Non dovranno restar zitelle di Vittorio Gorresio

Non dovranno restar zitelle Non dovranno restar zitelle (Dal nostro corrispondente) Roma, 18 aprile. Il ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale, on. Virginio Ber tinelli, è stato il protagonista della riunione di governo che si è tenuta oggi a Palazzo Chigi e che ha approvato, tra gli altri, un disegno di legge di grande importanza sociale ed economica; concernente il cosiddetto nubilato forzoso nelle fabbriche e negli uffici. La storia di questo nubilato forzoso è tra le più note all'opinione pubblica, avendo anche fornito il tema a un episodio del film Boccaccio '70, nel quale il regista Monicelli narra la vicenda patetica di una giovane coppia. La sposa, non riuscendo a tenere nascosto il proprio matrimonio con un operaio, della fabbrica in cui lei stessa lavora, incita il marito alla ribellione e tutti e due perdono il posto. Lui finirà guardiano notturno in un cantiere, lei trova un posto dì commessa e in pratica potranno rivedersi e stare insieme soltanto la domenica. Era una storia che in Italia era diventata purtroppo molto comune. Anche a « Specchio dei tempi » fino a pochi giorni fa, arrivavano lettere di questo tenore, ai operaie o impiegate : « La ditta dove lavoro mi ha comunicato che, se mi sposo, mi licenziano. Ebbene, poiché il mio stipendio è necessario, andrò a convivere con il mio fidanzato ». L'atteggiamento delle ditte nemiche del matrimonio delle operaie e delle impiegate talvolta quindi si risolveva in un incitamento al concubinaggio, e questa era, d'altra parte, soltanto una delle deplorevoli conseguenze che l'animus anti-sociale di alcuni imprenditori provocava nel mondo del lavoro. Il Governo si stava occupando già da tempo del problema. Nel Consiglio dei Ministri del 31 marzo erano stati approvati i criteri ispiratori di un disegno di legge presentato dal ministro socialdemocratico Virginio Bertinelli. Affermato in via di principio il divieto di licenziamento delle donne per causa di matrimonio, il ministro si riservava di sottoporre il suo progetto, compiutamente articolato, alla prima riunione « triangolare » fra i rappresentanti del governo, degli imprenditori e delle organizzazioni sindacali. Il 2 aprile, a Palazzo Chigi, l'incontro triangolare tenuto sotto la presidenza di Fanfani indiceva una speciale riunione delle categorie interessate presso il Ministero del Lavoro, e il 6 aprile, finalmente, Bertinelli presentava il suo progetto ad un convégno dei rappresentanti della Cgil, Cisl, Uil, Cisnal, Cisal, Cida, Confindustria, Confagricoltura, Conf commercio, Asap, Intersind, Confapi, Confederazione della municipalizzazione, Assicredito, Associazione delle Casse di Risparmio e Associazione Nazionale Imprese Assicuratrici. Illustrato il suo progetto a questo imponente stato maggiore del mondo del lavoro, il ministro Bertinelli aveva detto : « Nessuna legge, signori, è mai riuscita ad accontentare tutti. Qui noi possiamo cercare di perfezionarla nei dettagli, senza dimenticare che a dare il giudizio definitivo sarà il Parlamento. Mettiamoci comunque d'accordo sulla questione di principio, perché non dubito per un momento che questa legge, nelle sue linee generali, è destinata a passare ». Data questa premessa, imprenditori e sindacalisti si dichiararono d'accordo sulla questione di principio; per la Cgil l'on. Santi chiese qualche ritocco a miglior precisazione di qualche particolare,^ e una maggiore estensione delle provvidenze previste, aedcmldpqiigcrdcltvn anche a vantaggio, per esempio, della categoria delle domestiche. Ora la legge, che ha recepito alcuni dei suggerimenti avanzati dai sindacalisti, è arrivata al Consiglio dei ministri ed è stata approvata. In base ad essa, quando sarà passata anche in Parlamento, sarà vietato il licenziamento delle impiegate e delle operaie per causa di matrimonio, e saranno nulle tutte le cosiddette clausole di nubilato, comunque inserite nei contratti di lavoro e nei regolamenti interni. Ovviamente saranno illegali anche i vari sotterfugi di altro genere come quello di offrire alle lavoratrici contratti a termine, o di pretendere da loro, all'atto della assunzione, una lettera di dimissioni con la data in bianco. La ditta la teneva nel cassetto, e la datava il giorno della richiesta delle pubblicazioni di matrimonio. : D'ora in avanti, invece, proprio dal giorno della richiesta delle pubblicazioni fino ad un anno dopo l'avvenuto matrimonio, il licenziamento di una lavoratrice sarà presunto determinato dal motivo delle nozze e sarà quindi illecito. La presunzione è stabilita in considerazione del fatto che sarebbe estremamente difficile per la lavoratrice fornire la prova che il licenziamento è dovuto alla causa nuziale, ed è quindi al datore di lavoro che spetta l'onere di dare la prova del contrario, cioè che il licenziamento si è reso necessario per dna causa obiettiva, assolutamente estranea ai matrimonio. H datore di lavoro che fosse riconosciuto colpévole di arbitrario licenziamento incorrerà nell'obbligo di riassumere la lavoratrice con tutti gli oneri relativi, stipendi arretrati, assegni, contributi previdenziali, eccetera. Anche se la lavoratrice decidesse di non rientrare più in servizio presso la ditta dove ha subito il sopruso, avrebbe ugualmente diritto a percepire l'intera indennità di licenziamento e gli stipendi arretrati. In sostanza, la legge tende anzitutto, saggiamente, a rèndere antieconomico il licenziamento della lavoratrice-sposa. La legge, in ogni modo, prevede qualche beneficio anche per i datori di lavoro. Attualmente è a loro carico l'intero onere dovuto alle impiegate durante il periodo trimestrale di astensione obbligatoria dal lavoro ' per gravidanza e puerperio. D'ora in avanti esso invece sarà a carico degli Istituti per l'assicurazione contro le malattie: si applicherà cioè anche per le impiegate il sistema mutualistico che è già in vigore per le operaie. H datore di lavoro contribuirà pertanto solamente con una modesta percentuale, diluendosi fra tutte le impiegate assicurate il maggiore onere che una donna. sposata può comportare rispetto ad una nubile. Più improbabile, quindi, dovrebbe divenire l'imposizione dà parte del datore di lavoro alle sue dipendenti della scelta difficile tra il matrimonio ed il lavoro. Vittorio Gorresio iiiiiiiiiniiiiiiiHiiiiiiiiiiiiiniiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii

Persone citate: Bertinelli, Fanfani, Monicelli, Virginio Bertinelli

Luoghi citati: Italia, Roma