L'impresario Manfredi nega che Pacciardi lo abbia favorito nell'appalto di Fiumicino

L'impresario Manfredi nega che Pacciardi lo abbia favorito nell'appalto di Fiumicino il processo per diffamazione iniziato dall'ex ministro contro «Paese Sera** L'impresario Manfredi nega che Pacciardi lo abbia favorito nell'appalto di Fiumicino Ai giudici del Tribunale di Roma il noto costruttore ha spiegato come la moglie dell'ex-ministro della Difesa entrò a far parte della società Cores - Hanno deposto altri tre testi: l'on. Reale, segretario del pri; l'ing. Sighieri; il banchiere Schiff Giorgini Quest'ultimo ha dichiarato di aver prestato a Pacciardi, reduce dall'esilio, due milioni per l'acquisto di un appartamento (Nostro servizio particolp re) Roma, 14 maggio. « Nego nel modo più assoluto di avere mai ottenuto un qualsiasi benevolo interessamento del ministro on. Pacciardi per concludere alcuni affari. E' stato insinuato che, per giungere alla rescissione del contratto con il ministero dei Lavori Pubblici quando la mia impresa si interessava alla costruzione della pista n. 5 all'aeroporto di Fiumicino, mi sarei avvalso di particolari favoritismi e soprattutto che sarei stato agevolato dall'alloro- ministro della Difesa on. Pacciardi. Ma tutto ciò è assolutamente falso, giacché la mia impresa sin dalla fine del 1951 aveva acquisito il diritto di chiedere la risoluzione del contratto per colpa del ministero dei Lavori Pubblici». Questo ha detto stamane il conte Goffredo Manfredi ni giudici del Tribunale che stanno esaminando la querela per llllllll IIIIIflMM UHM IMI 1111 ■ 111 ■ Il diffamazione presentata nel dicembre scorso dai coniugi Pacciardi contro i giornalisti del quotidiano romano Paese Sera. E cogliendo l'occasione per difendere il proprio operato il noto costruttore, al quale Mussolini concesse il diritto di fregiarsi del titolo nobiliare, ha finito per difendere conseguentemente l'operato dell'ex-ministro della Difesa on. Pacciardi. Quattro sono stati i testimoni che oggi il Tribunale ha preso in esame e tutti — dal banchiere Giorgio Schiff Giorgini all'ing. Ettore Sighieri, all'on. Oronzo Reale al costruttore Goffredo Manfredi — hanno giovato alla tesi sostenuta dall'on. Pacciardi, il quale si ritiene diffamato da un articolo pubblicato nel dicembre scorso da Paese Sera con il titolo: « Anticipiamo i risultati segreti dell'inchiesta su Fiumicino: . quattordici appartamenti intestati alla moglie di Pacciardi >. 111 II 11111 i 11 < il I ■ 11111 • 11 ! 1111111111111 ■ 1111 i 111111111 ! i I Nell'articolo che ha dato origine a questo processo si è insinuato che il parlamentare repubblicano, nel periodo in cui ricoprì la carica di ministro della Difesa ed in coincidenza con i lavori per la ricostruzione dell'aeroporto di Fiumicino, affidati alla impresa di Goffredo Manfredi, abbia fatto intestare alla moglie U appartamenti ceduti dal costruttore. cito conosciuto Randolfo Pacciardi durante i venti anni del suo esilio in Francia — ha spiegato ai giudici il banchiere parigino Giorgio Schiff Giorgini. — Successivamente nel l9it5 10 rividi a Roma dove entrambi eravamo tornati. Nel Natale del 'ifi Pacciardi mi fece vedere la pianta di una costruzione di un palazzo in via Lovanio, dove era sua intenzione acquistare un appartamento. 