II film "Cleopatra,, verrà a costare come una flotta di sei transatlantici di Nicola Adelfi

II film "Cleopatra,, verrà a costare come una flotta di sei transatlantici Uno sforzo finanziario senza precedenti perseguitato dalla sfortuna II film "Cleopatra,, verrà a costare come una flotta di sei transatlantici Dopo un preventivo di 6 miliardi, già ne sono stati spesi 15; ed altri 15 saranno inghiottiti prima della conclusione - Questo immenso sciupio è dovuto in parte alle malattie ed ai capricci della Taylor: sembra che i produttori abbiano pagato 700 milioni per allontanare da Roma il marito di Liz e la moglie di Burton - Ma il regista Manlrìewicz non scherza con la smania del «colossale» - Impiega ottomila comparse (fra cui duecento negri a 22.000 lire al giorno); ha occupato l'intera Cinecittà; e per ricostruire il palazzo reale d'Alessandria, ha fatto gettare una piattaforma di cemento grande dieci volte piazza San Pietro (Nostro servìzio particolare) Roma, maggio. . «Figlia mia, ma tu sei peggio di Cleopatra... Tutte a te capitano. A Roma non è raro cogliere espressioni come questa sulle labbra di popolane, udirle nelle conversazioni da finestra a finestra nei quartieri che si trovano a cavallo della Tuscolana, la via per Cinecittà. La Cleopatra di cui parlano perfino le donnette non è, beninteso, la maliarda del Nilo; di lei, delle sue vicende amorose e politiche, forse neppure suppongono l'esistenza. Si riferiscono semplicemente al film che gli americani stanno girando a Roma e dintorni da circa un anno, perseguitati da una sfortuna diventata ormai proverbiale anche in mezzo al popolino. Il film avrebbe dovuto costare da cinque a sei miliardi di lire. K' costato finora tre volte • tanto, si prevede che quando sarà finito il suo costo si aggirerà sui trenta miliardi. Con la stessa somma si potrebbe costruire una flotta di sei transatlantici. Oppure una cittadina tutta nuova, capace di accogliere decine di migliaia di abitanti. Sono cifre vertiginose anche nel mondo della pellicola. Il primato mondiale era stato stabilito dagli otto miliardi del colossale Ben Hur, e si pensava che quel vertice difficilmente sarebbe stato superato per molti anni. Come, anche, si tenga presente che la maggior parte dei film italiani sono prodotti con una spesa fra ì cento e i duecento milioni e che i 168 film girati in Italia nel 1960 vennero a costare complessivamente 35 miliardi. I capricci sentimentali di Liz Taylor, le manie grandiose del regista Mankiewicz, l'imprevedibile cielo romano, hanno certamente contribuito in , maniera determinante all'enorme dilatarsi dei miliardi intorno a Cleopatra, ma anche la sfortuna ha avuto la sua parte. Il primo giro di manovella era stato fissato per il 19 settembre 1960, e negli stabilimenti inglesi di Pine wood era sorta una fittizia Alessandria d'Egitto, con i suoi edifici monumentali, col suo porto e nel porto una ventina di navi romane. Cinque miliardi erano già stati spesi, tutto era pronto. Tutto fuorché la protagonista, la Taylor. Stava a letto, pallida, smunta. Un mese prima l'avevamo vi sta qui a Roma, nel corso dell'Olimpìade, e ci era parsa in grassata, leggermente matro naie: era tutto amore e tene rezza per il suo marito nuovo, il quarto, Eddie Fisher. Si sperò che fosse influenza, si parlò poi di intossicazione, venne infine chiamato al ca pezzate dell'attrice Lord Evans, il medico della regina Elisabetta. La diagnosi fu allarmante: era un caso poco co mune di pseudo meningite. In fretta e furia vennero licenziate le 1500 comparse, i 500 tecnici e operai. E allontanato fu anche il costumista Oliver Messel, che aveva disegnato e fatto confezionare 60 vestiti per la Taylor-Cleopatra. Forse a nessuna attrice era stato mai messo a disposizione un guardaroba più costoso: il costumista Messel era rimasto chiuso per tre mesi nel British Museum per documentarsi sulla moda femminile al tempo dei Faraoni, aveva viaggiato fra Bombay e HongKong alla ricerca dei broccati più luminosi, delle sete più fini. Stando adagiata su una poltrona, la Taylor guardò capo per capo il favoloso guardaroba e disse: < Dateli alle comparse >. Pazienza, si dissero i prò duttori. E tornarono a ripeterselo in primavera, quando la Taylor fece capire che non avrebbe mai messo piede a Pinewoodi Voleva un clima mite, voleva anche lei una splendida villa sull'Appia an tica. E così i primi cinque miliardi si dileguarono tra le nebbie inglesi. I produttori alla Taylor dicono sempre di si. All'inizio l'attrice si trovava in una botte di ferro, per via del favoloso contratto, 650 milioni di lire; oggi, con tutto quel che il film è costato di già, è insostituibile. L'importante è finire il film. I giornali americani hannno rivelato che i produttori hanno speso intorno a 700 milioni di lire per allontanare da Roma il marito di Liz e la moglie di Richard Burton, e così permettere a