Due morti in uno scontro a fuoco a Napoli fra trafficanti rivali al mercato del pesce

Due morti in uno scontro a fuoco a Napoli fra trafficanti rivali al mercato del pesce Mezz'ora di violenta sparatoria tra i bandii di vendita affollati Due morti in uno scontro a fuoco a Napoli fra trafficanti rivali al mercato del pesce Feriti un impiegato e un inserviente estrànei alla rissa - Il conflitto provocato da una grossa partita di aragoste che due gruppi di commissionari si contendevano • Gli autori del duplice omicidio sono riusciti a fuggire - Centinaia di agenti hanno circondato l'edificio - Fermati parecchi individui che avrebbero preso parte al sanguinoso episodio (Dal nostro corrispondente) Napoli, 30 aprile. La « camorra del pesce » ha scatenato stamane al mercato ittico di piazza Duca degli Abruzzi uno dei suoi sanguinosi < dichiaramenti » lasciando sul terreno due morti e due feriti al termine d'un drammatico conflitto a colpi di pistola durato 24 minuti, dalle 7,30 al le 8,1/,. I due feriti, un impiegato dell'annona ed un inserviente del tutto estranei alla selvaggia rissa, si sono trovati per caso sulla traiettoria dei proiettili. Per meglio chiarire l'episodio occorre dire che a Napoli il pesce si distingue fra quello vivo raccolto nel golfo (forse appena un quinto del consumo locale) e venduto sugli arenili di Mergcllina e Pozzuoli e l'altro che arriva congelato da Tunisia, Marocco, Svezia, Norvegia, Olanda, Danimarca e inoltre Sardegna, Sicilia e golfo di Manfredonia. Il pesce consu-, mato in Italia, fra produzipjie nazionale ed estera, si aggira sul valore di circa SO miliardi annui. Al mercato ittico di piazza Duca degli Abruzzi si commerciano i quantitativi (migliaia e migliaia di tonnellate) occorrenti alle necessità delle mense in Campania e fuori. Motivo apparente dello scontro fra i due gruppi è stato l'accaparramento di una grossa «partita* di aragoste. Se si pensa che il prezzo di questo crostaceo oscilla, per il pubblico, fra le tre e le quattromila lire al chilo, appare chiaro che il pretesto era ottimo. La realta, invece, è un'altra. Fra i commissionari vi sono attualmente due principali schieramenti. In uno figurano Vincenzo Foggia, Rolando Di Pietro e i cugini Gennaro e Raffaele Marauccl; l'altro era dominato da Francesco Toscanino e suo figlio, che ha lo stesso nome, di battesimo. Una delle regole del c codice d'onore » dei gruppi è che nessuno debba togliere ad un altro un appalto instaurando un regime di libera concorrenza. Insomma: è l'identico sistema della mafia siciliana. I Toscanino avevano un grosso appalto per la fornitura di pesce agli Ospedali Riuniti, ove la presenza di migliaia e migliaia di ricoverati esige, in base alle tabelle del vitto, un cospicuo quantitativo di merce, rendendo quindi l'affare dei più vantaggiosi, senza che l'amministrazione, suo malgrado, possa efficacemente fare diminuire il prezzo perché nessun concorrente c romperà la, piazza >. Ma il « clan » di Rolando Di Pietro, dei Maraucci ed altri era invece intervenuto di recente assicurandosi un appalto e togliendolo al gruppo del Toscanino. Per questo motivo la tensione fra i due schieramenti commerciali era giunta al massimo. E in questo clima è bastata una scintilla (la lite sull'accaparramento della < partita » di aragoste) per far scoppiare la polveriera. II mercato stamane appariva gremito di commissionari, facchini, impiegati e proprietari di trattorie affollantisi intorno ai tavoli e nei negozi che le varie ditte hanno nell'interna dei capannoni per le contrattazioni. Visto accendersi un diverbio fra Raffaele Maraucci, socio e nipote di Rolando Di Pietro, e Francesco Toscanino senior per la < partita > di aragoste, un uomo della < paranza » Toscanino (così sono detti i gruppi, dal nome dell'equipaggio dei pescherecci), Luigi Virenti, accorreva in aiuto del padrone. I due Toscanino e il Virenti si scagliavano a calci e pugni contro l'altro, che non era da meno. Il cugino di Raffaele Maraucci, Gennaro (che ha lo stesso cognome) estraeva la pistola e con un solo colpo uccideva Francesco Toscanino. Vistolo cadere, i suoi gli si accostavano. Dopo una sosta di qualche minuto, Francesco Toscanino junior, impugnata una < Browning » e spalleggiato da un gruppo di parenti anch'essi tutti armati, si avventava sull'uccisore del patire. Ne nasceva un fuoco violentissimo, mentre la gènte che non aveva potuto fuggire cercava scampo dietro gli usci e sotto i tavoli. L'assassino riusciva a salvarsi, ma il capo della sua « paranza*, Rolando Di Pietro, cadeva fulminato da una raffica al petto aparata da Francesco Toscanino junior. Accorrevano un centinaio di agenti che circondavano il gigantesco edificio. Molti dei responsabili, tra cui i due assassini (Gennaro Maraucci che ha ucciso Francesco Toscanino senior e Francesco Toscanino junior che ha soppresso Rolando Di Pietro) riuscivano a scappare. Gennaro Maraucci si lanciava da una finestra nella via e, salito sulla sua < 1100 » si allontanava a grandissima velocità. La polizia ha € fermato » cinquanta persone. I proiettili sparati sono una ottantina. I feriti non sono gravi e il mercato è piantonato. Crescenzo Guarino Rolando Di'Pietro (a sinistra) e Francesco Toscanino