L'espressione "pirata della strada,, offende i forti ladroni del mare

L'espressione "pirata della strada,, offende i forti ladroni del mare _= DIFESA DELLA LINOUA =— L'espressione "pirata della strada,, offende i forti ladroni del mare La pirateria esige un coraggio ed uno spirito d'iniziativa, che non si ritrovano nei criminali dell'auto - Un problema complicato: l'uso delle preposizioni articolate - Si può dire « in sede», « in Rai», «a teatro» abolendo l'articolo? - Meglio lettura dei «Promessi sposi» o di «I promessi sposi»? Un lettore nota giustamente che l'uso delle preposizioni articolate è in ribasso, e ciò contro l'indole della nostra lingua, la quale tende, come si direbbe in musica, al « legato >. Sarà che i grandi organismi industriali giganteggiano nella mente dei dipendenti come enti assoluti: certo è che le forme «in Fiat>, «in Snia >, « in Rai » e simili, e più generalmente « in sede », hanno preso quasi forza di locuzioni avverbiali, dove l'omissione dell'articolo sta a indicare il cessato bisogno di determinare, non altrimenti di quando si dice «in casa», «in camera », « in piedi », « In malora» ecc. Anche la moltiplicazione dei bagni conduce a dire, alla provenzale, « la signora è in bagno», dandosi al sostantivo Bagno un senso affatto generico, come di cosà naturale. E il solecismo « in finestra » (per: alla finestra) e le forme « andare a messa, a teatro » (per: alla messa, al teatro) trionfano a spese del povero articolo, che troppe signorine anche scacciano davanti al nome Mamma («Mamma ha detto.... », « Bisogna sentire Mamma.... » ecc.), e certo per affetto, sul gentile fondamento che di mamme ce n'è una sola. , Un altro uso assai diffuso è di adoperare la semplice in, invece della in articolata, in certe maniere che si risolvono in un gerundio, come in attesa per Attendendo; oppure in certe locuzioni temporali come in giornata, in serata, dove meglio sarebbe da dire Nella giornata. Nella serata. « In quanto alle locuzioni temporali (osserva il Rlgutini) basterà notare che, denotando esse un tempo determinato, vale a dire la giornata, la serata presente, richiedono per ragione logica l'articolo determinato. » E' insomma utile ricordare che generalmente l'articolo si omette quando il nome viene adoperato in senso non individuale, e piuttosto che la cosa in fatto, si riguarda l'idea generale della medesima, come qualificazione di un'altra cosa; altrimenti si conserva. La lingua che pensa non caccia via gli articoli come fossero bruscolini. Alle preposizioni articolate si attacca una questioncella ortografica tuttavia aperta e fastidiosa. Come si comporta la preposizione davanti a un tìtolo che comincia con l'articolo? L'autore dei «Promessi sposi », de «I promessi sposi», di «J promessi sposi»? Una notizia nella « Stampa », ne < La Stampa », in « La Stampa»? E via per cento casi, compreso qualche nome di città, come La Spezia e L'Aquila. La forma più italiana e spontanea è senza dubbio la prima, e sempre che si scrìva un po' come si parla, è da preferire. Ma in molti casi occorre citare esattamente, o perché citati per la prima volta o perché non troppo noti, il titolo di un'opera, la testata di un giornale, l'intestazione di una ditta. E in altri, come avverte Alfonso Leone in « Lingua nostra», l'uso della preposizione articolata contrasta con ragioni di convenienza (non si scriverebbe: « nelle Opere e i giorni »), o grammaticali (come per La sera del di di festa o per La donna più bella del mondo, dove l'articolo non può essere staccato dal titolo es¬ sendone parte grammaticalmente integrante), e talvolta anche con la necessità di eliminare un equivoco (« Il Tempo » quotidiano di Roma e < Tempo » settimanale di Milano). Si può aggirare la difficoltà introducendo la parola « romanzo » o « giornale » o « film » (il regista del film «L'avventura»), ma essa poi si ripresenta quando la citazione ritorni più volte nella stessa pagina. Dovendo dunque staccare la preposizione dall'articolo sono da preferire, secondo l'avviso del Leone e del Gabrielli, le forme de e ne anziché di e in (ne « La Stampa », de < La Stampa»), come quelle che incontrandosi con gli articoli lo la i glt le staccano meno rnzi rifanno nella forma arcaica le preposizioni articolate de lo, de la, ne lo, ne la ecc. ancor vive in poesia. Resta l'ostacolo della preposizione seguita da il {de il, a il, da il, ne il), contro il quale non c'è che da invocare un po' di tolleranza prima e l'abitudine poi. Del resto anche la forma « di (o in) " La Nuova Antologia " » si può giustificare quando la citazione ha l'espresso valore di un rimando bibliografico e vuol essere nettamente staccata dal piano del contesto. E alla tv abbiamo sentito un aspro « di La Spezia ». * * Non si bada alle preposizioni perché sono piccole, ma non si bada troppo nemmeno a certe figure il cui solo merito è di essere fortunate. L'uso di chiamare « pirata della strada » l'automobilastro, e « automobile pirata» l'auto che travolge e passa, fa torto ai pirati che dal fondo dei no¬ stri alberi genealogici hanno ragione di lagnarsi. Pirata (dal greco peirao: tentare, imprendere, assaltare) è propriamente « colui che cerca la sua fortuna nelle avventure»; per estensione: ladrone di mare Che ci ha fare il prepotente, il bruto, il delinquente deTla strada, forza cieca scagliata nello spazio senza punto d'appoggio, col concetto d'industriosa ladreria insito ormai nella parola pirata? Non tutte le infamie sono eguali, e a quella del pirata s'accompagnava molto ingegno e senso di responsabilità. Ma la figura piace, e perché piace si dà all'irresponsabile del volante un nome che non quadra. Leo Pestelli ■ 1 il I lf ili (liti ti II I liti 11 (Ili 1111111 II II 11111 r 111111III 11

Persone citate: Alfonso Leone, Gabrielli, Leo Pestelli

Luoghi citati: L'aquila, La Spezia, Milano, Roma