Kennedy ribadisce che gli Stati Uniti non intendono dare atomiche a nessuno di Antonio Barolini

Kennedy ribadisce che gli Stati Uniti non intendono dare atomiche a nessuno Kennedy ribadisce che gli Stati Uniti non intendono dare atomiche a nessuno « Siamo contrari alla proliferazione delle armi nucleari » - Sa Berlino : « La situazione è più calma, ma la città è sempre un focolaio di pericolo » - Il Presidente non ha annunciato la ripresa delle prove atomiche; ma le speranze di accordo con l'Urss per il hando sono minime (Dal nostro corrispondente) New York, 18 aprile. Il presidente Kennedy ha tenuto stamane la consueta conferenza stampa del mercoledì, nella sala dell'Auditorium del Dipartimento di Stato. Si riteneva che il Presidente avrebbe comunicato la data della ripresa degli esperimenti atomici alle isole Christmas. Invece, tutta la conferenza è stata improntata a un tono distensivo, anche se non si può dire che vi siano all'orizzonte reali schiarite: il cielo continua ad essere nero. Per quel che riguarda l problemi internazionali, Kennedy ha toccato soprattutto tre punti: disarmo, ripresa degli esperimenti nucleari, Berlino. A proposito del disarmo e della conferenza di Ginevra in atto, il Presidente, riferendosi al nuovo plano presentato oggi dall'America a Ginevra, ha detto: «Gli Stati Uniti hanno tentato un estremo sforzo per rompere il ristagno dei negoziati. Il nuovo schema di trattato riassume una serie di proposte specifiche tra le più realistiche che mai siano state avanzate da noi o da qualsiasi altro paese. Noi speriamo che nel reciproco scambio di alternative e di offerte fatto al tavolo della conferenza, il nuo¬ vo piano possa avere una efficacia costruttiva sull'andamento dei negoziati in corso... Noi riteniamo anche che. oggi, sulle nazioni rappresentate a Ginevra, gravi la responsabilità di porre le fondamenta di un mondo sinceramente pacifico e sicuro, iniziando una vera riduzione delle arrhi ». A proposito degli esperimenti nucleari che l'America dovrebbe iniziare fra una decina di giorni, al massimo, nel Pacifico, la dichiarazione del Presidente è stata questa: < La risposta che i sovietici hanno dato a noi e al Primo ministro britannico, dopo il nostro ultimo appello, conferma che non è possibile, per ora, sperare in un accordo per il bando dell'arma atomica che contempli un minimo di ispezioni internazionali. Dato che, sen za questo minimo di garanzia un accordo non è possibile, è evidente che i nostri esperimenti nel Pacifico' dovranno aver corso .in base ai programmi stabiliti ». E' confermato che, malgrado le pressioni del Pentagono, il Presidente intende contenere gli esperimenti dentro i limiti minimi, che garantiscono un pieno controllo delle modeste radiazioni atmosferi¬ che che verranno prodotte; e che Kennedy non intende, per ora, affidare armi atomiche né alla < Nato > né a De Gaulle che — secondo altre voci — pur di ottenere un aiuto americano nel campo nucleare, avrebbe offerto sensibili contropartite nel campo economico, atte a frenare il deflusso dell'oro dagli' Stati Uniti. « Penso — ha detto il Presidente . — che la politica dell'America continuerà ad essere estremamente riluttante alla proliferazione delle armi atomiche ». Infine, parlando di Berlino; il Presidente ha detto: «Si tratta sempre di zona di estremo pericolo, dove convergono interessi di tutti e due i blocchi. Vi può sempre, potenzialmente, scoppiare un incendio, anche se, per adesso, le cose appaiono più calme ». I colloqui tra Rusk e l'ambasciatore sovietico Dobrynin per Berlino continueranno. Parlando dei problemi interni, Kennedy ha confermato dì essere un abilissimo politico. Egli ha offerto un'ramo d'olivo tanto ai richiamati, che, se tutto andrà bene, potranno tornare .ile loro case per agosto, quanto agi! industriali dell'acciaio, eh» si tono decisi e — , . i ; i o , e e ì . e o i si ad accettare il suo punto di vista nella vertenza dell'aumento dei prezzi, da. essi proclamato, e respinto dal Presidente. Per quel che riguarda i richiamati, il Presidente ha reso noto di aver chiesto alle Forze Armate di non procedere contro 1 due giovani che, per insubordinazione, erano stati demandati alle Corti marziali. « Si tratta di colpe — ha detto il Presidente — che mi sono sembrate conseguenza di malintesi più che di vera e propria intenzione criminale. Perciò, ho chiesto ■ all'esercito di ritirare la sua denuncia alla Corte marziale». I due incriminati si erano limitati a fare proteste come liberi cittadini. Una delle proteste, poi, era contenuta in una lettera che il richiamato aveva scritto al senatore del suo Stato, l'Utah. Il senatore avrebbe dovuto fare, in proposito, una specie di interrogazione parlamentare sui richiami di ottobre, giudicati inutili. Quanto agli industriali dell'acciaio, vai la pena, anche in questo caso, di riferire la equilibratlssima dichiarazione con cui il Presidente ha celebrato con loro la rinnovata pace: c L'amministrazione non con¬ i o e r i serva rancore né contro gli individui, né tanto meno contro un'industria, una società o un qualsiasi settore dell'economia americana... Quando un errore è stato riconosciuto ed è stato rispettato il pubblico interesse, non c'è proprio nulla da guadagnare con le continue inutili recriminazioni ». Antonio Barolini

Persone citate: De Gaulle, Dobrynin, Kennedy, Penso, Rusk