Il governo modifica il piano per gli aiuti alla Sardegna

Il governo modifica il piano per gli aiuti alla Sardegna Le innovazioni approvate entro maggio Il governo modifica il piano per gli aiuti alla Sardegna Riconosciuto alla Regione il compito di distribuire i fondi agli operatori e di affidare i lavori alle aziende - Già pronti 45 miliardi per l'esercizio 1962-63 - Previste spese per 400 miliardi in 15 anni (Nostro servìzio particolare) Roma, 23 aprile. Il piano per la Sardegna, che prevede una spesa di 400 miliardi in 15 anni per la rinascita economica e sociale dell'isola, è stato notevolmente modificato dall'attuale governo e sarà presentato nella sua nuova struttura alla commissione bilancio della Camera subito dopo la ripresa parlamentare fissata per il 15 maggio. Le novità riguardano soprattutto la progettazione e l'attuazione del piano. Mentre nel testo originario, approvato dal Senato nonostante le riserve del Consiglio regionale sardo e l'opposizione delle sinistre, la funzione della regione era molto limitata e la Cassa del Mezzogiorno assumeva tutte le responsabilità attraverso una sua « sezione speciale >, adesso l'iniziativa del piano e dei programmi d'attuazione (quinquennali e annuali) spetterà alla Regione. Essa li predisporrà avvalendosi dei suoi organi tecnici che opereranno d'intesa con la Cassa del Mezzogiorno. L'approvazione spetterà ad un comitato di ministri. In pratica, mentre la Regione svolgerà essenzialmente un'azione politica, fissando gli indirizzi e gli obbiettivi del piano, la Cassa agirà come organo tecnico, assumendo questa funzione per la prima volta. Una volta approvato il piano, la sua attuazione spetterà alla Regione che darà direttamente i contributi agli operatori economici mentre commissionerà le opere ad aziende autonome statali o regionali. Come garanzia lo Stato si riserva di dare alla Regione i fondi annualmente disponibili soltanto dopo l'approvazione dei programmi, mentre la Cassa svolgerà il controllo tecnico sulla progettazione e sul l'esecuzione. Il coordinamento tra le iniziative del piano e tutte le altre che comunque interessano la Sardegna è affidato al comitato dei ministri che dovrà evitare la dispersione degl sforzi e assicurare che tutti gli interventi rispondano alla politica dì piano. < Sarà il primo esempio, ha detto il ministro La Malfa, di una pianificazione regionale coordinata a quelfa nazionale >. Così rielaborato, il piano ha ottenuto un primo consenso di massima, da parta, dpi deputati quando La Malfa ne ha esposto le linee informative alla Commissione bilancio. I comunisti, che avevano prospettato la richiesta di passare la legge alla discussione in aula, sembrano aver desistito dal loro proposito. La legge, pertanto, potrebbe essere approvata rapidamente in commissione nella seconda metà di maggio sia alla Camera che al Senato. Subito dopo si passerebbe alla progettazione. Poiché già si dispone di studi e progetti del Cir e degli organi regionali, questa fase dovrebbe prendere soltanto due o tre mesi, dopo i quali il piano diventerebbe operativo con una disponibilità immediata di 45 miliardi per l'esercizio 1962-63. Con tali semme saranno dati contributi in conto capitale per la creazione di nuove industrie ed < annualità > (contributi su mutui, ecc.) soprattutto per l'agricoltura. I principali settori di intervento sono: l'industria (soprattutto elettrica e chimica) con l'ammissione ai contributi anche dei grandi complessi; l'agricoltura, con la prevalente concentrazione degli sforzi nelle zone più idonee allo sviluppo; l'edilizia con la creazione di nuovi insediamenti nelle zone di sviluppo Industriale; i trasporti, l'istruzione professionale, la

Persone citate: La Malfa

Luoghi citati: Roma, Sardegna