Un procuratore delle imposte è condannato per corruzione

Un procuratore delle imposte è condannato per corruzione L'episodio della «bustarella» in via Roma Un procuratore delle imposte è condannato per corruzione Accettò un compenso di 50 mila lire per concordare una pratica: quattro mesi di reclusione • La stessa pena all'intermediario Un funzionario delle imposte di Torino, il procuratore aggiunto dott. Alfredo Monterosso, di 31 anni, abitante in via Monglnevro 4, è stato condannato ieri in Corte d'Appello a 4 mesi di reclusione c 12 mila lire di multa per corruzione. La stessa pena ha colpito, per concorso del medesimo reato, il rag. Salvatore Giangrasso, Ui 35 anni, abitante in via Guido Reni 92. Il dott. Monterosso era accusato di aver ricevuto, nella sua qualità di procuratore delle imposte dirette di via Roma. 50 mila lire per concordare una transazione di tributi con l'artigiano Davide Ferrari, titolare di una autorimessa di via Mar torelli. Il rag. Salvatore Giangrasso, allora impiegato presso il sindacato artigiani di via Santa Teresa 19. era stato l'intermediario dell'illecita operazione. L'episodio avvenne nell'ottobre del 1960. Il Ferrari aveva rlce vuto le cartelle esattoriali dal 1956 al 1959, con un addebito tra tributi ed ammende, di, 391 mila lire. Si rivolse al suo sin dacato e il rag. Giangrasso gli assicurò che si poteva ottener un concordato, sulla base d'un centinaio di migliaia di lire, condizione che l'artigiano fosse disposto a versare una « bustarella » di 50 mila lire al funzionarlo incaricato della pratica Lo stesso Giangrasso avrebbe ac- (mi 111m i im r [ 11 n 11M m f i n M E il 11M u 111M n 11111m 11 > > [ 11 [ im ! 111N111111111 i > I u u 111m1 u 11 il il compagnato 11 contribuente In un ufficio delle imposte, in via Roma. Il Ferrari si recò all'appuntamento, ma prima avvisò la squadra mobile di quanto stava accadendo. Il concordato fu raggiunto con il dott. Monterosso e alla fine il Ferrari consegnò a! funzionario una busta chiusa contenente 50 mila lire. Il dolt Monterosso la prese e la pose tra le carte del fascicolo senza nemmeno aprirla. Pochi minuti dopo un commissario entrava nell'ufficio e trovava la * bustarella » 11 dott. Monterosso, difeso dagli avvocati Nova e Avonto, (i difensori del Giangrasso erano gli avv. Durand e Gatti) ha sempre affermato di non aver mai chiesto alcun compenso Egli, secondo la sua versione, Ignorava il contenuto della busta e l'accettò ritenendo che contenesse le cartelle del Ferrari. « Tanto è vero — aggiunse — che quella prova cosi compromettente non fu in alcun modo nascosta, ma inserita in bella vista nella pratica stessa del contribuente ». Il rag Giangrasso, da parte sua, ammise invece fin dai primi interrogatori la sua responsabilità di intermediario, accusando in tal modo anche il dott. Monterosso Quest'ultimo, nel processo di primo grado, aveva ottenuto l'assoluzione con formula piena, mentre per il rag. Giangrasso si era disposta una nuova istruttoria. Ma il procuratore dott. Tuttolomondo aveva Impugnato la sentenza, determinando il secondo giudizio. Ieri la Corte Ipres. Calvelli, p. g. Benedicti, cane. Tedesco) ha ritenuto entrambi gli imputati responsabili del reato di corruzione.

Luoghi citati: Monterosso, Torino