Guerriglieri indonesiani sbarcati nell'arcipelago della Nuova Guinea

Guerriglieri indonesiani sbarcati nell'arcipelago della Nuova Guinea MA&ntM*& avvengono combattimenti aoi*o-navali Guerriglieri indonesiani sbarcati nell'arcipelago della Nuova Guinea Si tratta per ora di effettivi assai modesti: cinquecento uomini che sono riusciti a toccare terra nell'isola di Waijco - Essi potrebbero però organizzare una sollevazione tra i Papua - Attivisti di Sukarno sobillano gli stregoni delle tribù più selvagge per incitarli ad una guerra santa contro gli olandesi Nostro scrvirio particolare Hollandia, lunedi mattina. Forze indonesiane hanno svolto negli ultimi tre giorni una serie di azioni militari che potrebbero preludere ad un attacco su vasta scala contro la Nuova Guinea occidentale. (Tale isola, come noto, appartiene all'Olanda, ma è rivendicata dall'Indonesia quale parte integrante del proprio territorio). La principale operazione indonesiana è stata finora diretta contro l'Isola di Watgeo, situata al largo dell'estremità nord-occidentale della Nuova Guinea. Qui venerdì truppe di Sukarno hanno compiuto uno sbarco. La notizia è stata resa nota ieri dalle autorità olandesi, le quali però soggiungono che quanto avvenuto non è per il momento «causa di preoccupazione ». Comunque, verso Waigeo stanno muovendo a tutto vapore mezzi navali olandesi con a bordo fucilieri di marina guidati da uomini della polizia indigena, conoscitori della giungla ed in grado dì parlare il dialetto delle popolazioni locali. D'altra parte al quartier generale del contrammiraglio Leendert Beeser, comandante delle forze olandesi nella Nuova Guinea, non si esclude che altri gruppi indonesiani siano sbarrati nella Nuova Guinea vera e propria e che l'azione contro Waigeo non costituisca altro che una manovra diversiva. ' Sulla costa di Waigeo sarebbero sbarcati « forse cinquecento uomini », ma negli am bientl militari si fa rilevare che tale contingente è solo ap parentemente esìguo. Infatti nella giungla della Nuova Guinea cinquecento soldati, se abili e pratici dei luoghi, rappresentano una forza capace di procurare gravi fastidi. Intanto gli aerei dell'aviazione indonesiana che incrociano lungo le coste della parte olandese dell'arcipelago, attaccano le unità di superficie con i cannoni e le bombe di cui sono armati. Un bombardiere «B-25» di fabbricazione americana, ha aperto sabato il fuoco contro un piccolo battello olandese all'ancora presso l'isola di Gagà, nell'arcipelago di Radja Ampat, fra Waigeo e l'Indonesia. L'unità è affondata e tre dei dieci componenti l'equipaggio sono rimasti feriti. Altri bombardieri «Mitchell» hanno eseguito mitragliamenti contro le navi addette al traffico costiero. A sua volta un ricognitore olandese ha intercettato un veliero indonesiano al largo della costa meridionale delia Nuova Guinea, fra il delta del fiume Digoel e l'isola Hendrik. Si ritiene che a bordo di esso si trovassero forze da sbarco. Tutte queste operazioni sono di entità minore di quelle effettuate dall'Indonesia il quindici gennaio scorso, quando si ebbe un breve, ma violentissimo scontro, tra siluranti indonesiane e unità della Marina da guerra olandese. Una valutazione esatta dei fatti non sarà possibile sino a quando non saranno pervenute ulteriori notizie dalle autorità competenti. Sorprende per altro che slnora la radio di Giakarta non abbia fatto cenno a questi avvenimenti, mentre invece ieri ha diffuso un lungo commento sulla sospensione delle trattative fra l'Indonesia e il governo dell'Aja in corso negli Sta ti Uniti. L'interruzione era sta ta concordata venerdì allo sco po dì consentire al capo della delegazione indonesiana, Adam Malik, di chiedere istruzioni al presidente Sukarno. L'ipotesi che l'azione contro Waigeo possa essere stata una manovra diversiva è avvalora¬ ta dal fatto che quell'isola, povera e nuda, è abitata da poche famiglie di « paipua » che si dedicano alla pesca e hanno scarsi contatti con il centro civilizzato più vicino ohe è Sorong, all'estremità orientale della Nuova Guinea. Anche il valore strategico di Waigeo è molto relativo in quanto azioni contro l'isola principale potrebbero essere meglio coordinate qualora partissero dalle isole Indonesiane di Kai ed Aru oltre che dalla grande isola di Ceram, tutte vicine alla costa della Nuova Guinea olandese. Quel che le autorità dell'Aja stanno ora cercando di appurare è sino a qtial punto sia arrivata l'opera di penetrazione che Sukarno sta cercando di attuare fra gli indigeni della Nuova Guinea a mezzo di propri attivisti. SI afferma che molti'di que¬ sti, alleatisi con gli stregoni locali, stanno predicando da tempo una specie di « guerra santa » fra le selvagge popolazioni dell'interno. In tal modo, godendo della non disinteressata simpatia degli stregoni, formazioni indonesiane addestrate alla guerra nella giungla potrebbero marciare attraverso l'interno e prendere alle spalle le località costiere. D'altra parte non vanno sottovalutate le esigenze logistiche cui quelle formazioni non potrebbero sottrarsi. La Nuova Guinea infatti è, dopo la Groenlandia, la più grande isola del mondo e organizzare azioni militari di vasta portata attraverso le sue fitte e infide foreste non appare un compito facile. u. p. -t/s>ctWJ"ce" ISOLE 1000, WtOSEI. MAR DEI £oo*town PORALU lairns

Persone citate: Adam Malik, Radja Ampat, Sukarno