I terroristi altoatesini portano gli attentati fuori delle loro valli di Gigi Ghirotti

I terroristi altoatesini portano gli attentati fuori delle loro valli Con Io pi'ininvera é toriinfo n scoppiare il phisticn I terroristi altoatesini portano gli attentati fuori delle loro valli Per evitare il malcontento di albergatori e commercianti, preferiscono spostare la loro attività criminosa nella vicina Lombardia - Cosi evitano di danneggiare, all'inizio della «stagione», i centri turistici del Bolzanese - L'anno scorso la clientela italiana era diminuita del 25%, e sinora le prenotazioni non indicano un pieno ritorno alla normalità (Dal nostro inviato speciale) Bolzano, 24 marzo. I terroristi alto-atesini, che se n'erano rimasti quieti per tutto l'inverno, non hanno nemmeno atteso il giorno di San Benedetto per rifarsi vivi. Alla vigilia della primavera è scoppiata la prima carica di tritolo della nuova stagione: alle 7,34 del 19 scorso salta in aria un traliccio dell'alta tensione, sul passo dello Stelvio. Accorrono i carabinieri, con gli sci e con gli elicotteri. Alcune piste si dipartono dal luogo dell'esplosione, due corrono verso l'Engadina (il confine svizzero è a meno di un chilometro), altre due o tre verso la Val Venosta. II giorno prima, fra Tesimo e Passo Palade, 1 carabinieri erano appena riusciti in tempo a sventare un attentato a un altro traliccio della Montecatini. Il congegno, a orologeria, era già innescato ed in azione. Ancora, nei giorni scorsi, si scoprono otto chili di plastico a S. Maurizio, nell'estrema periferia di Bolzano; e un altro centinaio di chili a Naz, Sciaves. L'altro ieri, poi, le pattuglie fermano in quel di Brunico un commerciante, Othmar Hofer, ventottenne, che trasporta burro. Frugando sotto i pani di burro, si scopre una pistola, che funziona a gas. Lo sparatore preme sul grilletto, esce un flotto di gas che stordisce gli astantì. A che servirà quest'aggeggio? A difesa personale, spiega il commerciante. I carabinieri lo hanno tratto in arresto. Abbiamo riassunto in breve le principali nuove di questi ultimi giorni. Rispetto agli attentati dell'anno scorso c'è da segnalare qualche novità: in primo luogo affiora un'indicazione verso la Svizzera. Potrebbe essere il rifugio dei terroristi, ma potrebbe anche essere una falsa, pista, tracciata sulla neve, ad arte, per sviare gli indagatori. Poi, la scelta dello Stelvio come luogo del principale attentato, appare ispirata a una certa prudenza": il luogo non appartiene precisamente al territorio della provincia di Bolzano, è a pochi chilometri dai confini con l'Austria e con la Svizzera, c'è in questo plastico una sfumatura internazionale che favorisce, la confusione delle idee. 'Si aggiiraga" che ^eèso esplose giusto in coincidenza con il « cessate il fuoco » in Algeria. C'è quanto basta per fare parlare di Oas (e così infatti si scrive in qualche giornale au striaco) e per sperare che i carabinieri corrano dietro ai fantasmi piuttosto che dietro ai veri attentatori. Infine, il traliccio abbattuto recava energia elettrica da una centrale della Val Venosta al la Lombardia, non all'Alto Adige; e per concludere, lo scoppio è avvenuto a una quo ta isolata, a 2600 metri, lontano perciò dai centri abitati, dalle stazioni di turismo invernale, e dalle pattuglie di sorveglianza. Mai s'erano avute nei mesi scorsi esplosioni a quota così elevata. Ciò significa che gli atten tatori potrebbero aver preso nota del malcontento suscitato nelle categorie economiche alto-atesine l'anno scorso per la fuga- dei turisti. Si calcola che il danno provocato al l'economia alto-atesina dalle disdette e dai mancati arrivi ammonti a circa tre miliardi nei soli esercizi alberghieri, a cinque o sei miliardi se si cai colano i mancati acquisti nei negozi di souvenirs