La Cassazione annulla una sentenza fascista contro un gruppo di patrioti
La Cassazione annulla una sentenza fascista contro un gruppo di patrioti La Cassazione annulla una sentenza fascista contro un gruppo di patrioti Appartenevano a « Giustizia e Libertà » : avevano svolto propaganda nelle scuole torinesi - Tra loro il- figlio del sen. Giua, morto in Spagna, e l'eroico Luigi Scala, stroncato dalle sevizie della deportazione nazista La Cassazione ha annullato nel giorni scorsi una sentenza di trent'annl fa, pronunciata dal tribunale speciale per la difesa dello Stato, contro un gruppo di antifascisti del movimento c Giustizia e Libertà». Nell'inverno del 1931 erano stati clandestinamente diffusi negli istituti medi e superiori di Torino manifestini ciclostilati che invitavano gli studenti a insorgere contro 11 regime e -a rovesciare la monarchia. La polizia arrestava Mario Andrels, che era in contatto con Aldo Garoscl, esule In Francia, e con altri * sovversivi ». Con diversi accorgimenti essi inviavano in Italia copie del giornale « Avanti », pubblicato dalla Concentrazione Antifascista di Parigi, e altro materiale di propaganda. Con l'Andreis venivano Incarcerati Luigi Scala e gli studenti Renzo Giua, Domenico Cosmo, Alfredo Perelli, Vindice Cavaliere e Leone Migliarti. Il gruppo di antifascisti veniva rinviato a giudizio per l'adesione al movimento c Giustizia e Libertà », al quale si attribuiva c lo scopo di commettere fatti diretti a mutare violentemente la Costituzione dello Stato e la forma di Governo ». Il processo si svolse nell'aprile di 30 anni or sono: l'Andreis e lo Scala furono condannati a 8 anni di reclusione ciascuno, mentre gli altri vennero assolti per non provata colpa. Ma la polizia II tenne d'occhio; dopo qualche tempo, di nuovo arrestati per la loro attività antifascista, anche i prosciolti del primo giudizio vennero condannati. Renzo Giua, figlio del senatore socialista, cadde poi combattendo in Spagna, nel 1937 L'Andreis e lo Scala beneficiarono di varie amnistie e scontarono soltanto tre anni di carcere. Il secondo fu più tardi catturato dal nazisti e deportato in Germania, in campo di concentramento. Ritornò in Patria ridotto ad una larva di se stesso: non sopravvisse al maltrattamenti ed alle persecuzioni e nella primavera del 1945 si spense nella nostra città. A distanza di 30 anni 11 dott Mario Andrels, che ora risiede a Roma, ha chiesto, con 11 patrocinio dell'avv. Bruno Segre, la revisione della vecchia sentenza La Suprema Corte ha annullato il giudizio del tribunale speciale e 11 dott. Andrels è finalmente tornato incensurato La sentenza ha anche reso un doveroso omaggio alla memoria del giovani antifascisti che morirono stroncati dalla ferocia nazista combattendo per la libertà del popoli.
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