farmacista ha pagato sùbito — avviene da tre a sei mesi dopo. Per il conteggio delle ricette gli viene inoltre detratto un ulteriore e per cento, ed ecco che il £5 si riduce al IH. Ma vi sono altre detrazioni. Se una medicina viene tornata al grossista perché scaduta o perché non più richiesta, l'operazione cambio gli costa il 7 per cento del prezzo di vendita, il che riduce ancora il suo utile. Si detraggano infine le spese vive d'esercizio, affitto gas luce imposte telefono e via dicendo, e si comprende come il farmacista diventi triste e smunto. < Tolte le spese vive di esercizio, il reddito netto raggiunge appena il 1£ per cento-» assicura il dott. Roba. Alle farmacie che non superano l'imponibile di ricchezza mobile di 640 mila lire l'anno (400 mila più le £40 di franchigia) il ministero della Sanità concede un assegno annuo, chiamato indennità di tllllllllllllllirillllllllllllllllllillllllllllllllttlllllia residenza, di duecentomila lire; due terzi soltanto sono però pagati dal ministero, mentre un terzo è a carico del comune. Molto spesso avviene però che il comune trovi più comodo non versare la sua. quota, e il farmacista ci rimette circa settantamila lire l'anno. Al convegno dei farmacisti rurali, tenuto il 16 luglio 1961 ad Acqui, la mozione conclusiva formulò l'auspicio d'una pronta soluzione dei vari problemi della categoria. Concessione dell'indennità di residenza a tutti gli esercizi sulla base del numero degli abitanti effettivi, ed erogata direttamente da parte del ministero. Diritto al riposo settimanale e alle ferie annuali. Valutazione, nei concorsi, d'un punteggio dóppio per gli anni di servizio prestati in sedi rurali. Alleggerimento delle pressioni fiscali con passaggio del reddito in categoria C/1. Ubera trasferibilità degli esercizi. Istituzione di farmacie condotte nei piccoli comuni. Lo Stato deve necessariamente intervenire. O farmacie condotte, o particolari aiuti agli esercizi dei piccoli comuni. Oppure la totale abolizione, sostituendole con un armadio farmaceutico amministrato dal medico condotto, come auspica il farmacista di Panzone d'Acqui, se non vorremo vedere i farmacisti rurali trasformarsi, all'americana, in droghieri. Alcuni ne hanno già dato un esempio, ed è un'iniziativa che può sconcertare a prima vista, ma che non man- ca di coraggio e di coerenza. A Sciolze, a Mombaruzzo — forse anche altrove — alla farmacia anemica il titolare ha affiancato il rinsanguante apporto d'una drogheria. Non i soliti prodotti di profumeria, che in un modesto paese troverebbero scarsissimi acquirenti. Ma una vera e propria drogheria, sebbene di modeste proporzioni. Caffè, zucchero, caramelle, detersivi, olio, lucido da scarpe; quella di Mombaruzzo vende anche mangimi per i polli. Alla massaia che ha mal di denti il farmacista consegna un analgesico, e subito dopo, dimenticando la laurea, alla cliente successiva porge una scatola di detersivo. Giuseppe Faraci
Persone citate: Angelo Roba, Giardina, Giolitti, Giuseppe Faraci, Inam, Panzone, Pietro Olivieri, Roba
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