Il re dei casinò è morto a Cannes ultimo testimone della "belle époque'' di Sandro Volta

Il re dei casinò è morto a Cannes ultimo testimone della "belle époque'' FRANCOIS ANDRÉ AVEVA SCOPERTO E VALORIZZATO LA COSTA AZZURRA Il re dei casinò è morto a Cannes ultimo testimone della "belle époque'' Perse la dote della moglie al gioco - Rimasto senza un soldo imparò che per sfruttare la roulette bisognava far puntare gli altri - Figlio di bottaio divenne grande industriale del turismo - Fu l'amico dei personaggi più noti della prima metà del secolo: dall'Aga Khan a Chaplin, al duca di Windsor - Sdegnava i comuni turisti e sognava i granduchi ed i re di un tempo che folleggiavano nei grandi alberghi (Nostro servizio particolare) Cannes. 3 maggio. Frangola André è morto ieri sera a SS anni in un grande albergo di Cannes, mentre dalle finestre aperte sul mare entrava il fragore dei martelli pneumatici, in anione notte e giorno per completare prima dell'apertura del Festival cinematografico il raddoppio della strada, e apparivano all'in¬ torno le sagome degli immensi edifici di cemento armato che hanno travisato il carattere della città balneare. « E' la realizzazione d'una sua profezia. Nel 1919, infatti, quando Francois André aveva scoperto Cannes, che era allora un villaggio di pescatori sormontato dai ruderi d'un castello medioevale, aveva detto ai consiglieri municipali: tFra cinquantanni, la riviera francese sarà diventata la più grande città del mondo, distesa lungo un viale sul mare di trecento metri di larghezza, prolungata senza interruzione da Saint-Raphael a Mentane ». Mancano ancora sette anni al termine previsto, ma ormai è chiaro che la profezia si avvererà puntualmen- te. Frangois André se ne compiaceva, però negli ultimi tempi ne era anche un po' sgomento: lo opprimeva la mole di quei colossali edifici, ma soprattutto provava un'istintiva avversione per le famigliole della piccola borghesia che hanno acquistato a rate gli appartamentini di due o tre stanze, più bagno e cucina. La Costa Azzurra, senza la clientela d'un tempo, non aveva piti nessun senso per lui: gli era insopportabile il turismo di massa; arrivato al colmo del successo e ricco a decine di miliardi, avrebbe voluto ritornare ai tempi in cui era portiere in un albergo frequentato da granduchi e da sovrani in incognito. Frangois André, che tutti conoscevano come Monsieur Casino, era nato il 6 aprile 1879 in un villaggio dell'Ardèch'e, dove il padre faceva il bottaio. A H anni aveva preso i primi contatti col pubblico come garzone in una piccola birreria di Marsiglia. Emigrò a Parigi quando aveva diciotto anni e vi trovò da impiegarsi in una agenzia di pompe funebri, favorito nel nuovo lavoro dalla prestanza fisica e da una certa distinzione innata: « Quando ritornavo da un funerale in cilindro e rer dingote — diceva — mi prendevano per un ambasciatore ». « JVei giorni in cui non c'erano funerali, per arrotondare lo stipendio, portavo i pani di ghiaccio ai circoli da gioco privati. Sono entrato dalle cucine — raccontava — e sono rimasto subito attratto da quel mondo di mattres d'hotel e di personaggi misteriosi che passavano silenziosi di sala in sala, come se fossero dei fantasmi ». A questo punto, Frangois André non poteva rinunciare a un gioco di parole che conoscevano ormai tutti i frequentatori di casinò d'Europa, basato sulla parola bière, che, in francese, vuol dire tanto birra quanto bara. « Un giorno — diceva — ebbero bisogno d'un giovanotto di bella presenza per servire ,i rinfreschi su. un vassoio d'argento. Il salario era doppio di quello che avevo a fare il beccamorto: abbandonavo dunque la birra per la limonata ». Entrato nel mestiere, il primo passo avanti fu la fondazione d'una piccola casa da giocos clandestina. Era un lavoro che avrebbe reso bene se chi lo esercitava avesse avuto la forza di sottrarsi alle tentazioni deltap* peto verde: nel 1909 Frangois André aveva già messo da parte tre milioni di franchi oro, ma nel giro di pochi giorni perdette tutto a Longchamp. Ridotto senza un soldo, sposò una sartina che aveva la bottega nel centro di Parigi; gliela fece vendere per 60 mila franchi e, col denaro ricavato, partì per Montecarlo. Perse fino all'ultimo luigi, però fu una lezione che gli servì per tutta la vita: capì infatti che per sfruttare il gioco bisognava far giocare gli altri senza lasciarsi prendere dalla stessa tentazione. E, a cominciare da allora, il gioco gli rese miliardi. Sarebbe troppo lungo rifare la storia d'una carriera, le cui tappe si chiamano Casino d'Ostenda, Deauville, Aix-les-Bains, Juan-les-Pins e quasi tutte le piti famose stazioni balneari francesi. Costruiva alberghi, ippodromi, campi di golf e, a Deauville, costruì persino il campo d'aviazione. La pubblicità fatta a sue spese per le località sulle quali esercitava una specie di dittatura mondana aveva risonanza mondiale, sostenuta da un bilancio che nessuna grande industria oserebbe stanziare. L'organizzazione dei casinò era del resto soltanto una parte, forse neppure essenziale, delia sua attività, che comprendeva tutto ciò che è inerente al turismo: *Il turismo — diceva 7- è l'industria più utile al buon andamento del Paese, perché incassiamo miliardi e diamo in cambio l'acqua del nostro mare e l'aria delle nostre pinete: cose che non impoveriscono la Francia». Questa visione turistica gli aveva permesso di realizzare enormi guadagni, speculando su terreni che acquistava a prezzi irrisori e ' riusciva a valorizzare in pochi anni. La sua fama era d'altronde tale che, appena si sapeva che Frangois André aveva comprato in una data località, tutti si affrettavano a comprare le terre all'intorno, cosicché la valorizzazione avveniva automaticamente. Ma, soprattutto, Monsieur Casino doveva la fortuna al suo saper vivere, allo squi¬ sito tatto che lo aveva fatto diventare amico di tutti i personaggi più noti della prima metà del secolo, dall'Aga Khan a Churchill, da. Charlie Chaplin al duca di Windsor. Diceva di conoscere ventisettemila persone e, appena ne vedeva una, gli andava incontro salutandola per nome. Erano, naturalmente, ventisettemila persone illustri, per un verso o per un altro: con la gente qualunque, invece, Frangois André manteneva una certa distanza. Col cappello di panama e l'ombrello sotto il braccio, quando riusciva a far qualche passo sulla Croisette, quel robusto ' vegliardo passava in mezzo alla gente come se non vedesse nessuno, distante e altero come un sovrano. Lo conoscevano tutti, ma se qualcuno non l'aveva mai visto, non poteva fare a meno di chiedere chi fosse. Sandro Volta Francois André era conosciuto come Monsieur Casinò

Luoghi citati: Cannes, Europa, Francia, Marsiglia, Montecarlo, Parigi