Lo spasimante alessandrino condannato a 5 anni esce disperato dall'aula sorretto dai carabinieri

Lo spasimante alessandrino condannato a 5 anni esce disperato dall'aula sorretto dai carabinieri La Corte d'Assise lo ha ritenuto responsabile di tentato omicidio continuato Lo spasimante alessandrino condannato a 5 anni esce disperato dall'aula sorretto dai carabinieri Alla sentenza, il rappresentante cinquantenne sì è accasciato sulla panca, impietrito - Poi si è fatto forza ed ha superato la crisi - Il suo difensore ha ricostruito la storia della lunga relazione fra l'imputato e la giovane impiegata: «Non voleva uccidere l'amica, l'investimento della motoretta fu un semplice incidente stradale » - Aldo Gramigna attenderà in carcere la causa d'appello (Dal nostro inviato speciale) Alessandria, 5 maggio. n presidente Aragnetti aveva appena finito di leggere: « Lo condanna alla pena di 4 anni e il mesi di reclusione », che Aldo Gramigna, in 'piedi fra i carabinièri, è sembrato scomparire. Si era accasciato dolcemente sulla panca, il viso impietrito, pallidissimo. Mentre il numeroso pubblico sfollava l'aula, l'avvocato Ballestrero e gli stessi carabinieri lo hanno rincorato. Immobile, livido, gli occhi chiusi, Aldo Gramigna sembrava sul punto di svenire. Qualcuno pensava già di chiamare il medico che da anni lo assiste nei suoi disturbi, ma facendo forza su se stesso egli è riuscito a vincere la crisi di disperazione che lo aveva còlto all'annunzio della dura condanna. Poco dopo si è leggermente ristabilito, e sorretto dai carabinieri ha potuto raggiungere il cellulare e rientrare in carcere. Le sue speranze ora risiedono soltanto nell'appello che l'avv. Bailestrero presenterà lunedi. Questa mattina ad alimentargliele era stato appunto il suo patrono, in un'arringa minuziosa, appassiotiata, ma che tuttavia non ha convinto la corte. L'avv. Bailestrero ha soprattutto trattato il tema, dif¬ imiiiiiiiiii iiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiin ee: 4 », di to to io. co leoAlul di nbi, so riva ra gtto neto en il mihe la of¬ ficile, perché non chiarito dai protagonisti, dei rapporti Gramigna-Sibilio. D'amicizia e di lavoro, come essi hanno sostenuto ufflcialmenteT D'amore, come in un primo tempo ammise il Gramigna, e come sostiene l'accusa t Soltanto ■ datino sfondo d'amore deluso può scaturire l'ira dell'uomo alla notizia che la donna da lui amata per anni ha deciso di piantarlo; e la scena che la mattina del 26 giugno scoppia fra i due nell'ufficio della Paglieri è quella d'un uomo dai sentimenti arroventati e dai nervi a pezzi. Seguiamo la vicenda, ha proseguito l'oratore, nello stesso racconto che ne fa la Sibilio. Entra ragazzina nell'ufficio contabilità della Paglieri, e subito il Gramigna, pezzo grosso dell'azienda, l'avvolge in una corte insistente e spietata. Al punto, lei afferma, che ne era spaventata, e per qualche tempo si fece accompagnare dalla madre. Ma poi il mostro la terrorizza di meno, lei non si fa più accompagnare dalla madre ma dallo stesso Gramigna, e da lui accetta frequenti e co stosi regali. Che cos'è accaduto fra i duet Niente, afferma la ragazza, « la sua corte noti è mai andata oltre i limiti tollerabili »; ma lei ora cura la contabilità delle sue provvigio- iiniiiiiiiiiiiiiiiimiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii ni, lavoro che dovrebbe fare in ufficio ma invece compie a casa, ed è questo zelo a giustificare i regali. La corte però non c cessata, secondo la Sibilio. Infatti, è sempre il suo racconto, « egli mi offriva di abbandonare ia_ moglie e d'andare a vivere assieme, ma io rifiutai ». Passano i mesi e gli anni, e la corte del Gramigna evidentemente continua, perche a un, certo punto la Sibilio così si esprime: « Quando egli ridivenne particolarmente insistente nelle site profferte, io gli dissi di lasciarmi in pace perché mi ero fidanzata ». Questo è, per Vavv. Bailestrero, lo scoppio del dramma. Gramigna, sempre nel racconto della Sibilio, a quella comunicazione ebbe uno scatto di ira, tentò di dissuaderla con la dolcezza e con le minacce Colloquio a tre, col fidanzato Carlo Brodini, il quale ascoi ta impassibile rivelazioni che di sòlito non divertono ì fidanzati. Il Gramigna allora chiede la restituzione del prestito di B70 mila lire concesso il mese prima alla Sibilio. E' evidente che si tratta d'irn fai so scopo. Il lunedì la ragazza non ha il denaro, ed ecco In sccnataccia, con ingiurie e schiaffi e rottura di occhiali E' questo, si è domandato il patrono dell'imputato, il comportamento d'uno spasimante inaridito nella vana attesa, o quello d'un uomo che riteneva d'avere acquistato dei diritti r E' il comportamento pazzesco dell'uomo d'una certa età, che vede troncata una relazione durata dodici unni, perché la donna intende cambiarlo con un uomo più giovane, e addirittura di ben cinque anni più giovane di lei. L'incidente quella mattina fu troncato dall'intervento di Elio Paglieri, il quale diede alla Sibilio il denaro preteso dal Gramigna, e questi si placò. Poi la ragazza uscì col fratello, ed egli con un'improvvisa ispirazione la seguì per riprendere il discorso, per giungere a una rappacificazione. Aldo Gramigna fa segno nj Luigi Sibilio di fermare, l'altro prosegue. Frenata, ma i freni non rispondono, la pesante vettura urta la fragile motoretta, i due cadono a terra. Un comunissimo investimento, ha affermato Vavv. Bailestrero, uno dei numerosi incidenti che capitano ogni grior-l no su (nife le strade. Senza la lite di poco prima nessuno avrebbe pensato a un tentato omicidio. Senza la relazione nessuno avrebbe pensato, che quell'uomo volesse uccidere. Ma uccidere perché t E' un uomo sposato, lo scandalo lo rovinerebbe. Senza lo scandalo egli potrebbe dedicarsi tcttmoltacuAccncstsghi. Voluto, l'incidente t Ma se Gramigna voleva uccidere bastava un colpetto d'acceleratore, e non di freno, per fare della macchina un bolide mortale. Non c'è certezza, ha concluso l'avv. Bailestrero, per affermare nel Gramigna una volontà d'uccidere. C'è invece la certezza, per lo stato d'animo del protagonista e per la meccanica del fatto, che l'investimento fu accidentale, e per- tanto egli deve esser giudicato per lesioni colpose. La corte, come si 6 visto, tion ha dato credito a questa tesi, e ha riconosciuto il Gramigna colpevole di tentato omicidio continuato. Concessa la .diminuente del risarcimento del danno, ma negate le attenuanti generiche, lo ha condannato a quattro anni e undici mesi di reclusione. g. f. Aldo Gramigna dopo la condanna a 5 anni di carcere iiiiiiiiiiiiiiiiimimiiiii.mmiiiiiimiiiiiitimiii

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