"Giallo" sulla scomparsa di un possidente forse ucciso e seppellito in un campo

"Giallo" sulla scomparsa di un possidente forse ucciso e seppellito in un campo Da cinque mesi polizia e carabinieri impegnati nelle indagini "Giallo" sulla scomparsa di un possidente forse ucciso e seppellito in un campo E' il proprietario ottantenne di una grande fattoria presso Avellino - Negli ultimi tempi si era recato di frequente in una pensione di Ischia, dove corteggiava con insistenza una fantesca - Per questo motivo era siato diffidato dal proprietario a non tornarvi più - Contrastanti versioni sulle sue ultime ore (Nostro servizio particolare) Avellino, 31 marzo. Da cinque mesi polizia e carabinieri sono impegnati nel tentativo di chiarire un drammatico mistero: la scomparsa di un facoltoso agricoltore, Raffaele Tranfaglia. Tutto lascia supporre che egli sia stato assassinato e che il suo cadavere si trovi nascosto in qualche campagna solitaria. Raffaele Tranfaglia aveva ottant'anni ed era, nonostante l'età, quello che si dice c un uomo in gamba »: asciutto, agile, gran camminatore e anche gagliardo commensale. Né aveva smesso di ammirare le belle figliole: dietro i lunghi baffi bianchi dorati dal fumo i suoi occhi brillavano e un sorriso schietto lo rallegrava al passaggio di una donna purché carina. Da giovane aveva avuto più di un grattacapo, assaggiando perfino la prigione per aver rapito una giovu- ne contadina. Al tempo della lllt!Mlllllltl:lllltllllllllllrilllllMltlllieillllllllllll prima guerra mondiale era andato negli Stati Uniti, a Boston, dove, lavorando in iena compagnia ferroviaria, si era formata in molti anni di sacrificio una discreta fortuna. La famiglia era intanto venuta su numerosa che la moglie Rosalia gli aveva dato cinque bimbi. Quando gli parve di avere ormai tanto denaro da realizzare il suo più struggente desiderio, tornò in Italia, e acquistò un grosso podere a Pratola Serra, p.oco distante dal suo paesetto, Mirabella Celano. Qui costruì una fattoria ricca e attrezzata, n molti cavalli e cani, le bestie da lui più amate. Qui < don Raffaele* viveva come un patriarca insieme a quattro figli, tutti ormai dai capelli brizzolati, fra i quaranta e i cinquantanni: Emilio, Federico e Giovanni con le rispettive mogli Colomba, Bettina e Carmela; poi vi è Maddalena con il marito. In tutto hanno diciotto bambini. Solo una quinta figlia, Elisa, anch'essa sposata,' risiede ad Arezzo. La scorsa estate Raffaele Tranfaglia, che soffriva di un unico male, un po' pensò di recarsi a d'artrite,Casamic- ciola insieme all'amico Carmi- ne Coccia per le cure termali,scegliendo la pensione diretta da Nicola Lucibello. Là s'invaghì dell'inserviente, Lina Gargiulo, quasi quarantenne, e le propose di andarsene con lui alla fattoria per diventare \la sua domestica: le garantì un cospicuo stipendio assicu- randole per il momento un acconto di mezzo milione e un appezzamento di terreno. La Gargiulo, comprendendo come il € patriarca » di Pratola Serra fosse stato travolto da una ubriacatura sentimentale senile, fece del suo meglio per spegnere quegli ardori. Ma non vi riusci e l'agricoltore, compiuta la cura e ritornato alla fattoria, parlò ai figlioli del suo progetto d'avere una fantesca tutta per se, che lo accudisse come ormai non poteva fare la moglie, di dieci anni più anziana di lui e paralizzata in letto. In agosto il «patriarca* ripartì per Casamicciola e per la stessa pensione. Rientrato a Pratola Serra dopo un poco (s'era ormai in settembre) egli andò a Casamicciola per una terza volta. Gl'incidenti causati dai due precedenti '.soggiorni erano stati però ta Ili che il proprietario si rifiu- tò di alloggiarlo. Furente, do\po un susseguirsi di clamoro 1*1 episodi, il Tranfaglia se ne ripartì. Ma doveva ritornare sull'isola ancora due volte. Infatti cinque sono state le sue permanenze: in luglio, agosto, settembre e in ottobre (due soggiorni). L'ultima volta — era il 13 ottobre — si recò a Casamic dola con il pretesto di acquistare da un contadino, Giustino Impagliazzo, un cane da edecia. L'Impagliazzo — che verrà poi lungamente interrogato — negherà di avere muti ricevuto la visita del * patriarca ». Le indagini hanno stabilito ohe Raffaele Tranfaglia trascorse a Casamicciola la notte fra il 13 e il 14, senza però poter accertare dove. Die ci giorni dopo uno dei suoi figlioli, Federico, non vedendolo rientrare, fece una denuncia ai carabinieri, manifestando il sospetto che il padre fosse stato soppresso ad Ischia Ma nella denuncia egli dimenticò due particolari. Da uno appare come in realtà suo padre non alloggiò che solo le prime due volte presso la pensione « Lucibello ». Dall'altro che il € patriarca » ripartì da Ischia il 14 ottobre ritornati do in provincia di Avellino Infatti fra la seconda e '.t terza permanenza giunse a Carmine Coccia (l'amico che lo aveva accompagnato net primo soggiorno) una lettera del proprietario della pensione, Nicola Lucibello. Nella missiva Lucibello incaricava Coccia di dire al Tranfaglia che non si fosse recato mai più presso il suo esercizio altrimenti vi sai ebbero state per lui < gravi conseguenze ». Il Lucibello, alludendo a tutti gli inconvenienti sollei-ati dalla condotta del « patriarca-» (una notte, ostinatosi nel cercare la sua bella, aveva bussato a tutti gli usci della pensione, suscitando un pandemonio) voleva diffidare l'ospite non più gradito. E il Coccia aveva informato lui, Federico, di quella lettera. Inoltre un compaesano, Emilio Puzo, raccontò a Giovanni, fratello di Federico, che recandosi con la corriera ad Avella 'paese ricino a Pratola Serra), aveva risto il vegliardo, mentre camminava, solo, per una via di campagna. L'ultima volta che il « patriarca » lasciò il paese indossava un abito blu. Aveva nel portafogli 41) mila lire e alcune cambiali. Come < preziosi » non portava altro che un cronometro d'oro (marca Waliver) e una catenina dello stesso metallo. C- g. \ o . e Raffaele Tranfaglia, l'agricoltore scomparso (Telef.) randole per il momento un