Sarà deviata I'«Aurelia» sotto una galleria per costruire un nuovo villaggio sul mare

Sarà deviata I'«Aurelia» sotto una galleria per costruire un nuovo villaggio sul mare Il progetto dei milanesi ohe hanno portato a Bordighera la nave-albergo Sarà deviata I'«Aurelia» sotto una galleria per costruire un nuovo villaggio sul mare Punta Migliarese cambierà volto - Cubi di vetro e di cemento che pretendono di ricordare i pittoreschi borghi rivieraschi - Ancora una volta i tutori del paesaggio non sono intervenuti - Anche i Piani d'Invrea rischiano di perdere la loro selvaggia bellezza sommersi dalle moderne costruzioni (Dal nostro Inviato speciale) Bordighera, 19 aprile. Dietro la bizzarria della portaerei-albergo ecco un nuovo esempio di « valorizzazione turistica» della riviera. Oli stessi milanesi che acquistarono la portaerei in un arsenale americano stanno lavorando alla costruzione di alberghi, palazzi, casette. Località prescelta: Punta Migliarese, a levante di Bordighera, e la collina di Montenero. Prevedono anche un ippodromo, campi sportivi; in più un intero villaggio turistico. Sarà modellato, dicono i progettisti, sui tipici borghi delle colline liguri. Si comincia sempre con le buone intenzioni: a Punta San Martino (Arenzano) ottimi architetti esordirono con degni edifici, d'accordo con la natura e ■ le tradizioni locali, per scadere nei palazzacci. Osservando i plastici di Punta Migliarese si resta sgomenti. Deviata l'Aurelia in galleria (assicurano in comune: a spese dell'impresa e lasciando il passaggio pubblico lungo il mare), i < valorizzatoti > prò vedono sulla scogliera una lunga fila di casette a uno e due- piani, in legno e vetro. A fianco un cubo a quattro piani. Più in alto, una scatola ancora a quattro piani, unita per mezzo di una soletta e di alcune colonne (in memoria dei porticati delle città liguri) a una colossale scatola a cinque piani, già visibile suZ terreno, In mezzo uno spiazzo, presumibilmente asfaltato, con aiuole triangolari: < La piazza italiana, cuoro delle nostre città, vetrina del nostro costume », dicono gli autori del progetto. Pensiamo, con riverenza, alle piazzette rinascimen tali. Il manierismo moderno trasforma il paese. Da ogni parte imitazioni del raziona-, lismo freddo che trascura sentimenti, emozioni, storia, per produrre edifici simili a mac chine ben levigate. E le autorità t E i tutori del paesaggio t La zona non era stata vincolata dalle Belle Arti Riconosciamo, per {net so, ohe Punta Migliarese non poteva dirsi una < bellezza cospicua », come vuole la legge, 8oarsi gli alberi, modesta la scogliera (in alto il quadro è più ricco e la Soprintendenza è ancora in tempo per intervenire}. Il tentativo compiuto dalle Belle Arti per fermare i lavori, avviati lo scorso anno, trovò immediata opposizione. Il Comune aveva nel piano regolatore uno strumento di difesa, ma l'Amministrazione di Bordighera fu larga di incoraggiamenti per i tvalorizzatori» di Punta Migliarese, nella convinzione di un futuro beneficio per il turismo e per l'economia locale. Criticando i < valorizzatoti » si passa immediatamente per nemici del progresso, del benessere, dell'intera economia regionale. Sarà bene chiarire non siamo contro gli alberghi nuovi, né contro i villaggi turistici (anche se non Zi amiamo). Riteniamo, al contrario, che lo sviluppo edilizio e turistico sia entro certi limiti benefico. Oli anatemi contro i costruttori, le generiche ed accademiche lamentazioni sembrano frutto di ingenuità'. Vorremmo, piuttosto, chi si costruisse senza far violenza alla natura e al carattere di una regione. Immaginate Punta Migliarese (e anche sul celebre promontorio di Torre del Mare) un borgo simile a Cervo, oppure altissime case simili a quelle di Camogli. Più dei volumi conta una poesia, dell'edilizia, oggi scomparsa. A questo punto riaffiora l'equivoco che finora ha dominato la polemica sul paesaggio. Non sempre cid che il pubblico condanna è condannato da architetti e urbanisti che fanno testo, non sempre dai funzionari delle Belle Arti \che fcannp_ pptere eli approvare o respingere. Molti « orrori » sono costruzioni abusive, ma moltissimi ebbero regolare nulla osta e non dispiacciono ad architetti illustri. I progettisti, tanto più se qualificati, rifiutano l'imitazione dei modelli antichi, e si può capirli quando la loro capacità creativa sia indubbia. Ma il risultato, finora, non convince o infastidisce. Essi osservano: « Quando si parla di difesa della Liguria si intende comunemente conservazione. Dovendo proporre un modello nuovo ai costruttori, nessuno si fa avanti ». E' vero, dobbiamo riconoscerlo, ed è frutto di una scarsa cultura regionale. Ai Piani d'Invrea, presso Varazze, è avviata un'opera di « valorizzazione > su progetti che portano grandi firme. La località era l'ultima sintesi, sulla riviera di ponente, del paesaggio ligure: dalle case rustiche ai pini, alle macchie, vi sorgerà una piccola città moderna, intorno saranno sparsi palazzi e ville. Gli autori dei progetti, fra i quali è Ignazio Gardena, amano il paesaggio, partecipano alla lotta in difesa delle bellezze naturali. La Soprintendenza ai monumenti ha esaminato, ha imposto severi rapporti fra aree edificate ed aree verdi, assicura che i pini e i rustici più significativi saranno conservati. Ma al vedere le prime costruzioni rinasce il timore. Ed è timore dovuto alla frattura fra gli architetti e gli amanti di un più rigoro so rispetto dei modelli seco lari. Si aggiunga l'inarrestabile sete di guadagno, la debolezza degli amministratori locali, la suggestione dell'aumento favoloso delle aree, finora non regolata da alcuna legge (ad Alassio è óra la-volta del <Parco fuor del vento»). Il problema del paesaggio ligure- è iiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiB o i e e, o r » r a hi uao, uti o e ni à'. si a di ul e a e ù un intrico di speculazioni e di compromessi. Aggiungiamo, però, le conseguenze del mancato incontro fra chi vorreb be conservare e chi si propone di rinnovare. I divieti e le in giunzioni ottengono poco. Dall'esempio di pochi architetti qualificati dipende .in gran parte il volto futuro della regione, perché, lo abbiamo viitOr'le imitazioni sono prónìé e diffuse. Gli architetti dovrebbero ricordare che la loro opera non è quella dell'artista che ignora la collettività; essi lavorano su un bene comune: il paesaggio ci appartiene. Mario Fazio Il plastioo di punta Migliarese (Bordighera) con I progettati nuovi edifici che scendono sino al mare. Di fronte sarà ancorata la portaerei-albergo (Telefoto)

Persone citate: Aurelia, Ignazio Gardena, Invrea, Mario Fazio