In carcere per un delitto compiuto a Saluzzo confessa d'aver ucciso un uomo a Savigliano

In carcere per un delitto compiuto a Saluzzo confessa d'aver ucciso un uomo a Savigliano Colpo di scena su un crimine impunito da quattro anni In carcere per un delitto compiuto a Saluzzo confessa d'aver ucciso un uomo a Savigliano E' un giovane meridionale, arrestato per l'assassinio di un bracciante nel cimitero israelitico di Saluzzo - Durante l'indagine s'è accusato anche dell'omicidio di un facoltoso agricoltore soppresso a coltellate nel 1958 - Davanti al giudice ha però ritrattato (Nostro servizio particolare) Savigliano, 19 aprile. Uno degli autori del delitto a ■ soopo di rapina compiuto allo scalo ferroviario di Saluzzo in una notte del settembre scorso si sarebbe confessato responsabile di un altro crimine commesso quattro- anni fa nelle campagne di Savigliano dove venne ucciso il facoltoso agricoltore Giuseppe Busso di 46 anni, mentre a tarda sera stava rincasando da una sagra paesana. Il X3 giugno 1958, nel rio\ Toirane che scorre presso la borgata Consolata di Savigliano, fu rinvenuto il cadavere di un uomo crivellato da ferite inferte con un coltello a serramanico: l'arma, sporca di sangue, fu poi trovata nei paraggi. Vucciso venne identificato in Giuseppe Busso, sposato e patte con quattro figli, residente in una cascina in via Apparizione. Le indagini accertarono che nel pomeriggio del giorno precedente, domenica, il Busso si era recato nella vicina borgata Consolata, dove era in corso la festa' patronale: Era quasi mezzanotte quando, dopo aver giocato a carte e bevuto molti bicchieri di vino, s'incamminò verso casa, accompagnato da alcuni conoscenti. Questi lo lasciarono al bivio dove si diparte il viottolo che porta alla sua cascina: furono gli ultimi a vederlo in vita. Ben visto da tutti, il Busso non era considerato un attaccabrighe: beveva sì, ma sema dar fastidio al prossimo. Era evidente che l'assassino lo aveva aggredito per depredarlo del portafogli, sfilandogli quindi i calzoni al solo scopo di sviare le indagini. Il Busso non e i o o . o e o o a a o i n poteva certo essere considerato un anormale. I carabinieri operarono parecchi « fermi » ma tutti gli indiziati finirono per essere rilasciati per la scarsa consistenza degli elementi a loro carico. Dopo alcuni mesi l'autorità inquirente finì con archiviare la pratica: sul delitto di Savigliano si stese il velo del silenzio. Se adesso, come sembra, si riuscirà a dare un nome all'assassino di Giuseppe Busso, lo si dovrà ad un altro fatto di sangue avvenuto nella notte dal 4 al 5 settembre scorso nei pressi dello scalo ferroviario di Saluzzo, dove fu assassinato il bracciante Antonio Peirone di 4S anni, di Peveragno. Attirato in un tranello con l'inganno di un convegno galante, il Peirone fu massacrato con un troncone di cemento della cancellata ferroviaria e rapinato del portafogli contenente Ilo mila lire. Uno degli autori del delitto, il venticinquenne Tommaso Fino, da Ideile (Cuneo), fu arrestato quarantotto ore dopo a Chivasso; il suo complice, il ventinovenne Natale Gentile, di Cisternino (Brindisi), che da vari anni lavorava nelle cascine del Cuncese, venne arrestato dopo una settimana mentre stava uscendo da un ufficio di Cuneo. II Fino aveva subito confessato, negando però di aver avuto un complice, oltre alla ragazza sedicenne di Brossasco che aveva servito da esca. Era accaduto che i due avessero stretto un patto: il primo di loro che fosse finito in mano della polizia si sarebbe accollato l'intera responsabilità senza tirare in ballo il compare. Fu a questo punto che si registrò la grossa novità che l'autorità inquirente è riuscita a tenere rigorosamente celata per tutti questi mesi. Il giorno stesso dell'arresto Natale Gentile confessò, oltre alla sua partecipazione al crimine dt Saluzzo, di essere l'au- IIIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIMllllllllllll Illllll tore del delitto di Savigliano. Dinanzi al dirigente della Mobile di Cuneo, dott. Punti, il bracciante ammise di aver assassinato Giuseppe Busso: spiegò di averlo incontrato la festa della Consolata e di aver notato il suo portafogli ben fornito. ti Gentile a quell'epoca la varava in un cascinale situato a un paio di chilometri dalla casa del Busso: si licenziò il giorno successivo al delitto riuscendo a tenersi alla larga dai carabinieri. Successivamente, dinanzi al magitrato inquirente, il bracciante ritrattò la prima confessione. Tuttavia il dott. Aldo Igne sti, Sostituto Procuratore della Repubblica di Saluzzo, conse guita la certezza della vali dita di alcuni elementi di ne cusa a carico del Gentile, ha trasmesso gli atti al Giudice Istruttore, dott. Picasso, chiedendo che venga formalmente contestata al bracciante pu gliese l'imputazione di duplice omicidio aggravato. Quasi sicuramente. Natale Gentile sa rà incriminato e dovrà, in tal caso, rispondere in Corte di Assise oltre che dell'uccisione del Peirone — in correità con Tommaso Fino — anche del l'assassinio di Giuseppe Busso. Ti. m lllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllllMudrizqhrqmtrdfttsSlmcdlmsuci«dprrlcblcm Natale Gentile (a sinistra), mentre era in carcere per un delitto a scopo di rapina, ha confessato di aver ucciso anche l'agricoltore Giuseppe Busso (a destra) «'"'Il IHIIIIIIIHIMMMMIIMHIMIIHIFhMIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIMIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIMIIIIIIIIII

Persone citate: Aldo Igne, Antonio Peirone, Giuseppe Busso, Natale Gentile, Peirone, Picasso, Tommaso Fino