Kruscev dichiara al ministro Preti "Vogliamo commerciare di più con l'Italia"

Kruscev dichiara al ministro Preti "Vogliamo commerciare di più con l'Italia" Eccezionale interesse del capo sovietico per la nostra industria Kruscev dichiara al ministro Preti "Vogliamo commerciare di più con l'Italia" « Vi occorre carbone, petrolio, amianto? Prendeteli. Dateci in cambio impianti chimici, petroliere, trattori - Il popolo italiano lavora sodo e bene » - Vivace polemica sul Mec, « strumento contro PUrss » - Il ministro Patolicev definisce un «vero successo» l'esposizione italiana a Mosca I (Dal nostro corrispondente) Mosca, 7 giugno. Per la seconda volta Kruscev ha voluto sottolineare con la sua presenza l'importanza che in questo momento l'Unione Sovietica attribuisce alle sue relazioni commerciali con l'Italia. E' intervenuto al ricevimento offerto stasera dal ministro sovietico del Commercio con l'Estero, Patolicev, all'on. Luigi Preti, ministro del Commercio con l'Estero italiano, che ha visitato stamattina la -Mostra industriale al Parco Sokolniki. Al ricevimento sono'intervenuti inoltre Mikoyan e Kossighin. Da parte italiana, oltre il ministro Preti, l'ambasciatore Stronco, altri funzionari della nostra ambasciata e tutti ali industriali e operatori economici presenti attualmente a Mosca. Kruscev è stato di volta in volta polemico, aggressivo, conciliante. Ha polemizzato, a volte assai vivacemente, con Preti, preso spesso di mira anche perché socialdemocratico. Il ministro gli ha tenuto abilmente testa e non ha lasciato inevasa una sola battuta del suo pungente interlocutore. Il senso politico dell'umore polemico di Kruscev va ricercato nella campagna contro il Mec in pieno corso nell'Unione Sovietica: praticamcìite Kruscev si è congedato dalla riunione del Comecon, conclusa oggi, ed è venuto a prolungare la discussione sul Mec con gli italiani. Entrato in sala, si è isolato con il ministro in un angolo. Abbiamo afferrato la conversazione. Kruscev insisteva nella tesi che il Mec paralizzerebbe gli interessi economici italiani. Ad un certo punto ha detto: « Ecco un exempio: abbiamo acquistato da voi cin que petroliere. Avreste potuto forse venderle ai francesi o ai tedeschi che ne producono come voif ». Preti — Ci sono altri nostri prodotti che non interessano e e u d 9 5 a ; , è i e voi e che possono interessare\'.a- Francia o la Germania. Kruscev — Il Mec è lo spauracchio di turno diretto contro di noi. Ce ne sono stati tanti altri, prima, ma noi non ci lasciamo impressionare. Preti — Non è uno spauracchio. Quel che facciamo all'interno del Mec è, in primo luogo, un ribasso delle tariffe doganali in modo da agevolare gli scambi reciproci. Noi, con il nostro piccolo spazio economico in Europa, non possiamo competere con i grandiosi spazi economici dell'Urss e degli Stati Uniti. Perciò cerchiamo di aiutarci. Kruscev — Non devo essere 10 il vostro insegnante. I capitalisti lo sono stati prima di me. — Poi, ridendo: — Un voi non siete capitalisti, non siete che agenti del capitalismo. Si è quindi avvicinato alla signora Agnelli, presente con 11 marito dott. Giovanni Agnelli, nel recinto delle autorità e si é soffermato a salutarla. «Snero che verrete presto in Italia» ha detto la signora. « Quando t Nessuno mi invita. capirà che non posso andarci come turista». Quando la parola è passata al ministro del Commercio Patolicev, che ha portato il suo saluto a Preti, le argomentazioni si sono fatte più strettamente tecniche. Patolicev ha lodato l'esposizione italiana, definendola « un vero successo » ed ha sottolineato che il volume dell'interscambio con l'Italia e oggi aumentati} al punto di superare quello tra \fUrss e la Francia. Kruscev. quasi impaziente dell'interruzione protocollare, non vedeva l'ora di riattaccare discorso con Preti. Subito gli si è riavvicinato e il discorso $ scivolato su Trotzki. Per la prima volta abbiamo sentito nominare Trotzki in Urss in un modo che, pur rimanendo sempre critico e negativo, si distacca nettamente dall'impostazione stalinista della campagna coìttro il secondo artefice della Rivoluzione di ottobre. Preti ha ricordato a Kruscev di avere letto, sulle cose sovietiche, libri di Lenin e di Trotzki. < Sì — ha risposto Kruscev — un tempo erano insieme. Ma Trotzki non è mai stato un leninista». Preti — Però erano ambedue convinti rivoluzionari. Kruscev — Trotzki marciò bene finché non si distaccò da Lenin. Sono morti comunque l'uno e l'altro. Perché voi so cialdcmocratici ci buttate scm pre -questo gatto morto fra i piedi 1 < Voglio ricordarle — ha ri battuto il ministro italiano — che noi socialdemocratici non abbiamo mai uvitto nessuna particolare simpatia per Trotzki ». Preti ha dovuto strapparsi al dialogo (con una certa fatica data la presa dell'interlocutore) per ottemperare ai suoi doveri protocollari. Ha pronunciato un breve discorso in risposta a quello del