Sedici mesi al calciatore che aggredì l'arbitro e gli fratturò una spalla durante una partita

Sedici mesi al calciatore che aggredì l'arbitro e gli fratturò una spalla durante una partita Una sentenza dei Tribunale su un grare episodio dello suojrf Sedici mesi al calciatore che aggredì l'arbitro e gli fratturò una spalla durante una partita L'incidente avvenne ad Acqui nel dicembre scorso - II giocatore torinese, espulso dal campo per una scorrettezza, afferrò il direttore di gara per il collo e lo fece cadere a terra - Secondo il P. M. l'arbitro non va considerato pubblico ufficiale - Concesse le attenuanti generiche - L'imputato, che è in libertà, ha presentato ricorso (Dal nostro corrispondente) Acqui, 6 giugno. Con una sentenza che non mancherà, di destare echi negìri ambienti sportivi italiani, si è concluso ogni dinanzi al nostro tribunale penale (presidente dott. Parigi, giudici dott. Pirrone e dott. Costa, P. M. dottor Conti) il procedimento contro un giocatore di calcio — terzino e capitano della squadra — imputato di aver provocato lesioni gravi ad un arbi¬ tro nel corso di una partita allo stadio comunale c Ottolenghi » di Acqui. I giudici, riconoscendolo colpevole, hanno inflitto al calciatore 16 mesi di reclusione con la condizionale, afferman- do così la responsabilità dell'atleta per il suo comportamento nel corso di una gara sportiva, e sentenziando che un giocatore di calcio è penalmente perseguibile per la sua illecita attività anche se compiuta durante una partita. Il clamoroso episodio che ha portato in giudizio un torinese ventisettenne, sposato e padre di due figli, Vincenzo Romero abitante a Torino in via Duchessa Jolanda Si, accadde durante un incontro di campionato dilettanti disputato il 10 dicembre scorso nella nostra città. Erano di fronte l'undici della Riv di Villar Perosa e la locale formazione dei « bianchi » dell'Acqui U. 8. La partita, diretta dal ligure Giancarlo Magistrini di S9 anni abitante a Chiavari in via Cesare Battisti S, era filata liscia in favore degli ospiti fino ad un quarto d'ora dal termine. In vantaggio per due reti a zero la Riv si riteneva ormai sicura della vittoria ma al ?9' accadeva l'episodio che sfociava nell'aggressione all'arbitro. Un calciatore del'Acqui indirizzava a rete e il terzino e capitano Romero della Riv respingeva dall'interno della porta, quando la palla aveva ormai varcato la linea bianca. L'arbitro, che si trovava a pochi passi, convalidava la rete ed a nulla servivano le proteste dei giocatori ospiti. Tre minuti dopo un attaccante acquese veniva atterrato al limite dell'area della Riv e sul conseguente calcio di punizione l'Acqui otteneva il goal del pareggio. Da questo momento il gioco si faceva duro e a pochi minuti dal fischio di chiusura 11 mediano di Acqui, Fucile, veniva duramente caricato con un intervento a < gamba tesa » dal Romero. L'arbitro, che già in precedenza aveva ammonito il giocatore, lo espelleva dal campo, assegnando una punizione iti favore dell'Acqui e dirigendosi, successivamente, verso il centro campo. Improvvisa e incontrollata era la reazione del Romero: si scagliava contro il direttore di gara, l'afferrava al collo con un braccio facendolo rotolare a terra. Accorrevano dirigenti e carabinieri che riuscivano a sottrarre il Magistrini da guai maggiori, ma le conseguenze della caduta erano serie: finendo a terra sotto il peso del giocatore che l'aveva aggredito, l'arbitro riportava la frattura della clavicola destra e la guarigione richiese SO giorni di cure. La giustizia sportiva puniva il giocatore con tre anni di squalifica mentre l'incontro, sospeso, veniva poi dato vinto all'Acqui col punteggio di due a zero. Ma la vicenda aveva un seguito giudiziario. I carabinieri stilarono un rapporto che finì sul tavolo del Procuratore della Repubblica di Acqui. Il magistrato dopo un'accurata indagine, al termine dell'istruttoria sommaria rinviò a giudizio Vincenzo Romero sotto l'imputazione d lesioni volontarie gravi. Oggi il geometra Magistrini ed il Romero si sono stretta sportivamente la mano, ma il gesto non è valso ad evitare srldmbtcdccmnlbrsulCTscnlsqdtzaApcsii rigori delia legge. In un aula «Qsscdddtdgaffollata <a sportivi, dirigenti,\e appassionati del popolare[ sport, Vincenzo Romero ha rievocato dinanzi ai giudici le fasi salienti di quell'episo dio. Ha sostanzialmente ammesso di aver aggredito l'arbitro alle spalle ma ha cercato di giustificarsi affermando che il suo comportamento fu determinato dal nervosismo che regnava in campo. Il P. M. dott. Vito Conti ha chiesto la condanna del Romero a due anni di reclusione escludendo l'esistenza del l'aggravante in quanto l'arbitro non dev'essere considerato pubblico ufficiale nella sua funzione di direttore di un incontro calcistico. Dopo l'arringa del difensore avv. Cesare Zaccone di Torino, il Tribunale ha pronunciato la sentenza che infligge a Vincenzo Romero la pena di 1 anno e 4 mesi di reclusione: al l'imputato sono state conees se le attenuanti generiche e quella del risarcimento del danno — liquidato in separata sede nella somma di mez zo milione. Il Tribunale ha accolto la tesi della Pubblica Accusa, cioè che l'arbitro non può essere considerato pubbli co ufficiale. Contro la sentenza la Difesa ha interposto appello. g- P II calciatore torinese Vincenzo Romero condannato a sedici mesi per lesioni UIIIllllIillllIIllIllIlllIflIIIilllllllillElllllIIIEIllllitlllllllllllllllllIItilllIJIIIIllillllIIIIlllllllIItlllllIlllllllIIIIIIIIIIIIIIllIlllllIllllllllllilllIIIIIlllIIIIIIIlS