Dillon chiede all'Europa occidentale di contribuire alla difesa del dollaro

Dillon chiede all'Europa occidentale di contribuire alla difesa del dollaro 11 ministro del Tesoro di Washington chiude la conferenza monetaria di Roma Dillon chiede all'Europa occidentale di contribuire alla difesa del dollaro Gli aiuti militari all'estero incidono sulla bilancia dei pagamenti americana per 3 miliardi di dollari (di cui due per la Nato) - "Occorre che gli Stati Uniti possano farvi fronte con un attivo equivalente negli scambi commerciali e nel movimento dei capitali" (Nostro servizio particolare) Roma, 18 maggio. I lavori della Conferenza monetaria internazionale si sono conclusi stasera con un discorso di Douglas Dillon, segretario al Tesoro americano. Egli ha ribadito con ancora maggiore energia e chiarezza che il sistema monetario occidentale poggia « sulla piena accettabilità del dollaro come elemento supplementare dell'oro nel finanziamento del commercio mondiale. Non si intravede alcuna altra possibile alternativa. Ciò significa che le riserve di dollari delle banche centrali debbono continuare ad essere per il futuro, come per il passato, facilmente convertibili in oro, su richiesta, al prezzo fisso di 35 dollari l'oncia*. E significa inoltre che < tutti — ha sottolineato — abbiamo ■ un forte interesse a vedere eliminato il persistente deficit della bilancia dei pagamenti degli Stati Uniti ». « L'Europa occidentale — ha affermato a questo punto Dillon — si trova in un periodo di sviluppo economico che po¬ trebbe ben portare al conseguimento di un tenore di vita paragonabile a quello degli Stati Uniti. Ma la verità è che l'Europa occidentale non potrà raggiungere il tenore di vita americano finche non avrà elaborato, per mobilitare i propri ingenti risparmi e i capitali, mezzi altrettanto efficaci di quelli in uso sul mercato del capitale di Neto York >. E' questo un settore — ha proseguilo il ministro americano — in cui gli interessi degli Stati Uniti e dell'Europa Occidentale coincidono perfettamente. Lo sviluppo economico dell'Europa Occidentale richiederà una enorme mobilitazione di capitale. A causa della situazione della bilancia dei pagamenti nonché delle nostre concomitanti esigenze interne, l'ammontare di capitale che noi saremo in grado di fornire indubbiamente non basterà a tutto. Se si vuole che l'Europa disponga di fondi adeguati per quell'espansione che è oggi quasi alla sua portata, essa deve elaborare meccanismi aggiornati per mobilitare le proprie risorse di capitale, meccanismi che oggi non esistono nella maggior parte dell'Europa continentale». Non è stato questo il solo monito rivolto da Dillon alla Europa. Dopo avere calcolalo in tre miliardi di dollari gli oneri gravanti sulla bilancia dei pagamenti americana per la difesa di altri paesi (due terzi dei quali per la Nato) egli ha invitato gli alleati a ridurre al minimo tale onere, aumentando i loro acquisti di attrezzature e servizi militari negli Stati Uniti. Degli aiuti economici all'estero, Dillon ha invece detto che l'onere relativo attuale e assai più esiguo di quan¬ to molti possano credere: infatti una parte considerevole della spesa di 4. miliardi di dollari destinata agli aiuti è investita nella fornitura di beni e di servizi americani; tuttavia il Sottosegretario statunitense ha aggiunto che è probabile che le necessità dei paesi sottosviluppati, aumentino con l'andar del tempo e che quindi occorrerà suddividere più equamente l'onere degli aiuti stessi fra quei Paesi in grado di concorrere alla spesa. Malgrado tutti gli sforzi in corso l'onere complessivo che la bilancia dei pagamenti americana dovrà sopportare per gli aiuti militari ed economici all'estero non potrà scendere al di sotto dei tre miliardi di dollari l'anno. Bisogna che gli Siati Uniti possano farvi fronte con un attivo equivalente per altre partite: scambi commerciali, servizi e movimenti di capitali a lungo termine. E' un obbiettivo ambizioso ma npplicpldvtaecfiatgsqrlmidnv non irraggiungibile se l'Euro pa farà la propria parte. Quanto agli Stati Uniti, il programma per conseguire tale obbiettivo è semplice; si ispira al concetto non nuovo che la stabilità dei prezzi dipende dal mantenere il livello dei salari in linea con le tendenze nazionali nella produttività. € Mai finora — ha tenuto a sottolineare Dillon — una amministrazione americana si era però assunta la responsabilità di definire in termini così chiari tale principio e mai finora una amministrazione americana aveva cosi accuratamente enunciato il suo significato rispetto alle contrat tazioni collettive e alle decisioni sui prezzi. L'obbiettivo è questo: assicurare che lavoratori ed imprenditori, nel valutare tutti i complessi elementi che vengono a pesare in qualsiasi decisione riguar dante i salari e i prezzi, sia no anche pienamente consape voli dell'interesse generale >. ar. b.

Persone citate: Dillon, Douglas Dillon, Neto