e di gene ri vari e i mancati guadagni connessi alle altre iniziative che fioriscono intorno al pas saggio del forestiero. Possono i terroristi sperare nella riconoscenza dei loro conterranei, dopo questa gran dinata? La risposta è nel nuo vo indirizzo degli attentati: non più a linee di comunica zione, non più a luoghi direttamente interessati al turismo, ma piuttosto inaccessi bili e con obiettivo la Lom bardia, non l'Alto Adige. Il bilancio turistico del '61 è stato reso pubblico soltanto da qualche settimana. Esso premette che l'annata « non può essere ritenuta normale a causa dei noti avvenimenti ». Sotto l'allocuzione « noti av venimenti » si cela la serie infernale degli ottantatré attentati che hanno sconvolto dal giugno al novembre la provincia di Bolzano. Quest'esplosione di terrorismo ha provocato la mobilitazione delle forze dell'ordine, misure di coprifuoco intorno agli impianti, ai monumenti, ai ponti, alle strade ferrate; alle snodature essenziali dei traffici e dell'economia altoatesina; ha provocato inoltre l'arrest) di un centinaio di attivisti, e dinamitardi sud-tirolesi, ha provocato ancora, nell'opinione pubblica, una situazione di panico che le statistiche riflettono soltanto in parte. Ecco le cifre del bilancio turistico: arrivi 632 mila nell'anno 1961 é 713 mila nel '60 (diminuzione dell'11,3 per cento); presenze 3 milioni 426 mila nel '61,- 3 milioni 738 mila nel '60 (diminuzione dell'8,3 per cento). La botta è però più seria se si considera che nel '61 il movimento turistico internazionale ha ovunque subito un aumento. Ancora più significativa è l'elencazione dei danni: se si prende in considerazione infatti il solo periodo estivo, risulta che la clientela italiana è diminuita del 25 per cento. Risulta inoltre che sono state disertate le valli più vicine ai confini* Val Gardena, Carezza, alta Pusteria, alta Val d'Isarco. Gli alto-atesini si vorrebbero consolare minimizzando l'importanza delle cifre. Si fa notare, per esempio, che se l'italiano è stato il grande assente della stagione scorsa, in compenso è aumentato l'af¬ flusso dei turisti tedeschi; i turisti italiani sono stati il 37.9% in meno che nel '60, il 16 per cento in più del 1960 sono stati invece i turisti tedeschi. Inoltre si è prolungato il periodo del soggiorno straniero medio in Alto Adige: da quattro giorni a otto o nove giorni. Questo è vero fino a un certo punto: il fatto è che se nella somma le cifre su per giù tendono a bilanciarsi, nei particolari si nota che il danno è stato secco nella valli vicine ai confini già ricordate. Il cliente italiano le ha disertate, mentre il tedesco non avendo nulla da scoprirvi non c'è andato. Altro fatto caratteristico, inoltre, è che il cliente italiano ha l'abitudine di frequentare gli alberghi migliori, e sono proprio gli esercizi di prima e seconda categoria che hanno registrato nell'annata scorsa i « forni » più paurosi. Tutto sommato, quindi, chi si è preso il maggior spavento dal rinnovarsi degli attentati è proprio l'elemento altoatesino. « Gente senza testa, sconsiderati ce ne sono dappertutto. Ma speriamo che sia soltanto un episodio e che la cosa non abbia a ripetersi » ci ha detto il senatore Braithenberg, presidente dell'Ente per il turismo di Bolzano. Egli ci ha fatto notare che la stagione invernale, appena conclusa, ha visto ritornare quasi dappertutto la normalità (però gli italiani sono sempre il 18 per cento in meno del gennaiofebbràio dell'anno scorso); e ci ha annunciato che le prenotazioni per le feste pasquali registrano ovunque un aumento consolante, rispetto alle annate decorse. Se dovesse ricominciare la catena degli attentati, quindi, ciò avrebbe l'effetto di una brinata nel pieno di una fioritura che appare assai promettente Gigi Ghirotti

Persone citate: Hofer