La «dolce vita» di Mosca in tre nuovissimi caffè di Enzo Bettiza

La «dolce vita» di Mosca in tre nuovissimi caffè Bar alla occidentale, una novità per la Russia La «dolce vita» di Mosca in tre nuovissimi caffè L'inaugurazione dei locali, nel centro della metropoli, ha provocato uno scalpore incredibile - Sempre frequentatissimi, bisogna fare la coda per entrare; e si vedono aspettare, con pazienza, giovanotti spregiudicati ed elegantoni, in compagnia di signorìnelle pettinate all'eccentrica, con tacchetti altissimi a spillo (Dal nostro corrispondente) Mosca, 13 aprile. La novità della stagione è la inaugurazione, quasi simultanea, di tre caffè nel centro di Mosca, Il primo, anonimo e frequentato in maggior parte da artisti, si è aperto sul Kuznietski Most, una tra le più sofisticate vie moscovite, con le sue librerie ottocentesche, i negozi d'antiquariato, i magazzini di moda; l'altro, in via Gorki, si chiama Maladioznaja (gioventù) ed è sempre pieno, appunto, di giovani; al terzo, in via Sadova Kariatnaja, hanno dato il nome marziano di Aelita, eroina di un omonimo romanzo di fantascienza scritto da Alexej Tolstoi. Ogni sera, dopo le sei, l'osservatore occidentale, abituato finora ad associare macchinalmente il quadro di russi in coda a bisogni più elementari, assiste ad un fenomeno inconsueto. Egli, nei lunghi crepuscoli di queste giornate primaverili, può per la prima volta vedere, davanti l'entrata dei tre caffè, lunghissime code formate non più da pazienti donne del popolo che con la valigetta di fibra in mano aspettano il turno per un paio di uova, ma da giovani d'aspetto spregiudicato, vestiti con eleganza ricercata, che ricorda quella degli europei intorno al 1939, in compagnia di ragazze pettinate eccentricamente e issate su certi acuminati tacchetti a spillo che in questi giorni stanno provocando uno scompiglio quasi rissoso nel reparto calzature del Gum. Sta nascendo un nuovo tipo di coda, la « coda voluttuaria », che si forma con la, consueta disciplina per l'acquisto di un caffè espresso, di un liquore, di una boccata^ d'aria disten siva. Ad orecchi occidentali tutto ciò può suonare assurdo. Assurdo può sembrare già il fatto che la nostra attenzione sia stata attratta dalla semplice apertura di alcuni caffè in una città di sette milioni di abitanti. Ci spiegheremo meglio, tre locali non soltanto sono- i primi del-genere che si aprono a Mosca, ma sono gli unici che possano dare al russo una vaga idea di quello che è un bar italiano, un bistrò francese, un espresso viennese. Fino a po chissimo tempo fa non esisteva in tutta Mosca un solo caffè-bar di stampo occidentale in cui, interrompendo una corsa, si potesse entrare consumare una bìbita. Il sentimento dì depressione che qui immediatamente cogli' 10 straniero novizio, e che la apertura di appena tre caffè non potrà certo cancellare, è provocato anche da questo: dalla infinita monotonia della strada russa, sterilizzata e au stera, priva di eccitanti, di inviti, di evasioni effimere in un bizzarro titolo di giornale al l'angolo del marciapiede, nel colore di una vetrina diversa dalle altre, nella penombra d un caffè o nel frastuono di un bar. E' una strada piatta, senza interni, sorprese, misteri. 11 culmine dell'evasione è il Ristorante, che scriviamo con la maiuscola perché per il soviet! co rappresenta un simbolo che riunisce in una volta tante co se proibite: oltre al cibo, esso rappresenta la vodka, la musi ca, il ballo, la ricchezza; dati i prezzi altissimi, è nel ristoran te che si identifica la dissipazione, il potere peccaminoso del danaro che altrove non trova ancora uno sfogo facile La cronaca moralistica, quando bolla qualche trafficante di valuta, candidato magari alla pena capitale, non manca quasi mai di sottolineare, nell'elenco delle colpe, il ristorante. Quante volte abbiamo letto nei resoconti di un arresto o di un processo: <X Y frequentava donne di facili costumi e andava al ristorante y. Ma il caffè-bar nel senso occidentale del termine non esisteva. Perciò gli esperimenti del Kuznietski Most, di via Gorki e del Sadova Kariatnaja si segnalano nella più recen te cronaca del costume sovietico con un'importanza che su pera di gran lunga la loro fun zione pratica. Per l'eccitante senso di novità che comunicano ai più giovani, di rottura con una lunga tradizione di continenza e di austerità imposta nelle strade sovietiche, di imitazione tardiva delle abitudini occidentali, i tre nuovi caffè si inseriscono dimostrativamente nel clima del kruscevismo spicciolo, popolare, senza il quale sarebbero inconcepibili. Il modernismo che esibiscono contrasta con l'ambiente dei ristoranti, addobbati per lo più con quel gusto ecletticomonumentale, un poco cimiteriale, che piaceva a Stalin. Mentre qui predomina il marmo, il bronzo, il velluto cardinalizio, i nuovi caffè ostentano una linea razionale, con delle civetterie astrattiste nel la decorazione. L'Aelita, sui suoi pochi metri quadrati, concentra tavolini e seggiole di materiale plastico con gambe nichelate, una pista da ballo, una pedana per l'orchestra, un bancone per la mescita di foggia dinamica, dipinto di rosso acceso. I muri sono ricoperti da minutissime tessere luccicanti che compongono sulle pareti mosaici astratti. Servono solo donne, in grembiulini neri e cufflette di pizzo, copia quasi fedele delle Kellerìnen Mitteleuropee. I vecchi ristoranti, in cui anche il senso del peccato, avvolto in un'ambigua atmosfera di chiesa antica, si fa greve, sta ai nuovi caffè sul piano dei cambiamenti nel gusto che da alcuni anni pervadono questa società, come il massiccio complesso del Cremlino sta al nuovo palazzo congressuale di vetro e d'acciaio che Kruscev, per segnare polemicamente la propria èra, ha eretto nel cuore del fortilizio staliniano. La mancanza di luoghi e di spazio per i divertimenti trasforma i caffè, appena nati, in locali compositi ; condensano in un unico ambiente il bar, il caffè, la balera, il locale notturno. Se non 'interverrà la censura a frenarne la propagazione, si moltipllcheranno presto, e non solo a Mosca. Hanno appena, si può dire, qualche giorno di vita, e sono già entrati nella letteratura: un giovanissimo scrittore di temperamento anticonformista, Volkov, ha ambientato per esempio un suo vivace racconto, in cui si respira un'atmosfera alla Evtuscenko e ancor più alla Axionov, in un caffè che nella narrazione resta immaginario e anonimo, ma che nella realtà deve trovarsi o in via Gorki o nel Kuznietski Most. Enzo Bettiza +++

Persone citate: Evtuscenko, Kruscev, Most, Sadova, Stalin, Volkov

Luoghi citati: Mosca, Russia