La Chiesa nega l'annullamento del primo matrimonio di Ponti
La Chiesa nega l'annullamento del primo matrimonio di Ponti La Chiesa nega l'annullamento del primo matrimonio di Ponti In Italia il produttore non potrà sposare Sophia Loren (Nostro servizio particolare) Roma, 26 aprile. Il Tribunale del Vicariato in seconda istanza ha confermato che non esistono motivi sufficienti per ritenere privo di validità giuridica, sotto il profilo canonico, il matrimonio celebrato sedici anni or sono tra Carlo Ponti e la signora Giuliana Flastri. Questa decisione della magistratura ecclesiastica ha finito per togliere praticamente ogni speranza al produttore cinematografico milanese di poter diventare il marito di Sophia Loren per la legge italiana e per la Chiesa. Sophia e Carlo Ponti avevano fatto grande affidamento 'sull'iniziativa assunta nel gennaio 1958 dalla signora Giuliana Eiastri per risolvere in 'maniera definitiva i problemi sentimentali e giudiziari che li assillavano; qualora infatti la magistratura ecclesiastica avesse dichiarato nullo quel matrimonio, celebrato a Roma la mattina del 84 marzo 1916, Carlo Fonti sarebbe tornato automaticamente libero per lo stato civile di unirsi in matrimonio con Sophia Loren. L'istanza presentata al Tribunale del Vicariato di Roma partiva dal presupposto che il matrimonio celebrato nel lontano 1946 doveva considerarsi nullo in quanto Carlo Ponti aveva ritenuto che la cerimonia nuziale avesse un aspetto puramente formale, e non costituisse invece un sacramento vincolante fino a che uno dei due coniugi rimane in vita. Ora vi è un'ultima possibilità: che il Tribunale della Sacra Rota torni ad esaminare il caso, ma è necessario che siano presentate nuove prove e nuove testimonianze perché la richiesta di un nuovo esame sia ritenuta ammissibile. g, g.
Persone citate: Carlo Fonti, Carlo Ponti, Giuliana Eiastri, Giuliana Flastri, Sophia Loren
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