suo collega Patolicev, augurandosi che i contatti personali fra gli operatori economici dei due Paesi migliorino anche le relazioni commerciali. < Posso assicurare il governo sovietico che la sua volontà di aumentare gli scambi con noi è condivisa anche dal governo e dagli industriali >. Interruzione di Kruscev: < Sarà cosi anche sa qualcuno parlerà, in seno al Mec, del discorso che tei tiene in questo momento ? ». Preti — Il signor Kruscev può dormire sonni tranquilli al riguardo. Kruscev — Le ho già detto che dormo otto ore e mezzo al giorno. Vorrei che pure lei, dopo quanto ha detto qui, dormisse sonni altrettanto tranquilli. Preti — Di solito non dormo più di sei o sette ore la notte. Posso comunque assicurarla: l'Italia vuole commerciare sia con i Paesi occidentali che con i Paesi di tutto il mondo*. Il capo sovietico riafferra subito altre questioni. « Ecco una domanda precisa: mi risponda se le risulta che pressioni furono esercitate dal governo degli Stati Uniti sul vo¬ sqtitstnseNgScsmatpclhmv<llspmece stro ministero degli Esteri quando eravate sul punto di tornirci le petroliere ». Preti — Non mi risulta. Kruscev — Se non lo sa lei, io lo so. Lei, quale rappresentante di un paese indipendente, come potrebbe riconoscerlo f Preti — Si vede che voi avete una diplomazia segreta che ne sa ;iiù sull'Italia dei ministri italiani. Non è comunque esatto quello che lei afferma. Non esistono contrasti tra il governo d'Italia e quello degli Stati Uniti. Esiste, invece, un contrasto fra la compagnia statale petrolifera Eni e le maggiori società petrolifere americane. Kruscev — Va bene, sto zitto. Cosa posso dire io, quando parla il ministro del Commercio con l'estero italianot <Parlate pure... ». <I segreti non hanno lunga durata. Leggeremo un giorno le memorie del vostro ministro degli Esteri». < Ma adesso non può scriverle: è diventato presidente della Repubblica ». Nuovamente il battibecco si interrompe per ragioni di protocollo. A questo punto Kruscev prende ufficialmente la parola in qualità di Primo ministro. L'Italia — dice — e gli altri Paesi del Mercato Comune non avrebbero economie complementari: O Mec sarebbe, dunque, un <matrimonio innaturale », che « le leggi della natura sono destinate a mandare a monte ». E con l'Unione Sovietica che il commercio italiano può svilup parsi naturalmente. <Volete carbone? Eccovelo. Petroliot Prendetevela, subito, oggi stesso. Quali minerali desideratet, Amianto? Cosa ci offrite in cambio? Voi dite: — Impianti chimici: noi vi rispondiamo: — Bene. Così si concludono gli affari. Petroliere italiane?. Ottime: Datemele e incartatemele subito. Se per esempio la Fiat ci propone un impianto per trattori (le automobili non attirano la nostra attenzione), è una proposta che ci interessa. Non la stessa cosa potrebbe interessare la Francia, e neppure la Germania Occidentale. 71 Lussemburgo? Forse... Signor ministro, si renda conto che la cosa interessa soprattutto me ». Preti — I Paesi occidentali comprano altre cose da noi». Kruscev — Signor ministro, voi mi ricordate un certo formulario in uso da noi dopo la Rivoluzione. Bisognava scriverci se si crede o no in Dio. Scrivevano di no, ma a casa continuavano a crederci. Il discorso finisce con un saluto al popolo italiano, che Kruscev definisce < popolo ottimo, amante della musica, di alto livello tecnico, che lavora sodo e bene ». • Verso la conclusione del ricevimento, Kruscev ha avvicinato il dott. Agnelli intrecciando con lui un dialogo. « Anche noi socialisti non vogliamo essere in perdita — gli ha detto Kruscev — ma a noi importano gli impianti per trattori. Se dimostrate senso di misura, potremo giungere all'accordo ». Il dott. Agnelli gli ha risposto: < Noi abbiamo una esperienza trentennale in merito... ». Kruscev — Credo che allora giungeremo all'accordo. Agnelli — Il nostro desiderio è soprattutto quello di esportare il nostro lavoro e la nostra competenza tecnica. Kruscev — Bene, acquisteremo con piacere i vostri trattori. Agnelli — Quando verrà Kossighin in Italia ne potremo riparlare. Kruscev — Se non lo imbrogliate... Quando Kruscev ripete ohe è necessario vendere ai sovietici, acquistarne le merci e viceversa, interviene Preti: « Sic questo siamo tutti d'accordo, comunisti, socialdemocratici e capitalisti». Kruscev — Sarà il nostro primo accordo con i socialdemocratici; non i capitalisti ne abbiamo fatti già tanti, ma con i socialdemocratici non abbiamo avuto più niente che fare per quarant'anni ». Agnelli (scherzando) — Anche noi, p<?r la verità, abbiamo avuto poco che fare con loro. A questa scherzosa battuta Kruscev mostra di divertirsi moltissimo Alza il proprio bicchiere all'indirizzo del dottor A<nielli r brinda con lui, ammiccando furbrsramente verso il ministro Preti. Enzo Betti/* Kruscev si rivolge al ministro Preti (ultimo a destra) durante il ricevimento all'ambasciata italiana (Telef.)