Nino Taranto al Carignano in «Pensaci, Giacomino!»
Nino Taranto al Carignano in «Pensaci, Giacomino!» Nino Taranto al Carignano in «Pensaci, Giacomino!» A meno che il < Piccolo > milanese non porti anche a Torino l'Enrico IV, l'accurata edizione di Pensaci, Giacomino! offerta ieri sera al Carignano da Nino Taranto e la sua compagnia (regista Roberto Minervino sarà l'ultimo spettacolo pirandelliano di una stagione che davvero non è stata avara, per nostra fortuna, di opere del grande drammaturgo siciliano. E' il primo anno che Taranto si cimenta con Pirandello. Chi ha seguito l'attore, da quando si è affacciato e con successo sul palcoscenico di prosa a quando vi si •> saldamente radicato con le commedie di Viviani, poteva facilmente prevedere che, un giorno o l'altro, Taranto avrebbe ricalcato le orme di quei col leghi, specialmente come lui di origine dialettale, per i quali Pirandello ha costituito un punto d'arrivo e una pietra di paragone. Del restOi^éPensaci, Giacomino!, anche se ha meno tratti di «sicilianità» di altri lavori pirandelliani, fu rappresentato per la prima volta, nel 1916, da un attore dialettale: il siciliano Angelo Musco. Il napoletano Taranto, appena adattando l'opera non al proprio dialetto, per carità, ma al proprio temperamento, l'ha ripresa avvantaggiandosi della felice inclinazione per un personaggio, patetico e beffardo, che è innegabilmente nelle sue corde. La figuretta vivida e bizzarra, ma non priva di lucida logica e di dolente umanità, del vecchio professore che richiama alle ragioni dell'amore e del sangue (c'è un bimbo di mezzo) l'amante della giovanissima moglie, da lui sposata soltanto per fare dispetto allo Stato taccagno (la pen sione!) e per dare un nome ad una creatura, è stata tratteggiata da Taranto con sobrietà e delicatezza di toni, non senza una nota melanconica che ha fatto un po' da pedale del la sua interpretazione. Talvolta, forse, l'attore ha dato l'impressione di compiacersi di un'aura crepuscolare,' ma, quando è stato necessario, ha pur trovato il guizzo e l'accento dell'indignazione e della fierezza. Veramente una bella vittoria per l'interprete, alla quale hanno affettuosamente collaborato Gabriella Prencipe, giustamente intonata nella parte della moglie, il Girard, Luisa Conte, l'Ascoli, l'Artesi, l'Anatrelli e gli altri. Molti e calorosi gli applausi. E stasera, ancora una replica. •• > te -. "vie©
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