Folla di donne, montanari e operai a Courmayeur ai funerali dei tre minatori uccisi dalle valanghe
Folla di donne, montanari e operai a Courmayeur ai funerali dei tre minatori uccisi dalle valanghe Silenzio nel cantiere di Entrèves sotto il Monte Bianco Folla di donne, montanari e operai a Courmayeur ai funerali dei tre minatori uccisi dalle valanghe Presenti anche ii presidente della Regione e i dirigenti dell'impresa - I feretri partiti per i paesi delle vittime - Già domani il lavoro riprenderà in qualche reparto - Ritornano i dipendenti che si erano allontanati dopo la tremenda notte - Misure di sicurezza contro il pericolo di altre slavine (Dal nostro inviato speciale) Courmayeur, 7 aprile. Tutta Courmayeur ha salutato oggi con un'accorata manifestazione di compianto • le tre vittime della valanga che ha devastato il cantiere del traforo. Nel pomeriggio una grande folla si è riunita davanti al cimitero. Centinaia di minatori, tutti quelli rimasti a Courmayeur, alloggiati provvisoriamente in alberghi e case private, giungevano a gruppi per essere ancora una volta vicino ai loro compagni e la loro presema, imponente e silenziosa, attestava la solidarietà che unisce, nel lavoro e nel sacrificio^ le maestranze del cantiere. Guide, maestri di sci e montanari giunti anche dalle frazioni e dai casolari sperduti sulla montagna si univano alla folla in cui ogni famiglia di Courmayeur era certamente rappresentata. Nella camera mortuaria del cimitero, accanto' alle tre bare, erano raccolti i familiari delle vittime, uniti nel dolore e nella preghiera. C'erano- il fratello di Agostino Fadda che abita a Courmayeur dove si è sposato, e alcuni figli di Vincenzo Carbone e di Pietro D'Arcangelo. Le vedove sono rimaste ai loro paesi con i figli più piccoli, nell'angosciosa attesa di riavere le salme dei loro cari. I minatori che eranó)stati,vicini di camerata e iti mensa, amici più iniimi delle vittime, erano accanto ai familiari di Fadda, Carbone e D'Arcangelo per confortarli, e vicino a loro erano anche alcune mogli di minatori venute ad abitare a Courmayeur. Sono donne che conoscono dai racconti dei loro mariti quanto sia duro e pericoloso il lavoro in galleria, e sanno trovare parole semplici e animose davanti alla più tragica fatalità. E' un'altra scena penosissima che si svolge in questa camera mortuaria. Qui compiono l'ultima sosta le vittime della montagna: guide, alpinisti, sciatori caduti' da una parete di roccia o su un ghiacciaio per raggiungere una meta difficile 0 per salvare un compagno in pericolo. Qui, i tre lavoratori travolti da una valanga mentre davano la loro opera per aprire il più gigantesco traforo del mondo, si allineano idealmente ai protagonisti dei più commoventi episodi di sacrificio alpino. Poco dopo le 15 giungeva il presidente della Regione avv. Marcoz, il questore dott. Zeppetella, il comandante dei carabinieri magg. Caleffi. Il corteo funebre partiva alle 16 dal camposanto. Dietro ai feretri scortati dai familiari e da ami ci, seguivano le autorità, il sindaco di Courmayeur, dott.'Sincero, il presidenti; della società del traforo del Monte Bianco, on. Paolo . Alfonso Warinet, il prof. Loris Garbi direttore generale della Società delle condotte d'acqua, che esegue i lavori, il direttore dei lavori ing. Catalano col geom. Scaglia, l'ing. Meschini e tutti i dirigenti del cantiere. La squadra del soccorso alpino, col medico dott. Pietro Bassi, che si prodigò nell'opera di soccorso insieme con i carabinieri, gli alpini e i vigili del fuoco, rendeva pure l'estremo saluto alle tre vittime. Nella chiesa parrocchiale, don .Cirillo Perron celebrava l'ufficio funebre, e invitava tutti i presenti a raccogliersi nella preghiera, ricordando con profonda commozione il sacrificio dei tre operai caduti nel compimento di una opera ciclopica. 1 feretri venivano poi portati a Pré Saint-Didier e alle SOfiO partivano, in trend, per 1 paesi delle vittime. La salma di Agostino Fadda verrà portai--, alla stazione di Abbasanta (Cagliari), di dove proseguirà per Busachi; quella di Vincenzo Carbone a Offìda Castel di Lama, e poi a Castiglione (Ascoli Piceno), e quella di Pietro D'Arcangelo a San Vito Lanciano, e quindi a Barello (Chieti). I funerali e il trasporto delle salme ai paesi di origine sono a spese della Società delle Condotte d'acqua di Roma. _ I dirigenti dell'impresa, subito dopo la sciagura, avevano affermato che i lavori sarebbero stati ripresi con la massima sollecitudine. Oggi hanno confermato che il cantiere, sebbene sia stato devastato dalla neve e dalla tromba d'aria sprigionata dalla valanga, non ha subirò danni gravi: iti ventiquattr'ore è possibile riallacciare la linea elettrica rimasta interrotta e gli altri guasti non hanno conseguenze dirette sul ritmo del lavoro. Sembra sia scomparso anche il pericolo di nuove valanghe; cessato il vento di scirocco, la temperatura è divenuta rigida (stamane al cantiere il termometro segnava otto gradi sotto zero), e i banchi di neve minacciosi sulle pendici del monte Frety si so no rassodati. Il lavoro nel con tiere — assicurano i dirigenti — sarà ripreso nella prossima settimana, ma già lunedì alcuni reparti riprenderanno la lo ro attività. La fuga degli operai, che subito dopo il disastro nt.-ei.-a assuìito aspetti preoccupanti è cessata. Molti, radunate le loro cose, avevano lasciato Courmayeur pur di allontanarsi dal cantiere spazzato dalle valanghe, ma si ritiene che, dopo una ."osta di qualche giorno presso le loro famiglie per rassicurarle, torneranno al lavoro. La maggior parte dei dipendenti è però rimasta nella zona, alloggiata in alberghi o baraccamenti, e dopo le prime ore di dolorosa incertezza, tutti hanno deciso di riprendere il lavoro non appena ne riceveranno l'invito. Non è facile trovare maestranze esperte per i lavori in galleria, perciò la decisione della massa degli operai di tornare al cantière consente ai dirigenti <y perseverare nello scavo del traforo senza interromperlo, come si temeva, per un lungo periodo. Il ritmo del lavoro è legato a quello del cantiere francese dì Chamonix che, per un insieme di circostanze favorevoli, è a uno stadio più avanzato del nostro. Esigenze tecniche e ragioni di prestigio vogliono perciò che il lavoro sia ripreso il più presto possibile. Naturalmente saranno assicurate garanzie di sicurezza per la vita degli uomini, facendo pernottare al cantiere soltanto un numero limitato di operai e controllando le . condizioni atmosferiche e della neve, per prevenire con provvedimenti tempestivi ogni altro pericolo di valanga. Ettore Doglio I minatori in tenuta di lavoro precedono le bare-dei compagni morti per le valanghe ti M1U M1 ! 111 ( I II 1 ! [in 11111 ( 11 ) 11 i ii 11M11111 i I ! 1M ) : 11111111M1111 > -11111 [ M11111MIM11111111M11111M ì : ! 1 II 1111 [ t 11 n i II 111M i M11M II M1111111 M11 ! Il 11M ! 111M t It
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