Si è salvata con tutto l'equipaggio la nave investita dalla tempesta

Si è salvata con tutto l'equipaggio la nave investita dalla tempesta Si è salvata con tutto l'equipaggio la nave investita dalla tempesta Ha raggiunto il porto di Arbatax, sulla costa tirrenica della Sardegna - Il piroscafo savonese era stato spinto su un fondale - La furia delle onde, per due volte, aveva aperto una falla nello scafo (Dal nostro corrispondente) Savona, 31 marzo. La motonave savonese Amor è in salvo e, con lei, i sette uomini del suo equipaggio. Il piroscafo, che ha fatto temere per la sua sorte durante oltre 48 ore per essere stato investito da una violenta burrasca mentre navigava al largo delle coste della Sardegna e della Corsica diretto a Savona, è riuscito a salvarsi e ad evitare l'affondamento grazie alla perizia del suo comandante, il capitano Domenico D'Atria di 52 anni da Palermo, e l'abnegazione dell'equipaggio La piccola motonave, costruita nei cantieri di Cervo S. Bartolomeo (Imperia) ed iscritta ail Compartimento marittimo di Genova, stazza poco più di 498 tonnellate ed appartiene alla società armatrice « Serra ». Era partita da Savona il 2 marzo diretta a Genova prima e a Crotone poi, con un carico di circa 500 tonnellate di « coke ». In Calabria aveva riempito le stive con 702 tonnellate di salgemma; poi aveva puntato alla Liguria. A bordo vi sono anche due marinai savonesi, il capo motorista Livio Allocci di 41 anni abitante in via Pietro Giuria 2 e Giovanni Nieddu di 32 anni, anch'egli dimorante a Savona in via Baglietto 6. La motonave savonese mentre stava per raggiungere il mar Ligure, nelle acque al lar¬ go di Capo Caccia veniva investita dal mare in tempesta, agitato da un forte vento da nord. Il piroscafo, scagliato dai marosi su un basso fondale, riportava un ampio squarcio nella carena attraverso il quale l'acqua irrompeva nell'interno nella nave, allagando rapidamente le stive. Il comandante D'Atria impartiva gli ordini necessari per affrontare la furia degli elementi e riparare al più presto l'avaria: l'equipaggio tentava di otturare la falla con mezzi di fortuna usando tavole e sacchi di sabbia; poi con le pompe di bordo cercava di espellere l'acqua che continuava ad inondare lo scafo. L'operazione, dopo alcune ore di lavoro affannoso, sembrava dovesse riuscire ma la violenza delle onde, aumentata col calare della sera, riapriva la falla: la motonave in avaria correva così serio pericolo di affondare. Il comandante riuniva i sei membri dell'equipaggio (il primo ufficiale Corrado Geracl di 62 anni, residente a Pachino, il capo motorista Livio Alocci, i marinai Giovanni Nieddu, Bernardo Fanni di 32 anni da Cagliari, Mario Puddo di 28, da Portoscuro e il mozzo Antonio D'Atria di 18 anni da Palermo) e constatata la gravità della situazione decideva di far trasmettere l'SOS. H segnale di soccorso veniva intercettato da una nave francese in rotta nelle acque della Corsica, la quale si dirigeva immediatamente verso il luogo del sinistro Da Fertilia si levava in volo un aereo del « Centro di soccorso » con il compito di perlustrare un vasto raggio di mare. La foschia, le sfavorevoli condizioni atmosferiche e lo stato minaccioso del mare riducevano però la visibilità e l mezzi navali e l'aereo non riuscivano ad avvistare la motonave per cui si cominciavano a nutrire serie apprensioni per la sua sorte. Rimaneva però la speranza che l'equipaggio avesse potuto mettersi in salvo sulle scialuppe di salvataggio. Il comandante D'Atria, dopo aver lanciato il segnale di SOS, non si dava per vinto. Coadiuvato dall'equipaggio impegnato sino allo stremo delle forze, riusciva a tamponare per la seconda volta la falla favorito dal placarsi della tempesta. Dopo ore di sforzi, di navigazione difficile e di momenti drammatici, riusciva a raggiungere finalmente il porto di Arbatax. Guadagnate le acque sicure del porto, trasmetteva un marconigramma, segnalando che la nave e l'equipaggio erano in salvo. m- £ja

Persone citate: Antonio D'atria, Bernardo Fanni, D'atria, Domenico D'atria, Giovanni Nieddu, Livio Alocci, Mario Puddo