Sessantun denunce a Roma per una colossale truffa all'Inam

Sessantun denunce a Roma per una colossale truffa all'InamSessantun denunce a Roma per una colossale truffa all'Inam Profitti illeciti per un centinaio di milioni L'organizzazione smascherata dopo 8 mesi di indagini - Quattro medici fra gli accusati (Nostro servizio particolare] Roma, 18 maggio. Sessantuno persone sono state denunciate a piede libero dai carabinieri del nucleo di polizia giudiziaria per una colossale truffa ai danni dell'Inam a base di ricette false e finti ammalati. L'imbroglio ha fruttato una cifra aggiuntesi sui cento milioni e le indagini dei carabinieri per scoprire l'attività della losca organizzazione della quale facevano parte quattro medici, sei portalettere e tre portieri, sono durate otto mesi. I denunciati dovranno rispondere di numerosi reati tra cui di associazione a delinquere, sostituzione di persona, falsità materiale e truffa aggravata. E' risultato che i medici compilavano ricette per persone inesistenti alle quali riscontravano periodiche malattie; alcuni esercenti facevano dal canto loro figurare come assunte le medesime inesistenti persone mentre i portalettere dirottavano la posta ed i vaglia bancari emessi dall'Inam in favore dei personaggi-fantasma ed i portieri infine bloccavano la posta dei vari componenti dell'organizzazione. A far la parte del leone era infatti il capo, il quarantenne Giuseppe Cicinelli, un noto pregiudicato cui la lunga dimestichezza con l'ambiente dei truffatori è servita a porlo nella élite di quelli ad alto livello. Ciascuno aveva dunque un proprio compito da svolgere. Una volta denunciata all'Istituto Previdenziale l'assunzione di alcuni dipendenti, scaglionati presso una serie di ditte vere o inesistenti, si provvedeva a < fare ammalare » gli stessi individui a favore dei quali venivano aperte le pratiche di malattia presso l'Inam. Dopo gli accertamenti sanitari di alcuni medici af- Aliati alla banda i quali ri- lasciavano ricette e certificati l'Inam provvedeva al rimbor- so. A questo punto entravano in azione i sei portalettere iquali adocchiate le buste del- l'Istituto- le recapitavano al Cicinelli. Altrettanto facevano i portieri degli stabili ove figuravano abitanti gli « ammalati». Il Cicinelli provvedeva quindi a pagare un'adeguata percentuale a tutti i suoi complici. Da un primo calcolo la somma truffata in tal modo all'Inam ammonterebbe a circa cento milioni. Otto mesi fa i dirigenti dell'Inani cominciarono a sospet tare qualcosa ed incaricarono pertanto i carabinieri di svolgere le indagini conclusesi appunto adesso con la denuncia di sessantuno persone. Altre due, a forza di fingersi in cattiva salute, si sono ammalate davvero e sono decedute assottigliando così di poco le file della vasta organizzazione. g.f

Persone citate: Cicinelli, Giuseppe Cicinelli, Inam

Luoghi citati: Roma