Confronto tra il jazz d'America e d'Europa nella seconda sera del festival di Sanremo

Confronto tra il jazz d'America e d'Europa nella seconda sera del festival di Sanremo Confronto tra il jazz d'America e d'Europa nella seconda sera del festival di Sanremo Musicisti italiani, svizzeri, tedeschi e americani si sono alternati con grande successo davanti al pubblico degli appassionati (Nostro servizio particolare) Sanremo, 24 marzo. Anche questa sera, seconda del VII Festival internazionale del jazz, ha aperto il programma un'orchestra tradizionale, la Riverside Syncopators di Genova, il cui leader è Lucio Capobianco, tromboneFausto Rossi e Maurizio Bordese (trombe), Beppi Zenon Cclarino), Mimmo Capurso (piano), Roberto Sallandin (banjo) e Mike D'Aversn (batteria) tornano qui dopo sei anni: la prima volta fu appunto in occasione del primo Festival. E' l'unica formazione attuale che si sia mantenuta legata al vero jazz di New Orleans, consertando attraverso i musicisti che si sono sostituiti nel tempo non soltanto il <sound* ma lo stile degli assolo tipici della vecchia epoca. Proprio perché è quasi una rarità ascoltare ormai questo stile jazzixstico che è al massimo conser- vatore, gli applausi sono stati intensi per ogni pezzo. Con Georges Grunz, ottimo pianista svizzero e uno dei migliori d'Europa, lo stile cambia. Musicista di classe, diplomato al Conservatorio di Zurigo, di una duttilità eccezionale, egli assomma in sé doti di solista e assieme di accompagnatore e di arrangiatore. Ricercato all'estero è stato in Scandinavia e a radio Basilea, ha preso parte al Festival dì Sanremo del '56 e a quello di Neu>port del '58 esibendosi in una orchestra che contava i migliori jazzisti europei. Stasera si è presentato con un suo trio del quale fanno' parte due giovani musicisti tedeschi, Kate Gaier (contrabbasso) ed Eberhard Stengel (batteria). Grunz ha poi,accompagnato un altro solista ormai molt-o noto in tutta Europa, il sassofonista Barney Wylen ugualmente bravo nel sax tenore che, cosa assai rara, nel sax soprano. Nato a Nizza ma figlio del console generale americano di quella città, Barney ha studiato il sassofono dal '40 al '1,6 negli Stati Uniti: nel '47 ha fondato l'Hot Club di Nizza col quale ha partecipato al 1° Festival di Sanremo. Da allora stabilitosi a Parigi ha fatto parte di grandi complessi jazz americani a fianco di musicisti come J. Johnson, Miles Davis, Kenny Clarke, Bud Powell. Con gli ultimi due ha partecipato al V Festival di Sanremo in un complesso del quale faceva parte anche Oscar Pettiford. Per la prima volta si esibì in quell'occasione nel sax soprano, strumento molto difficile che nella storia del jazz conta solo due cultori famosi: Sidney Bechet e Charlie Barnet. Wylen è riuscito a dare al sax soprano una bella voce e a superare le molte difficoltà della sua tecnica strumentale. Il trio Grunz ha acpompagnato il duo di chitarre di Franco Cerri e Pierre Cavalli. Cerri, lo sanno tutti, è il miglior chitarrista italiano, uno dei migliori d'Europa per la sua tecnica e la sua duttilità. Si è fatta una fama internazionale ed è stato scelto nel '61 a rappresentare l'Italia nel « The European Ali Stars » che si è esibito al Festival del jazz di Berlino e alla tv di Baden Baden. Gli è affiancato Pierre Cavalli svizzero, ottimo strumentista di stile irruente, di sensibilità musicale raffinata. Insieme questi due si intendono molto bene e hanno eseguito non solo brani classici del repertorio jazz, ma anche alcune composizioni originali di Franco Cerri. L'America è ancora presente stasera con due musicisti esibitisi finora a Parigi, il negro Herb Geller sax contralto e il pianista bianco Kenny Drew. Il primo viene dalla scuola del grande Parker passato poi a vari complessi della West-Coast e con Chet Baker. Nel '58 entrò nella grossa formazione di Benny Goodman. La sua personalità è notevole. Kenny Drew coetaneo di Geller, (entrambi hanno Sii anni) ha preso parte a varie formazioni famose, come quelle di Coleman Hawkins, Lester Young, Charlie Parker e Bud- dy de Franco. E' versatile e dotato sia come accompagnatore che come solista. Per il Festival di Sanremo questi due si sono aggregati il basso francese Pierre Michelot e il batterista americano Larry Ritchie, non ancora noto in Europa e che però ha stasera dato promettente dimostrazione delle sue possibilità. m. r. Il pianista Dwike Mltohell, che suonò con II complesso di Lione. Hampton, è stato oon il suo magnifico trio, una delle maggiori attrazioni del festival (Telefoto)