11 prezzo si aggirava sui 10 miliont di lire. Pacciardi mi disse che S milioni erano coperti dal mutuo, che lui ne possedeva 5 e che, quindi, aveva bisogno di un prestito di due milioni. Cosa che io feci molto volentieri». L'ing. Ettore Sighieri, che del parlamentare repubblicano è stato per lungo tempo segretario, ha apiegato che pia volte l'on. Pacciardi gli parlò del suo desiderio di acquistare una casa e fu per quel motivo che egli si rivolse a sua cugina, Enrica Carpi, moglie del costruttore Goffredo Manfredi, t Parlai della cosa — ha soggiunto l'ing. Sighieri — a Pacciardi e fu così che le due famiglie si' conobbero. Nel '$7 fu sottoscritta una bozza di contratto che venne poi perfezionato il 1° gennaio del 'Jj8 Ricordo che io stesso portai un milione in contanti a mia cugina come acconto per il successivo acquisto dell'appartamento. Il segretario del partito repubblicano, on. Oronzo Reale, ha spiegato poi ai giudici come l'idea di acquistare un appartamento nello stesso stabile in via Del Pollaiolo, dove i Pacciardi abitano, sorse sia alla signora Pacciardi che alla propria moglie. « Nella primavera del 1951 — ha soggiunto il parlamentare — la signora Pacciardi disse a mia moglie che la società Cores, di cui il\Manfredi era il rapVrescntan-\te, sarebbe stata disposta Jcostruire una palazzina, pur-ìche un numero notevole <*<■ appartamenti fosse venduto sulla carta. Fu a seguito di questa notizia che il conte Manfredi venne a casa mia pqAapclfadi < a»iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiittniiiitiiiiiiiiiiiiii L'on. Pacciardi ed Reale \la sir>"°™ Pacciardi diventò \p™1,rletaria di 300 azioni della J^cs la società che aveva ì™*/™"0 lo ■ " pr0CeSS0 * Sta'° Voi rln" per conoscerà gli eventuali acquirenti ». Avv. De Matteis (difesa) — Allora fu la signora Pacciardi a fare la prima proposta t On. Reale — Chi ne parlò per primo non ricordo. So soltanto, che da parecchio tempo mia moglie e la signora Pacciardi parlavano insieme dell'idea di comprare una casa. L'ultimo testimone della giornata è stato il conte Goffredo Manfredi il quale dopo avere sottolineato di non avere mai beneficiato di un trattamento favorevole da parte dell'on. Pacciardi ha spiegato: < Nel 1951 proposi alta moglie del parlamentare di restituirmi l'appartamento di via Lovanio in cambio di un altro alloggio. Infatti quello ceduto all'on. Pacciardi era l'unico appartamento che in tutto lo stabile non mi appartenesse e, poiché volevo essere proprietario dell'intera palazzina, avanzai una proposta che inizialmente non fu accolta. Soltanto in Uh secondo momento, nel 195''. l'affare fu concluso e < viato all'udienza del 88 maggio. Sarà nuovamente interrogato il costruttore Goffredo Man- Guido Guidi Fsvtsfzc1cndfDgCrtzvgttpafiif iiitiiiiiiiiiiiiiitiiiiiiiiitiitiiiiiiiiiiiitiiitiittiiiiti Alla stazione di Chivasso Finisce contro un palo saltando dal treno in corsa S'era addormentato - E' ricoverato in gravi condizioni (Dal nostro corrispondente) Chivasso, 14 maggio. (e. e.) Alla stazione ferroviaria di Chivasso un viaggiatore è sceso dal treno In corsa e nella caduta è rimasto ferito gravemente. La disgrazia è accaduta nel pomeriggio. Sul diretto Torino-Milano che giunge a Chivasso alle 14,46, viaggiava l'operaio Placido Rivilli di 24 anni originario della Sicilia e residente da alcune settimane presso un fratello a Verolengo, in via Dante 9. Soltanto da pochi giorni lavora a Torino. Il Rivilli doveva scendere a Chivasso ma, probabilmente, è rimasto assopito e si è accorto che era giunto a destina zione soltanto quando il convoglio era ripartito e aveva già percorso un duecento me tri. Il Rivilli, aperto lo sportello, è saltato ed è stato proiettato in avanti andando a sbattere col capo contro un palo di segnalazione situato fra due binari. Soccorso da agenti della Polizia Ferroviaria è stato trasportato con un'autolettiga della Croce Rossa all'ospedale di Chivasso ove è stato ricoverato con prognosi riservata per trauma cranico e. commozione cerebrale. itiiiiiiiiiiitiiiiiiitiiiiiiiiiiiiif ■■iiiiiiMiiMititiiiii