Liz e a Burton di godersi in pace il loro idillio. Come si sa, anche questa è stata una somma gettata al vento Non staremo qui a seguire tutte le divagazioni e le distrazioni di un'attrice dall'umore instabile qual è la Taylor, né i suoi tentativi di suicidio subito smentiti e poi alla lunga confermati. Assai più interessante sarebbe conoscere quanti miliardi quel suo umore è costato finora ai produttori. Tuttavia, costoro pagano e stanno zittì. Al più si può *tr*pp*.r« dalle labbra del registi M&nkiewlcB uno stogo cdTfitcabssntfdl<lpMssqsflsisl1d come questo: «Liz s'innamori di chi vuole, magari di Mao Tse-tung, ma mi lasci finire il film >. Pensate per un momento in quale mare di ridicolo cadrebbe una nostra attrice, anche fra quelle non meno brave e belle della Taylor, se si mettesse a fare le stesse stravaganze. Sarebbe finita; non troverebbe più un produttore o un regista • disposto a farla lavorare. Giustizia però vuole che si dica che molti è poi molti miliardi sono stati spesi nel film < Cleopatra > per assecondare la meticolosità e la passione per il colossale del regista Mankiewicz. Anche la sua spensieratezza nello spendere sta diventando proverbiale nei quartieri a cavallo della Tuscolana. Se una donna vuol farsi un vestito nuovo o vuole anche lei il frigorifero, può sentirsi rispondere dal marito irritato: « E per chi m'hai preso, per Cleopatra? >. A Pinewood era stato stabilito che le comparse fossero 1500. A Roma, via via sono diventate ottomila. E' un'intera popolazione che ogni gior¬ nobevipobutrgupapo15trfamrocigsegntoCSemcNctoapfopIl II 1111E i II 11 IM11 ( I MI) MI II II • ! 11 111 i 111:1 II II I (1111 Pll no bisogna trasformare in plebei, senatori, guerrieri, schiavi, romani o egiziani. Ci sono poi i 200 negri, tutti alti e robusti, portati a Cinecittà da tre continenti. All'inizio i figuranti negri accettarono la paga giornaliera di 5000 lire, poi ne pretesero 10.000. poi 15.000. Infine, mentre stavano trainando in una scena trionfale una sfinge di gommapiuma alta nove metri incrociarono le braccia. Brevi e concitate le trattative, infine ì negri ottennero che la paga fosse portata a 22 mila lire al giorno. Dal luglio scorso l'intera Cinecittà, con tutti i suoi quattordici teatri, lavora solo per Cleopatra. L'arsenale di La Spezia ha costruito due navi egiziane per una spesa di 140 milioni, altre ventotto imbarcazioni sono state costruite a Napoli. Sessàntamila sono i costumi confezionati dalle sartorie romane, quindicimila gli archi, gli scudi, le daghe, e poi migliaia dì calzature dalle fogge più diverse, ottomila parrucche. Maggiore diventa la ridda di Pll M1111111 II I ( 11 ■ M IMI I [ 111 [ 11 ! I ri 11 ! M IM11111111 ( I cifre se si passa ad esaminare ir materiale impiegato per la costruzione degli scenari, per lo più affollati di grandi e solenni edifìci di Roma antica o dell'antica Alessandria d'Egitto. A parte i quintali di vernici e le montagne di marmo autentico, sono stati impiegati 4400 metrrcubi di tavole di legno, 8000 metri quadrati di compensato, 655 chilometri dì tubi metallici. Più di un miliardo è stato poi speso solo per innalzare su un tratto di spiaggia a Nettuno la reggia di Cleopatra ad Alessandria. Per quasi quattro mesi vi hanno lavorato 6000 persone a prosciugare il terreno, livellarlo, sradicare gli arbusti; e siccome, nonostante tutto, il terreno cedeva sotto il peso delle costruzioni, è stato coperto con una piattaforma di cemento dieci vplte più grande di piazza San Pietro. E' una grande avventura, la più dispendiosa che sia stata mai affrontata per un film. Trentamila milioni di lire sono oggi in bilico fra Cinecittà, ltrEfiastdinsdi nvvsdsfisdsqfbpdtHaAnzio, Nettuno. A farli croi L M11 ! < ! IM f 1111111M11411 > Il 1111 T 11 Pll 11 TI 11 lare come un castello costruito con carte da gioco, basterebbe 11 capriccio di una diva. E' una situazione critica II film Cleopatra ci dice, invero, a quel punto è arrivata la crisi di Hollywood. Laggiù' puntano tutto sul colossale e sul divismo: sempre più miliardi in una corsa che mozza il respiro, e qualsiasi sacrificio pur di accaparrarsi i grandi nomi, i divi. Tutt'altra è la strada italiana. Nei nostri film l'architrave è il regista. Un regista bravo e che abbia idee sue, una sua personalità, problemi veri da agitare, può conseguire successi internazionali con film che costano poco e che si avvalgono talora di attori del tutto sconosciuti. I cineasti italiani pensano che sia questa la via giusta, sono confortati dal consenso dei pub blico italiano e straniero, e perciò non si lasciano confondere dal frastuono dei trentamila milioni che quelli di Hollywood stanno spendendo a Cinecittà e dintorni. - Nicola Adelfi 111 1111 ( 11M i 1111 ■ 11 ) U f ri I f 111 < [ M i ! M U M1

Persone citate: Eddie Fisher, Elisabetta, Lord Evans, Mankiewicz, Mao, Messel, Oliver Messel, Pine, Richard Burton