I militari tornano al potere in Siria II governo rovesciato senza spargere sangue

I militari tornano al potere in Siria II governo rovesciato senza spargere sangue I militari tornano al potere in Siria II governo rovesciato senza spargere sangue Il colpo di Stato compiuto dagli stessi ufficiali che si ribellarono a Nassèr, staccando il paese dall'Egitto - Chiuse le frontiere, bloccati gli aeroporti - L'esercito assicura che la politica estera non muterà (Nostro servizio particolare) Beirut, 28 marzo. Con un colpo di Stato fulmineo ed Incruento, l'Esercito ha assunto di nuovo il potere in Siria, ha sciolto il Parlamento « Immeritevole » e ha destituito il governo ed il capo dello Stato. Gli uomini politici che ressero le sorti del paese dopo la rivoluzione dello scorso settembre (quando la Siria si staccò dall'Egitto) sono ora sotto accusa per « aver favorito J'imperialismo », il regresso sociale e il « destrismo » in genere. «La rivoluzione continua», assicurano i militari, che controllano tutti i poteri. Essi vogliono < un socialismo arabo», ma «indipendente»; la politica estera non muterà indirizzo, non vi saranno scivolamenti verso l'orbita comunista. Sono stati chiusi, stasera, i porti e gli aeroporti, e il paese è isolato dal resto del mondo. Le misure hanno carattere di precauzione. Non vi sono stati incidenti. L'esercito ha sciolto l'Assemblea costituente (che era in carica da quattro mesi), ed ha «accettato» le dimissioni del presidente, Nazem Elkudskl, e del Primo ministro Marouf Dawallby. Fin dalle prime ore del mattino, radio Damasco non ha fatto che trasmettere comunicati firmati dal « comando generale dell'Esercito e delle Forze armate ». L'emittente si¬ riana diceva che sarebbe stato costituito un governo provvisorio composto di « elementi onesti, sinceri». Nel frattempo le autorità militari avrebbero preso il potere bu! piano legislativo ed esecutivo. Il 28 settembre l'esercito siriano, nella sua grande maggioranza, si ribellò alla Rau e a Nasser, proclamando una | Siria libera, pur nel quadro della « Fraternità araba ». La Fraternità non doveva essere intesa come sottomissione al Cairo, e lo sviluppo del mondo arabo, nel quadro della tanto invocata unità, doveva essere inteso in senso socialista: cioè si dovevano attuare riforme liberali, dare le terre ai contadini, ecc. E' cu¬ rioso notare che il primo comunicato, col quale i rivoluzionari di oggi hanno annunciato il colpo di Stato aveva il «n. 26»: faceva seguito, cioè, al cofnunicato n. 25 che era stato l'ultimo bollettino della rivoluzione dell'autunno scorso. Gli autori del colpo di Stato di oggi si dichiarano « continuatori della rivoluzione dell'autunno ». La situazione, secondo i militari, non sarebbe mutata dopo il distacco della Siria. Di qui la nuova sommossa, che oggi vede al potere una giunta di sei colonnelli. Questo è il dramma della Siria di oggi: da una parte un nucleo dì militari che vogliono imporre, con le armi, una loro specie di socialismo arabo un po' ingenuo e totalmente sradicato da quelle che sono le esigenze reali della popolazione; dall'altra un certo numero di uomini politici animati, nella maggior parte, da idee di innovazione e di progresso, ma legati essi stessi per ragioni di « mestiere », a un « sistema » di alleanze con rappresentanti della grande proprietà terriera araba e della aristocrazia del denaro. Il presidente della Repubbli ca siriana, El Khoushdy, si è dimesso in mattinata « per ra gionl di salute ». Il Parlamen to, di 172 membri, è stato esonerato dalle sue funzioni alle sei del mattino. ex, p.

Persone citate: Marouf Dawallby, Nasser