I polacchi hanno trovato un compromesso fra ortodossia comunista e diritti dell'uomo

I polacchi hanno trovato un compromesso fra ortodossia comunista e diritti dell'uomo Una posizione di equilibrio ardua ma costruttiva I polacchi hanno trovato un compromesso fra ortodossia comunista e diritti dell'uomo Hanno accettato lealmente l'alleanza con Mosca, ma a patto di salvare l'autonomia interna - Temono la Cina e più ancora la Germania; così premono su Kruscev per una distensione, che eviti il riarmo tedesco - Nelle campagne hanno fatto parecchie concessioni agli agricoltori: e la produzione (fatto eccezionale nel blocco sovietico) è cresciuta (Nostro servizio particolare) . " ■ Varsavia, aprile. « Caro signore, per chi vive nel mondo comunista, questo è il paese migliore » — afferma convinto un giovane cattolico, ripetendo un concetto che a Varsavia è divenuto un luogo comune, ma che riflette assai bene lo stato d'animo dei polacchi, dopo la rottura — avvenuta nel 1956 — con lo stalinismo. Essi sono particolarmente soddisfatti perché, con quell'atto, sono riusciti ad ottenere — nonostante la loro difficilissima posizione — ottimi risultati; il loro sforzo dimostra come una nazione, sentimentalmente cattolica e occi¬ MItllMIl IllllllIllillllKMMIIMI'lllliEI llI1lll dentale, ma alleata in maniera stabile all'Unione Sovietica, possa introdurre un minimo di libertà e di buon gusto persino in un sistema stalinista. 1 polacchi accettano senza riserve l'alleanza con i russi, sentono che fanno parte inevitabilmente dell' area contesa dai due balocchi di potere, e ■temono la Gina e, a loro avviso, soprattutto la Germania Occidentale, due paesi capaci di trascinare i loro alleati in una guerra. Gli stessi leaders non sanno a quali sbocchi possa condurre il dissidio cinosovietico. E sperano che la tensione EstOvest rallenti giacché ogni aumento di essa ripropone il 11MltlII1lll1IlIIIMIIIItlllIIllllllllITII(IIII!IIll]ll1Ill pericolo mortale che è, per i polacchi, il riarmo tedesco. I polacchi non dimeniicano, e faranno di tutto perché neppure gli altri dimentichino, gli anni del loro martirio e delle camere a gas di Auschwitz: e pochi riescono a discutere con obbiettività il problema della-] Germania. Sono rassegnati alle perdite territoriali subite ad Est, ma si sono preoccupati con ogni mezzo per essere certi che le zona ad Occidente tolte alla Germania e amministrate dal 1945, rimarranno ■ polacche: E le hanno assimilate al resto del paese; su trenta milioni di polacchi, circa otto vivono in quelle terre e S milioni e mezzo vi sono tl9MM1II11l1IIIII11tllT11MIItllllllllTMlltTIIMlMiet! addirittura nati. Secondo un calcolo attento, non vi sono rimasti più di ventimila tedeschi. In politica interna, lo stalinismo è finito più di cinque anni fa. Wladislaw Gomulka, segretario del Partito unificato àei lavoratori polacchi (comunista), promise a Kruscev ohe. la Polonia sarebbe restata nel blocco comunista, se ad essa fosse stata concessa maggiore libertà. Così » prigionieri politici sono pochi e i polacchi possono liberamente criticare il regime, pur senza poter scrivere per denunciarne le deficienze. Il governo di Gomulka, del resto, adotta misure graduali contro i propri avversari, combattendone uno alla volta. Due anni, in passato, sono stati dedicati alla lotta contro la Chiesa: l'istruzione religiosa nelle scuole statali fu sospesa e si tentò di proibire il catechismo nei templi e altrove, ma questi provvedimenti condussero a un'opposizione ampia e decisa. Cosi l'attacco ai cattolici è cessato: ma, nonostante la considerazione nella quale il cardinale Wiszynski è tenuto, il clero agisce sempre con molta discrezione. Le classi professionali — ad esempio i medici e gli architetti — hanno modo, lavorando duramente, di condurre una vita abbastanza agiata; gli intellettuali sono piuttosto controllati, A Varsavia, il massimo circolo d'opposizione — The Crooked Circle — è stato chiuso di recente per una serie di iniziative di critica violenta ma, tutto sommato, marginale al governo. Adesso, per ragioni economiche più che politiche, l'at¬ tenzione del governo sembra rivolgersi ai contadini. Gomulka è indeciso: il 1961 è stato un anno assai favorevole. Il consumo di carne è salito di molto e, per citare soltanto due statistiche, la produzione di grano per acro è aumentata, 10 scorso anno, del li per cento, mentre le somme depositate nella Banca Nazionale sono passate' da 11 miliardi di zlotys (pari a circa 886 miliardi di lire' italiane) nel 1959 a 11 miliardi (S6i miliardi) nel 1960, con un ulteriore incremento nel '61. I contadini diventano piccoli proprietari; il governo non vuol rischiare che la produzione diminuisca solo per attuare la collettivizzazione e si servirà di una nuova tassazione per adeguare i ricavi degli agricoltori ai proventi dell'industria. Per ora è proprio il lavoratore industriale che vive peggio. Le case in città sono strette e squallide ma, finalmente, l'anno scorso il governo ha potuto annunciare che il massiccio programma edilizio è stato portato a termine: e non c'è dubbio che questo sarà uno stimolo per i contadini che, nei prossimi anni, dovranno trasferirsi nei centri urbani a lavorare. Quanto al loro stato d'animo, i polacchi sem°rano aver capito perfettamente, i criteri che regolano il « dare e l'avere » tra il governo e il popolo e li rispettano disciplinatamente. Una signora polacca, a questo proposito, ha detto: «Non sfidiamo più, romanticamente, 1 nostri potenti vicini; e all'interno abbiamo raggiunto un compromesso. Grazie a Dio, siamo cresciuti». 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Persone citate: Gomulka, Kruscev, Wiszynski