I divi di Hollywood dalla "Vanoni" detraggono folli spese di rappresentanza di Antonio Barolini
I divi di Hollywood dalla "Vanoni" detraggono folli spese di rappresentanza Le denunce in America presentate entro il 3© marzo I divi di Hollywood dalla "Vanoni" detraggono folli spese di rappresentanza O almeno tentano di far passare il lusso come difesa del prestigio professionale - Frank Sinatra è il più spendaccione: ha un aèreo da 160 milioni e viaggia in elicottero fra casa e "siudios" - Jerry Lewis lascia al sarto 62 milioni all'anno - L'ultima moda dei celebri attori: abbandonare la Cadillac per la Rolls Royce (Dal nostro corrispondente) New York, marzo. Ormai molti divi della celluloide trascorrono più. tempo in Europa, e specialmente a Roma, che negli Stati Uniti. A Hollywood vanno per vedere se la piscina funziona, se lo zoo di famiglia è in buona salute e, finalmente, per fare una capatina, dallo psichiatra di fiducia. In questi giorni, ancora, c'è affluenza a Hollywood per via della dichiarar zione delle tasse: dev'essere consegnata al distretto fede rate competente entro il 30 del mese. A proposito di questa dichiarazione, molti divi sembra siano andati sulle furie, perché la stampa ha osato dare resoconto di alcune loro spese, considerate, strambe ed eccessive. Come si sa, in base alla legislazione americana, molte spese vanno considerate come esigenze di lavoro, e perciò vengono detratte dal reddito tassabile, anche se — a prima vista — possono sembrare spese di lusso. E' impossìbile poter dire quali, di queste spese, sono considerate non tassabili. Ogni contribuente fa dichiarazioni dirette, studiate con i propri tecnici, concordate con gli uffici delle imposte; riflettono situazioni singole, strettamente personali. I divi, come è noto, han sempre guadagnato e speso moltissimo. Da un po' di tempo in qua, essi si rivelano molto pia discreti di quanto non fossero nel passato; in molti casi, desiderano che non si parli affatto del loro bilancio; « Spendiamo i soldi che guadagniamo come meglio ci piace — dicono. — Si tratta di un problema nostro, stret tornente privato ». Con tutto ciò, qualcosa dei loro eccessi trapela. Frank Sinatra, per esempio, appare in testa a tutti gli spendaccioni di Hollywood, per l'acquisto recente di un Martin 404 (circa 160 milioni di lire), da lui fatto convertire in aeroplano privato per affari e per diporto, e battezzato « El Dago ». Si tratta di un aeroplano che, a sentire i commenti di chi l'ha visto, sembra un albergo volante. Secondo altre informazioni, risulta anche che Sinatra ha recentemente ottenuto di poter munire la sua residenza californiana ili un eliporto, che gli permette di poter andare e tornare da casa agli studi e viceversa, in elicottero. I vicini hanno protestato per il rumore degli elicotteri di Frank, ma egli non se n'è dato per inteso. Certo, nell'interno di « El Dago » ha fatto collocare un piano elettronico; ed il « living room » ha il soffitto illuminato da OS lampade che, come altrettante stelle, spiovono luce sui divani profondissimi. Gli attori che dispongono di aereo personale sono parecchi, a Hollywood, ma nessuno possiede un mezzo lussuoso come quello di Frank Sinatra. Robert Cummings si serve di un aerocar, cioè di un aereo che, una volta a terra, chiude le ali, come una libellula, e diventa un'automobile. Secondo Cummings è comodissimo e sarà certamente uno dei normali mezzi di comunicazione privata, ad uso famiglia, nel prossimo futuro. Sempre a Hollywood, tra i lussi di moda, negli ultimi tempi è venuto quello della « Rolls Royce ». Non è più distinto avere la « Cadillac ». Oggi, un vero div.o di Hollywood, deve avere almeno una « Rolls Royce ». La convertibile di Tony Curtis è costata circa 18 milioni; quella di Joseph Cotten, molto più piccola, ne è costata soltanto undici. I divi di Hollywnod con « Rolls Royce » sono almeno 32. Cary Grant ne ha due, una a Londra e un'altra a Hollywood. In quanto a Elvis Presley, egli, come noto, è un collezionista di automobili. Ne ha Un giorno, visto un modello di « Rolls Royce » che non aveva, lo ha comperato seduta stante per 15 milioni di lire, lasciando momentanear mente al rivenditore la « Cadillac » su cui viaggiava. Questa costa otto milioni, è attrezzata con ben due telefoni, televisione, bar e una cuccia speciale in cuoio per il preferito cagnolino. Per quel che riguarda le case, Fred Astaire, Jerry Lewis, Bing Crosby, Tony Curtis, Burt Lancaster e molti altri possiedono residenze che non costano meno di trecento milioni di lire l'una. La casa « monumento all'amore » di Jayne Mansfield, che ha 40 camere e 13 bagni, è considerata modesta, in quanto a superficie occupata, ma opulenta per il resto. Come noto, è tutta dipinta in rosa e non c'è oggetto che non sia fatto a forma di cuore. Mìkey Hargitay, recentemente, ha fatto tramutare in forma di cuore anche il caminetto: < Come avrebbe potuto essere " monumento all'amore " una casa che ancora non aveva a forma di cuore il focolare, dove scoppietta la legna che riscalda ogni amore t ». jPit't patetico e serio appare il caso di Anthony Quinn. Egli, dopo essere vissuto per anni in una modesta casa di periferia, l'ha venduta per comperarsi un'altra casa bellissima. Ita poi, per sentimento, ha ricomperato anche la casa vecchia. Da allora, egli ha la manìa dì comperare e collezionare case in tutto il mondo: « E' un indizio della sua perenne inquietudine e mancanza di stabilità » dice il suo agente. Quinn, adesso, ha case nel Connecticut, a New York City, in Italia, in California e in Grecia. Ancor più patetico di quello di Quinn, se vero, appare il caso di Jerry Leiois. Egli oggi, per vestirsi, non spende meno di 62 milioni di lire all'anno. Possiede 88 tsmokings» che gli costano ciascuno circa 200 mila lire, e questo perché egli — unico personaggio al mondo, fra quanti spendaccioni il mondo ancora annovera — esige i bottoni sempre di puro oro massiccio. Come è noto, Lewis qualche tempo fa, avendo appreso di uno studente che aveva vinto una borsa di studio ma che aveva un solo vestito per frequentare l'università, gli inviò in dono 20 abiti ed altri- accessori per circa tre milioni di lire. Esuberanza nel ricevere come nel dare... In mezzo a tante dovizie, appare discreto e prudente Bob Hope che, per la modesta cifra di 65 milioni di lire, si è fatto costruire, intorno alla sua casa, un privato campo di golf, ma di sole tre buche, anziché di diciotto; e, naturalmente, per economia. Antonio Barolini
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