Anche il Benelux manda le sue canzoni a St. Vincent

Anche il Benelux manda le sue canzoni a St. Vincent Anche il Benelux manda le sue canzoni a St. Vincent (Dal nostro inviato speciale) St. Vincent, 23 maggio. Il gruppo jugoslavo è rimasto ieri piuttosto maluccio nel vedere preferita dalla giuria la canzone Dievoicice ossia < Le ragazzine », che non era il meglio del repertorio come sostanza né come caratteristica di interpretazione. Teresa Kesovia, che la cantava, ha un bel viso, una bella voce, molta tecnica e molta grazia; ma da un punto di vista puramente scenico fa più bell'effetto il quartetto dei < 4 M », detto così perché il nome di tutti e quattro i componenti comincia per « M » e che è quanto di più meccanicamente perfetto si possa immaginare in fatto di coro a più voci e a sentimenti diversi. Il gruppo jugoslavo avrebbe preferito vedere questo Quartetto nella rassegna finale, preferibilmente con Krovovi € I tetti », già premiata al festival di Zagabria Come testo, nessuna delle due è un prodigio cerebrale. Ma ne « Le ragazzine » non c'è quasi nulla, appena appena « il ticchettìo delle scarpette » di giovani studentesse che escono dalla scuola < con i libri sotto il braccio » e che temperano con i loro sorrisi la malinconia della divisa nera che sono costrette a indossare. Ne « I tetti » tremola invece un soffio di poesia delicata, sia pure malinconica. Le rondini fanno il nido sotto i tetti e i tetti guardano con simpatia un innamorato che vorrebbe fare altrettanto con la sua bella. Oggi abbiamo udito il Benelux, con preponderanza dell'Olanda sul Belgio e il Lussemburgo perché titolare di 5 canzoni contro 3. Il Benelux non ha tradizioni di musica leggera, ma è facile tirare fuori qualche cosa di facilmente orecchiabile ed efficace come per esempio < Pamparapà Pao pao - Pamparapà pao » da ripetere sette volte, oppure ,« Stortola, stodola - stodola tumba - makeni kumba makeni kumba », cioè un gioco di suoni in libertà, anche se nella traduzione italiana troviamo che si tratta magari di « Labbra proibite - che fanno le vene bruciar . ma nessuno quelle labbra - potrà mai baciar ». C'è anche la storia triste di qualcuno, proprietario illegittimo di una Luisa, che la perde per essersi fermato troppo in un bar. Da allora egli la vede in ogni whisky, anche se beve per dimenticare. Molta poesia è ne « La vita », mentre c'è molto brio in una danza delle rose in cui « la Luna incipriata l'occhietto al mondo fa ». I tecnici pensavano che quest'ultima canzone avrebbe stravinto, viceversa il maggior numero di voti è toccato alla prima canzone dal titolo « Àye Lula », di Guy Dovan - Jean Rolle - Manuel De Gomez, cantata da Sonia Ostermann e da Wilma De Angelis. E' quella canzone che comincia e continua a lungo con t pamparapapao-pao ». a. a

Persone citate: Gomez, Jean Rolle, Sonia Ostermann, Wilma De Angelis

Luoghi citati: Belgio, Lussemburgo, Olanda, Zagabria