Bologna fu nell'età carducciana la vera capitale letteraria d'Italia

Bologna fu nell'età carducciana la vera capitale letteraria d'Italia il centro di un'"intellig€nza> spesso dimenticata Bologna fu nell'età carducciana la vera capitale letteraria d'Italia Ma il merito non fu soltanto del grande poeta e della.sua scuola; vi concorsero l'Università, risorta dopo la grigia decadenza dei tempi dell'assolutismo, e l'editore Zanichelli - Anche la vita musicale ebbe un eccezionale splendore, con il trionfo di Wagner; e la scienza, dalla clinica di Murri agli esperimenti di Marconi Il 1861 non segnò solo l'inizio, per il nostro paese, di una nuova fase, nazionale e unitario, della sua storia politica e Civile, ma anche, per alcune città o regioni, di una nuova vita culturale. Tipico il caso di Bologna: città di antiche e gloriose tradizioni intellettuali, ma che, dopo i fastigi del Cinquecento, aveva visto la propria vita culturale declinare sempre più e, infine, nella prima metà dell'Ottocento, sotto quello che il Leopardi chiamò il « governo gotico » dei Cardinali legati, ridursi di fatto quasi al lumicino. La stessa Università era rimasta, dopo i moti del '31, soltanto sede di esami: in quanto gli studi dovevan essere condotti nelle varie città, sotto la guida di docenti scelti dai Vescovi e confermati dal Santo Uffizio. Ed i libri destinati alle stampe dovevan subire il controllo di ben sette censure successive. Pure, ciò non impedi a Bologna di diventare, dopo il 1860, nel nuovo regime di libertà, uno dei maggiori centri intellettuali della penisola e di conquistarvi anzi, nello scorcio del secolo, una posizione egemonica. Ciò grazie al felice incontro di un grande poeta, che era insieme un grande maestro di studi letterari e dì vita civile, c di un rinnovato magistero dell'Aimo Mater Studiorum, con la geniale attività editorial: di un libraio modenese, Nicola Zanichelli. Questi, trasferitosi nel '66 a Bologna, seppe fare dopo il '75, della libreria del Pavaglio- ne da lui rilevata, il luogo di incontro, oltreché dcll'< intelligenza» cittadina, di gran parte della cultura nazionale. E l'Università e la Caaa Zanichelli costituiscono, appunto, i due polì intorno ai quali s'incentra la rievocazione della storia culturale bolognese nell'ultimo secolo compiuta da un gruppo di studiosi e di scrittori, — C. Del Grande, P. Plora, À. C. Jemolo, A. Pignedoli, G. Spadolini e M. Vinciguerra, — in una raccolta dì saggi, Bologna e la cultura dopo l'Unità, edita dallo Zanichelli in occasione del recente centenario. Vi campeggiano, naturalmente, Carducci e l'età carducciana: l'età in cui Bologna assurse a capitale letteraria del nuovo Stato e la « gente zanlchella», come ebbe un giorno- a chiamarla l'autore delle Odi Barbare, fu per molti anni al centro della vita culturale nazionale. Accanto alla grande poesia delle Rime nuove e delle Barbare, essa vide fiorire quella minore di Enrico Panzacchi i di Olindo Guerrini e, in . i momento successivo, di Giovanni Pascoli e di Severino Ferrari; e crescere, alla loro scuola e a quella dello Studio bolognese, giovani che si chiamavano Adolfo Albertazzi, Alfredo Panzini, Corrado Ricci, Giovanni Federzoni, Giuseppe Albini, Alfredo Galletti e, più tardi, Manara Valgimìglì e Renato Serra; e far capo a Casa Zanichelli la maggior parte dei poeti e dei letterati del tempo, tranne D'Annunzio. E, in stretta correlazione con tale fioritura letteraria, affermarsi, e non solo negli studi universitari, una tradizione umanistica, contrassegnata da vaia. duratura' alleanza di disciplina filologica e di gusto letterario, destinata ad alimentare le numerose traduzioni di classici greci e latini che caratterizzarono, dai tempi del Michelangeli sino ai giorni nostri, l'attività della Zanichelli. Anche là filosofia, dopo il breve magistero di Francesco Fiorentino, vi serbò a lungo uno spiccato carattere umanistico con Francesco Acri, che, come scrive il Flora, < ebbe in grado eccellente il senso poetico delle idee e lo tradusse in limpide forme espressive ». Mentre, negli studi storiografici, all'attività della Deputazione di storia patria, istituita nel 1860 dal Farini, e alla pubblicazione della monumentale raccolta murato'riana dei Rerum italicarum scriptores, faceva riscontro, fuori della cerchia universitaria, l'estro geniale di Alfredo Oriani. Ma in quel periodo, che per certi aspetti si prolungò sino alla prima guerra mondiale, Bologna — per la presenza nel suo Conservatorio di un Martucci e di un Busoni e il nuovo gusto per i concerti orchestrali e da camera e la fervida accoglienza fatta a Wagner, — fu all'avanguardia anche nel campo musicale. E il suo Studio non fu illustrato solo nella Facoltà di lettere, da maestri come Carducci e Teza e Gandino e Acri e, più tardi, Pascoli » Puntoni e Al bini. C'erano maestri altret-' tanto insigni anche nelle altre Facoltà: come P. Ellero, C. Vivante, G. Ceneri, G. Chiovenda, D. Anzilotti in quella di giurisprudenza; Augusto Mùrri, A. Codivilla, V. Putti, G. Viola in quella di medicina; C. Emery, F. Del Pinto, G. Ciamician, M. Betti in quella di scienze; S. Pincherle, A. Righi e Federigo Enriques in quella di matematica e fisica E proprio in quegli anni, nella villa di Pontecchio, iniziò i propri esperimenti Guglielmo Marconi. Su un piano minore, ma tutt'altro che privo d'interesse, ci porta un'altra recente pubblicazione commemorativa, edita dal Cappelli, intesa a celebrare i Cento anni del Liceo « Galvani », istituito nel febbraio 1860 dall'allora dittatore per l'Emilia Luigi Carlo Farini, e che da allora, sotto la guida di valenti presìdi — tra i quali emersero, per la durata e l'efficacia della loro opera, Emilio Roncaglia (18921913) ed Ezio Chiòrboli (19291952) — svolse, nella vita scolastica e culturale cittadina, una funzione di molto rilievo. Basti pensare che v'insegnarono , maestri come il Michelangeli, il D'Ovidio, 11 Pacinotti, l'Albini, il Lipparini, il Juvalta, il Sorbelli, il Plcotti, il Saltta, l'Alterocca, il Lugli, il Pettazzoni (e nel 1865, per alcune settimana, lo stesso Carducci). Una cronj.ca attenta e mi nuta (sin troppo minuta, che si estende per quasi 400 pagine), dovuta all'attuale preside, prof. Angelo Campanelli, ispiratore e in gran parte au¬ tore del volume, ci permette di riviverne, anno per anno, la storia interna. E di renderci conto, in un caso singolo, dell'importanza, nella vita educativa e culturale del nostro paese, di quelle scuole secondarie la cui opera, nel primo secolo della nostra storia unitaria, attende tuttora il suo storico. Paolo Scrini llllllllllllllllllMllllllllinillllllllllllUIIIIIIIIIIII

Luoghi citati: Bologna, Casa Zanichelli, Italia