La pace segnata sulla carta potrà essere realizzata sul terreno? di Ferdinando Vegas

La pace segnata sulla carta potrà essere realizzata sul terreno? La pace segnata sulla carta potrà essere realizzata sul terreno? L'ora tanto desiderata e tante volte rinviata, è finalmente suonata: la fine della guerra d'Algeria non è più un miraggio sempre sfuggente, ma una realtà concreta, consacrata nell'accordo appena firmato tra l'antica Repubblica francese e la nuova Repubblica algerina. La pace, questa permanente aspirazione di tutti gli uomini di buona volontà, viene così ristabilita fra 1 combattenti francesi e algerini, dopo sette anni e mezzo di guerra atroce e assurda Per gli algerini il premio è la conquista dell'indipendenza nazionale, l'uscita-da un ingiusto stato di minorità rispetto agli altri popoli; è per sedére libero fra i liberi, con pari dignità, che il popolo algerino ha sopportato la prova tremenda. Non minore è la ricompensa che attende i francesi: la fine di una serie ininterrotta di conflitti che durano dal 3 settembre '39, quando la Francia dichiarò guerra alla Germania nazista. Liberatasi alfine dalla palla di piombo al piede dell'impegno in Algeria, la Francia do. vrebbe ora riprendere, con una presenza attiva, il posto che le spetta nella comunità delle nazioni. Lasciamo quindi andare il bilano-o co__r_ntivo della guerra d'Algeria, che è già stato fatto più d'una volta e che si salda, come sappiamo, con un passivo assai pesante, materialmente e moralmente; guardiamo piuttosto al futuro che la pace dischiude, cerchiamo di delineare il preventivo. La soddisfazione per la firma dell'accordo non può nascondere, purtroppo, 11 lato negativo della situazione: la pace, segnata sulla carta, potrà essere realizzata sul terreno? Che è quanto chiedersi se il governo di Parigi vorrà e potrà farsi obbedire dai francesi d'Algeria, civili e militari, autorità e semplice popolazione. Non dubitiamo che la volontà ci sia, e molto ferma, da parte di De Gaulle e dei suoi; le eccezionali misure di sicurezza, prese in Francia e in Algeria, ne sono una prova evidente. E' sulla possibilità che sorgono i timori più gravi, poiché la normale cinghia di trasmissione della volontà politica, dalle supreme autorità deliberanti agli esecutori, è ridotta a un esile filo, sul punto di spezzarsi al minimo tocco. Quello che accade quotidianamente ad Algeri e ad Orano, solo per citare i casi più gravi, non solo è orrendo, ma dimostra anche l'impotenia, delle autorità (quan¬ do non sia tolleranza o addirittura connivenza) a controllare una minoranza di autentici delinquenti, , gli squadristi dell'Oas. E la vera essenza del fenomeno Oas, come osserva l'Express, non sta in queste manifestazioni esteriori di banditismo, ma proprio nelle condizioni in cui è ridotto il potere legittimo, nella cancrena che ha diffuso nell'organismo della Repubblica francese. Sapremo subito se il male può essere ancora dominato, cioè se l'esercito francese, al quale spetta la parola decisiva, sentirà più forte lo spirito di lealtà verso gli ordini di De Gaulle oppure si lascerà tentare da un'avventura faziosa, senza alcuno sbocco possibile. I nervi saldi del governo algerino e la mirabile resistenza della popolazione alle provocazioni criminali cor stìtuiscono un monito e una speranza; ma l'appoggio più consistente a De Gaulle viene dalla stragrande maggioranza dei francesi, che dicono a tutte lettere: no al fascismo. In questa ferma determinazione crediamo di scorgere la garanzia vera della pace, anche se per raggiungerla si dovrà superare una drammatica crisi di assestamento. Ferdinando Vegas

Persone citate: De Gaulle